domingo, septiembre 15, 2013

Un esperimento (o sulla "Decadenza d'Italia")



Dunque, l'esperimento consisteva nel non guardare mai - nel corso dei 2 mesi di permanenza in Spagna - nemmeno un frammento dei tg italiani che si possono ricevere nei canali satellitari, nel non leggere nemmeno una riga dei giornali nostrani disponibili online (niente, né La Repubblica, né Il Corriere della Sera, né tantomeno Il Fatto Quotidiano) e nel non parlare di politica o dei guai dell'Italia con nessuno degli amici o dei parenti (vicini o lontani) rimasti a casa, nemmeno un accenno e qualora qualcuno (fratello, cugina o amica) iniziasse a lamentarsi della situazione politica attuale, tapparsi le orecchie per non sentirlo, evitare ogni contatto - seppur minimo - con quanto riguardasse il Bel Paese...

Nella seconda fase dell'esperimento, appena atterrato a Fiumicino, ci si sarebbe subito collegati a internet per leggere le prime pagine di tutti i giornali nazionali e - una volta giunti a casa - ci si sarebbe immediatamente posizionati davanti al televisore per ascoltare le notizie di tutti (tutti!) i telegiornali nazionali...

Risultato dell'esperimento: come volevasi dimostrare, nell'arco di 2 mesi, non è cambiato nulla, anzi, forse qualcosa è peggiorato.

In Italia si parla di "decadenza" - simpatico neologismo inventato da giornalisti col senso dell'umorismo - e si adotta il termine per collegarlo direttamente a Berlusconi. Non c'entra il lavoro, non ci si sofferma sulle riforme, si allude alla crisi, ma come "rumore di fondo". Ciò che c'inchioda (e inchioda il Paese intero) è Berlusconi e l'ipotesi che la sua incandidabilità determinerà la fine del Governo (provvisorio?) di Enrico Letta. 

Consiglio dell'ex-senatrice Cicciolina (alias, Ilona Staller) all'ex-Premier: "Silvio accetti la condanna e faccia sesso a go-go" (e uno si domanda: è per caso un invito implicito? E poi: ma come farà, alla sua età? Quanto Viagra potrà ancora assumere, prima di morire d'infarto? Certo, sarebbe una morte dolcissima...).

Intanto, Matteo Renzi continua a tenere sulle spine l'intero PD: si presenta come "paladino della giustizia" e della "politica buona", quella che non si dimentica della "morale", quella che spera nel "futuro" (yes, we can) e mi basta guardarlo in faccia per scartarlo come politico di sinistra nel quale riconoscermi (a me sembra piuttosto lo studentello modello che vuol apparire sempre e comunque come il "primo della classe").

L'Italia è ferma e Berlusconi - come da sempre, negli ultimi 20 anni - ci tiene stretti per i coglioni (mi si perdoni la rima, è inevitabile, con certi cognomi); eppure, qualcosa si muove: stanno per risollevare la "Concordia", la nave naufragata nell'Isola del Giglio (chissà come sarà emozionato il Capitano Schettino a guardare in diretta gli sforzi di coloro che cercheranno di smuovere il cadavere della nave da cui lui è stato così lesto a scendere al volo, mentre alcuni passeggeri morivano affogati) e il Papa Francesco scrive lettere aperte a Eugenio Scalfari (o a Ezio Mauro? Comunque, il dialogo tra credenti e atei o laici è sempre possibile, se siamo uomini dotati di buona volontà) e Salvo Sottile e Rita Dalla Chiesa faranno qualche programma nuovo su La7 e i grillini dormono in Parlamento e chissà chi saranno le veline della nuova stagione di "Striscia la notizia" e...

Potremmo essere tra i primi e siamo tra gli ultimi. Non credo nelle statistiche, né nei sondaggi, né nelle interviste a campione, ma, a quanto pare, l'Italia è al 45esimo posto nella classifica mondiale dei "Paesi più felici"; ci supera la Spagna (che è comunque al posto n. 38 e non se la passa bene), ma anche Messico e Colombia...

Potremmo tornare ad essere davvero il Bel Paese, con tutta l'arte e la cultura che abbiamo e che respiriamo (anche senza rendercene conto) e, invece, siamo tutti in attesa di vedere se davvero Berlusconi uscirà di scena (come dicono i giornalisti) e se, andandosene, farà crollare Letta e ci riporterà alle urne.

L'esperimento è riuscito. Come volevasi dimostrare. E il termine "decadenza" potremmo anche adottarlo in senso onnicomprensivo.

lunes, septiembre 09, 2013

L'8 Settembre ("the same things come back")

Eccoci di nuovo all'8 Settembre, il giorno del mio compleanno. Per la seconda volta lo festeggio in Spagna, la mia seconda patria, in compagnia della mia compagna di avventure e delle sue amiche simpaticissime (una più matta dell'altra, impossibile annoiarsi con loro, sono delle frezze).

36 anni d'età e – come dico sempre a chi non mi conosce a fondo – me li sento tutti sul groppo, per i molti e svariati lavori che ho fatto, per le molte e variegate città in cui ho vissuto, per i moltissimi accidenti che mi sono capitati e cui ho saputo (finora) tenere testa...

Se mi volto indietro (basta anche andare indietro di qualche anno nei post pubblicati in questo blog, basta andare al 2009 o al 2007, per fare un esempio tra i tanti), mi sembra di non esser cambiato di una virgola. E invece... il tempo passa e oggi sono 36 e fra un anno saranno 37 e nel 2020 saranno...43, incredibile a dirsi e anche a pensarsi.

E uno pensa: "avrei potuto fare di più e meglio". Oppure: "avrei potuto approfittare di quell'occasione che mi si offriva e invece non l'ho fatto, il treno è passato e non torna più indietro". Oppure, ancora: "a quest'ora avrei potuto già essere sposato e magari padre di un bambino – o di più di uno, dipende –, avrei potuto avere una casa mia e non stare sempre in affitto, in casa di altri, di gente che a volte non conosco neppure di viso..."

E poi penso anche a quello che, invece, sì ho fatto e con una certa professionalità (almeno credo e spero) come, per porre qualche esempio, le centinaia di ore di lezione, impartite con serietà e con tutta la passione che ho potuto; i due libri che ho tradotto (con tutte le difficoltà del tradurre libri scritti in un'altra lingua e, per di più, in una lingua di 4 secoli fa, che nessuno più parla o conosce a fondo); il saggio di critica letteraria che ho pubblicato (su un tema tanto affascinante quanto angosciante e inquietante come è quello del tempo, che non finisce mai e che turba la mente di qualsiasi essere umano perché vi siamo immersi, anche quando non ce ne accorgiamo...); i vari articoli che ho scritto su varie opere letterarie di varie epoche e di autori a volte diversissimi tra loro; i viaggi per studio e per lavoro, che ho affrontato sempre con spirito ulissiaco ("fatti non foste per viver come bruti"); i sorrisi che sono riuscito a strappare alle persone amiche e cui voglio bene e che mi vogliono bene (o mi hanno dimostrato – nel tempo – di volermene), con quanta costanza e passione mi sono impegnato, a volte, a far stare bene e serena e contenta la persona che avevo di fronte, spesso donne, perché ho più amiche donne che amici maschi e adoro le donne e credo nell'amicizia uomo-donna e ho un debole per loro e loro lo sanno e a volte se ne approfittano, mi chiamano per sfogarsi o per confrontarsi o per chiedere consiglio: "Ma tu al posto mio cosa faresti? Ma non ti sembra che è strano che non mi richiami? E se lo richiamo io, pensa che sono una facile? Ma come ti sembro con questa gonna? Ma perché non andiamo a ballare in discoteca insieme, io e te, uno di questi fine settimana?".

Insomma, di cose ne ho fatte, così tante che mi sembra di aver vissuto già almeno 2 o 3 vite diverse. E invece il calendario è implacabile e dice che ne ho vissuta una soltanto, questa qui, che oggi arriva a totalizzare 36 anni... Pochi o molti, sono comunque 36, non c'è niente da aggiungere o da nascondere, anzi, io da oggi comincerò a dire che ne ho 37, di anni...


E smetto di guardarmi indietro. Penso al presente e lo affronto con lo stesso entusiasmo di prima. "Solo le persone noiose si annoiano", dicono qui in Spagna, e io a questo detto ci credo, e credo proprio che – nemmeno a 36 anni – arriverò ad annoiarmi, tante le cose ancora da scoprire, tante quelle ancora da vivere...

domingo, septiembre 01, 2013

Da più di un mese (che non aggiorno questo blog)




Ebbene sì, facendo due conti, si capisce subito che è da più di un mese che non aggiorno più questo blog (o diario di bordo).

E quante cose mi sono capitate da quel 17 Luglio (data dell'ultimo post)?

Ma quante?

Provo a farne un elenco:

a) per la prima volta, sono stato a Madrid soltanto una settimana (per studiare in Biblioteca Nacional e rivedere i miei cari amici e colleghi spagnoli);

b) per la prima volta, ho abitato per una settimana a Madrid in una mansarda o attico che dà direttamente su Calle Mayor (per chi è stato in vacanza a Madrid, dire "Calle Mayor" è come dire il centro storico della città, a due passi dalla Catedral de la Almudena e a due dalla Plaza Mayor – e a uno dall'Istituto Italiano di Cultura). Che casa! Che mansarda! Che attico! Con vista spettacolare sulle chiese (ma quante chiese ci sono in quella zona della capitale?) che con i loro campanili che mi hanno svegliato delicatamente ogni matttina intorno alle 8 e poi alle 9 e infine alle 10 (quando, “sacando de tripas corazón”, fuoriuscivo dal letto per andare a lavorare);

  1. per la prima volta ho trascorso il resto delle mie vacanze in una zona costiera di mare: ah, la costa murciana! Ah, che paesaggi naturali, che spettacolari tramonti ho goduto nel Sud del Sud della Spagna, in compagnia della mia compagna d'avventure (siamo anche andati alla ricerca della spiaggia nudista, ma alla fine abbiamo sbagliato direzione e ci siamo ritrovati in una spiaggia piena zeppa di famigliole con bambini neonati, sarà per la prossima volta, peccato...);

d) per la prima sono salito su una barca per una gita in barca: che emozione, la brezza sul volto, vedere le onde e la loro scia dietro di noi, provare a distinguere poppa da prua e prua da poppa... che bello e, a tratti, che nausea, ci sono stati momenti in cui ho pensato: “Ora vomito anche i polmoni”, il capitano mi aveva avvisato: “Guarda che se non sei abituato qui potresti avere la nausea”. E io che mi rintano in cuccetta e lui, sorridente: “Guarda che là dentro la nausea aumenta! Esci fuori, prendi aria!”.

e) per la prima volta sono finito in un ospedale: che esperienza allucinante! Febbre a 39 e vomiti, ho pensato: “Adesso muoio”, e invece, grazie anche alla prontezza d'animo della mia compagna di sventure, mi sono salvato, mi hanno portato al Pronto Soccorso il Sabato all'una di notte e sono rimasto in ospedale per ben... 10 giorni, incredibile a dirsi, ho trascorso 10 giorni dei miei quasi 2 mesi di vacanze in un ospedale, nel pigiama del paziente, mangiando ciò che si mangia normalmente in un ospedale pubblico spagnolo e, quindi, tanto e tutto buono e di buona qualità, mai mangiato tanto pesce fresco, mai tanta varietà di verdure (mancava quasi sempre l'olio e il sale, quello sì, ma che bontà, rispetto ai cibi che ho visto portare a mia nonna quando è rimasta una settimana in un ospedale abruzzese!).

E insomma, sono successe tante di quelle cose che non ho avuto il tempo per descrivermele o metterle per iscritto (un diario serve anche a questo: a fare ordine e chiarezza nei fatti della vita, lì dove regna quasi sempre il disordine e il caos).

E insomma, alla fine mi ritrovo qua, ad aggiornare questo blog, più vecchio di un mese e qualche giorno rispetto all'ultima volta che vi ho lasciato scritto qualcosa, più esperto della vita, forse, e più voglioso di lottare (per la vita), consapevole del fatto che mi sono tanto divertito, ho visto posti tanto belli e me la sono vista davvero brutta (ma ora sono salvo, cazzo, sono sano e salvo, e con in più accanto una persona che mi ha fatto capire che mi ama tantissimo e che io contraccambio perché, è inevitabile, mi basta guardarla e mi vien subito voglia di baciarla, di abbracciarla e di ridere (il mio "personaggio preferito", come le dico, a volte, per prenderla in giro)...


P.S.: lettura del mese, La Storia di Elsa Morante, un capolavoro. Se ne riparlerà più a fondo nel prossimo post. Spero.

 Un incubo (letterario) La fortuna (o il caso o  il destino o chiunque si trovi a gestire le nostre vite terrene) ha voluto che, un paio di ...