miércoles, mayo 26, 2021

Suicidio 


Dopo un lauto pranzo a base di pizza e mozzarella di bufala in compagnia della mia compagna d'avventure, di un giornalista e di un avvocato, mia madre m'informa di una notizia sconvolgente: il fratello di un mio amico dei tempi delle scuole medie si è suicidato questa mattina, dopo aver accompagnato i figli (di 10 e 12 anni) e dopo aver fatto la spesa e averla riposta nel frigorifero e negli scomparti della credenza.

Non ha lasciato bigliettini né messaggi di addio di sorta. È andato in giardino e si è impiccato all'albero più grande della sua bella casa di montagna, nella città in cui sono nato e vissuto fino ai 18 anni d'età.

Ricordo che l'ultima volta che ci siamo visti sarà stato verso l'estate del 1992 o 1993. Eravamo entrambi dei ragazzini. Adolescenti senza pensieri o coi pensieri tipici di quella tappa esistenziale... Lui andava spesso in bici, mentre io e suo fratello minore giocavamo a calcio, in un prato molto grande e non so se molto simile a quello in cui ha deciso di togliersi la vita proprio questa mattina...

Ed è incredibile come una notizia apparentemente lontanissima da me e dalla mia vita in Spagna riesca a sconvolgermi e a togliermi il fiato. È incredibile che si sia tolto la vita un uomo di 2 anni più di me, sposato, con una moglie maestra all'asilo, lui impiegato in una delle aziende più grandi della zona, due figli di 10 e 12 anni che da stamattina sono diventati, improvvisamente, inesorabilmente orfani...e sua moglie (che non conosco né saprei riconoscere anche se ce l'avessi di fronte) è diventata vedova, senza volerlo, senza poterlo minimamente immaginare pochi secondi prima di ricevere la notizia (e chi l'avrà scoperto in giardino impiccato dall'albero più alto e grande? Sarà stata proprio lei? Saranno stati i figli? Spero proprio di no. Prego affinché sia stato un altro il testimone oculare condannato a scoprire il suicidio).

E le domande sono sempre le stesse: ma perché l'ha fatto? Come ci si può togliere la vita con una vita come la sua? Che problema aveva? Possibile che fosse depresso? Ma perché non ha lasciato scritto nulla?

Domande assurde e senza senso. Perché nessuno di noi potrà mai sapere davvero il motivo che spinge un essere umano a togliersi la vita. A sparire per sempre dalla faccia della terra. A smettere di respirare.


martes, mayo 18, 2021

Franco Battiato 


Sono gli amici e colleghi spagnoli ad informarmi: "È morto Franco Battiato". E la mente corre immediatamente al 1998, a quando, a 21 anni, comprai la cassetta del suo disco di quell'anno, Gommalacca, un'opera piena di suoni strani, di musica elettronica accompagnata dalla voce di Maria Callas, di canzoncine apparentemente allegre e di pezzi dalla malinconia struggente.

Ascolto su YouTube uno dei pezzi che più m'impressionarono, all'epoca, Quello che fu:

Ah! Questo passato
Dove il mio rifugio presso di te
Fu quello che fu,
Dove la polvere più pura sulla tua soglia,
Fu quella che fu.

Sembra di stare ascoltando T. S. Eliot, quello dei Four Quartets. E poi va avanti:

Duri come pietre
Come due amici eravamo insieme.
Preso del tuo cuore
Ho detto che il nostro legame
Fu quello che fu.
Irragionevole,
Non ci poteva niente,
Non potevo immaginarmi senza.
La follia
Fu quella che fu...

E ricordo che quando imparavo a memoria questi versi mi veniva subito in mente la mia ex, una delle storie d'amore più travolgenti e più cinematografiche che abbia mai vissuto (finora), una storia da film alla Pedro Almodóvar.

E poi la canzone continua ed è come se chi canta si spostasse nell'interspazio o nello spazio intergalattico:

L'impero delle parole
La distinzione tra bene e male
La ripida discesa dal cielo alla terra
Disperata
Verso l'incarcerazione
Fu quello che fu
La circumnavigazione
I nomi che si diedero alle cose
La gioia e il dolore dell'esistere
L'enigma del consenso
Le emozionali imprese della specie
Fu quello che fu,
Tutto fu quello che fu.

È come se Battiato (e Sgalambro?) stesse riassumendo la Storia dell'Universo in questi pochi versi, dotati di una poeticità, di una densità metaforica potentissima ("l'enigma del consenso": cosa vorrà dire? A quale consenso si starà qui riferendo Battiato?).

E poi sembra di leggere Nietzsche, in particolare quello di Così parlò Zarathustra (o anche il Sant'Agostino delle Confessioni):

Tutto fu quello che fu.
Quel che deve ancora avvenire
Il sorgere della città di Dio
L'emblema che ci fa forti e sicuri
Oppure pazzi e disperati.
Ti gridavo: sono disperso,
Disperso,
Disperso.

Disperso. Ecco. È così che mi sento ora, rileggendo questo testo, scrivendone in questo diario virtuale e riascoltando la canzone dal computer. Come se Franco Battiato cantasse queste parole proprio per me. Come se me le dicesse per la prima volta. Anche se da una distanza incalcolabile, da un mondo estraneo e lontanissimo da me, da una dimensione che non si può definire con il linguaggio verbale.

È il 18 maggio del 2021: Franco Battiato è morto. E forse non sono il solo a sentirsi "disperso", come dice chi canta in Quello che fu...

jueves, mayo 06, 2021

 Sul giornale



E così, il 1 maggio, quando in Italia i giornali non escono prorio, per la prima volta in vita mia, vedo un mio articolo pubblicato su un quotidiano locale, uno di quei giornali "storici" che sono anche tra i più letti nella regione del Sud del Sud della Spagna in cui mi trovo a vivere...(il primo numero uscì nel 1903...sì che è "storico", il quotidiano in questione).

Fa davvero effetto vedere le proprie parole trasformate in colonne infilate all'interno delle prime 2 pagine del supplemento culturale che esce ogni sabato insieme al giornale suddetto. Fa effetto e fa emozionare vedere le illustrazioni coloratissime e/o in bianco e nero che accompagnano il suddetto articolo.

Il giornalista che mi ha proposto di partecipare mi ha lasciato carta bianca: "Scrivi su ciò che vuoi; su ciò che ti appassiona". E così, il primo mio articolo che porta il mio nome e che appare in un quotidiano letto da tutti i lettori della regione ancora affezionati alla carta stampata, verte su Don Quijote e il cinema (su come il famoso "hidalgo" impazzito a furia di leggere romanzi cavallereschi è finito sul grande schermo sin dalle origini della settima arte, sin dai primi esperimenti visivi fatti dai primissimi registi della Storia del Cinema).

La cosa più assurda è che ho iniziato a ricevere i complimenti via Facebook da parte di sconosciuti, di gente mai vista prima, di lettori che, magari poche ore prima, non sapevano nulla nemmeno della mia esistenza (figuriamoci del nome, o del cognome, o della mia passione per la letteratura spagnola - e chissà quanti si saranno sorpresi a leggere di Cervantes e di Don Quijote nella loro lingua, ma in un pezzo scritto da un italiano...).

E la cosa più bella è stata ricevere anche i complimenti di quegli scrittori e colleghi e professori che, invece, sì che mi conoscono o con cui ho avuto modo di parlare di letteratura o di libri o di letture davanti a una birra, magari seduti in qualche terrazza di qualche bar o caffetteria del centro. 

Incredibile l'affetto che uno può condividire con gente che appartiene ad un'altra cultura, ad un'altra nazione, ad un altro mondo, quando di mezzo ci sono i libri...e, appunto, la cultura, in generale (la cultura ci salva, o può davvero aiutarci ad essere più vicini e più umani).

L'articolo è andato talmente bene che l'amico giornalista mi ha subito fatto notare che è tra i "trending top" (o "topic"?) del momento e che se voglio, in futuro, potrò continuare a scrivere nella pagina culturale. 

La notizia mi ha commesso e sorpreso allo stesso tempo: per ora preferisco di no; ma chissà che in futuro non mi vengano nuove idee. È comunque difficile scrivere in così poco spazio (un giornale obbliga necessariamente alla sintesi) e per un pubblico così "fluido" e "anonimo" per chi si azzarda a rendere, appunto, pubblici i propri pensieri o le proprie riflessioni personali.

È comunque una bella avventura. Ed è stato bello iniziarla in compagnia di quel folle "hidalgo" del Cavaliere dalla Triste Figura e del suo fedele scudiero Sancho Panza.

Letture pasquali Provo a leggere, in queste vacanze pasquali, tra una corsa in bicicletta in alta montagna e le mangiate assurde previste da...