domingo, julio 14, 2019

Impegni e priorità

Dunque, quest'anno avrei dovuto viaggiare di nuovo in Inghilterra e tornare sul "luogo del delitto", ovvero, l'Università di Oxford, che ho adorato e amato e ammirato l'anno scorso proprio di questi tempi, ovvero, verso la fine del mese di Giugno...

La nascita della mia prole mi ha obbligato a dare priorità alle cose e agli impegni estivi; quando uno diventa padre impara subito a capire cosa è prioritario e cosa secondario; una conferenza da dare nell'ambito di un congresso oxfordiano è secondaria rispetto alla nascita della propria prole; così la redazione di un articolo (non c'è articolo scientifico al mondo che non possa aspettare, quando tuo figlio ti chiede di mangiare o non è ancora in grado di mangiare da solo e con le proprie mani e dipende totalmente da te e dal biberon che tu gli offri in pasto).

E così pure il viaggio a Napoli: ho dovuto rimandarlo a Febbraio 2020, se tutto va bene e non sorgono imprevisti (e anche solo scriverlo "2020", mi fa un certo effetto, sembra davvero fantascienza...).

E così pure la traduzione di un libro di racconti dallo spagnolo all'italiano: sono mesi che rincorro l'autore e gli eventuali editori italiani interessati alla mia proposta, ma ora che sono diventato padre "partorire" questo libro, "dare alla luce" questi racconti nella lingua di Dante non è più prioritario come lo era mesi fa. E forse è un bene, forse è anche meglio così: anche un libro tradotto può aspettare, le traduzioni sono operazioni di lunga durata, operazioni complesse che richiedono la massima concentrazione e io ora questa concentrazione massima non ce l'ho più, perché la prole ti obbliga a seguire degli orari assurdi e l'insonnia diventa quotidianità e il ritmo di quando uno pranza e quando uno cena possono subire ritardi non previsti nell'arco di pochi minuti...

Prima mangiano i figli, poi i genitori. Non l'avrei mai pensato, prima di essere diventato tale...

E insomma, vivo questa nuova condizione di padre e genitore come se fossi in un limbo, dove tutto assume un significato relativo, dove la paura svanisce (non si può essere genitori avendo paura), dove si scopre una forza (fisica e d'animo) che non si sospettava d'avere.

E intanto, nei pochissimi ritagli di tempo che ho per stare solo e lontano da loro, dai figli e dalla compagna d'avventure, ecco che invento racconti che poi scriverò (chissà quando e chissà come, ma so che li scriverò); ecco che m'invento un futuro ancora tutto da scrivere, anche in loro compagnia...

E leggo saggi difficili, ma affascinanti, come L'inchiostro della malinconia di Jean Starobinski (Torino, Einaudi, 2014), o Ascoltare il passato con gli occhi, di Roger Chartier (Roma-Bari, Laterza, 2009), anche se a volte non capisco le frasi appena lette e devo tornare a rileggere, anche se a volte mi addormento sui libri e contemplo lo sguardo assonnato di chi mi ha reso padre...

 Il pane perduto di Edith Bruck Pubblicato nel 2021, questo libro potrebbe assumere un valore etico ancora più dirompente se ne immaginassi...