jueves, marzo 03, 2016


Echi di Eco (e di Sebald)




E insomma, è il 3 Marzo del 2016 e dopo 10 anni mi accorgo del fatto che il protagonista de La misteriosa fiamma della Regina Loana (Milano, Bompiani, 2004) si chiama Yambo Bodoni come omaggio: a) all’illustratore e scrittore per ragazzi Enrico Novelli (in arte, appunto, “Yambo”); b) al carattere omonimo del programma di scrittura Word.

Echi di Eco. Quanto ci mancherai, Umberto E.?

Dico 10 anni perché proprio 10 anni fa gli dedicai un articolo al succitato romanzo di Eco (per me, uno dei suoi migliori marchingegni narrativi, insieme a Baudolino, e uno dei suoi libri più allegri e autobiografici e colorati), in occasione di un congresso di Letteratura Comparata (e di fatto, accostavo Eco a W. G. Sebald per l’uso delle immagini – o di vari e variegati “documenti visivi” – all’interno della trama romanzesca e del corpo del testo – con esiti, a dire il vero, tutt’altro che simili, anzi…quasi simmetricamente contrapposti: il protagonista di Eco cerca di ricordare il passato a partire dalle immagini (di libri, giornali, pubblicità d’epoca); i narratori di Sebald, invece, introducono le immagini per dare maggiore effet du réel a quanto vanno raccontando, storie che sembrano del tutto irreali, o inverosimili, e di fatto, stranamente, le foto (anche di persone realmente esistite) non fanno altro che aumentare i dubbi del lettore, che non sa che pesci prendere, a cosa appigliarsi, nonostante la profusione dei documenti visivi del narratore, un caos).

E chissà, forse fra 10 anni scoprirò qualche altro dettaglio interessante che mi era sfuggito leggendo Vertigini o Gli anelli di Saturno (i due capolavori, per me, di Sebald).

Intanto, mi godo il momento della scoperta (quella frazione di secondo in cui senti che c’è un filo comune tra le cose che hai letto e che leggi, che si scova un significato nascosto dietro le parole, che quelle parole aprono la porta verso interpretazioni cui non avevi prestato attenzione all’inizio, a una prima lettura, che ogni lettura è nuova e può apportare nuova luce al senso di ciò che hai letto, anche se – come giustamente ci ricorda Eco – c’è un limite alle interpretazioni, a tutto c’è un limite, non ci si può abbandonare alla semiosi infinita).


Echi di un grande Eco (quello in foto, invece, è "Yambo").

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