viernes, febrero 17, 2017

118 (oggi); 317 (ieri); 1025 (nell'ultimo mese)


Non sto dando i numeri; o meglio, sì, li sto dando: 118 sono le visualizzazioni del blog a tutt'oggi; 317, quelle relative alla giornata di ieri; 1025, invece, quelle avvenute nell'ultimo mese.

E mi domando che faccia abbiano questi lettori "misteriosi" del mio "diario di bordo" virtuale; e mi chiedo anche perché mai siano aumentati (paradossalmente, ma anche esponenzialmente) sopratutto a partire dal momento in cui ho smesso di scrivere in modo assiduo (quando qualcuno mi chiede: "Scrivi?", io rispondo: "A volte, nei momenti di ozio"; quando qualchedun'altro mi domanda: "Ma allora ti consideri uno scrittore?", io rispondo: "Nemmeno per idea: scrittore è colui che scrive perché non potrebbe vivere senza, e io invece posso stare anche mesi interi senza scrivere una parola", che poi non è la verità, perché sia che si tratti di "scrittura creativa", sia che si tratti di "scrittura scientifica" (o "accademica") io passo la mia vita a scrivere (e però, ovviamente, un conto è scrivere in modo creativo e per divertimento - giochiamo a ricreare il mondo con le parole - e un altro, ben diverso, è scrivere per "pubblicare" i "risultati" delle proprie "ricerche" - e ogni tanto qualche collega di altri rami della Scienza mi domanda: "Ma su cosa diavolo fate ricerca voi letterati?", vaglielo a spiegare! Vaglielo!).

E insomma (I): sono (siete) davvero tanti (o così mi pare). E qualcuno protesta perché non ho mai messo il mio nome reale (quello vero) e continuo a firmarmi come "Rendl" (c'è pure chi mi offre la fonte di questa citazione, ma, a tutt'oggi, nessuno è ancora riuscito a capire davvero da dove cazzo ho tratto questo assurdo "nick-name")...

E insomma (II): il fatto che questo diario virtuale venga letto da molte persone dovrebbe spingermi a prestare più attenzione (a ciò che scrivo e abbandono all'immensa rete globale) o a scrivere in modo più costante. Ma a me sinceramente non va: preferisco scrivere in modo lento (ci sono scrittori che adorano la lentezza, ci impiegano anni e anni e anni prima di arrivare a considerare come "terminato" un loro romanzo o anche un racconto). E così ecco spiegato il perché, negli ultimi anni, preferisco scrivere (e "pubblicare", verbo curioso se lo applichiamo a un "blog") solo una volta al mese o, a volte, anche meno (avrò lasciato di sicuro qualche mese "orfano" di post).

E insomma (III): il fatto che siate molti di più di quelle 2 o 3 lettrici che so che ancora mi leggono (e mi sopportano, da ormai lunga data) non mi ha cambiato di molto, non ha ancora modificato le mie abitudini. Ecco, questo "blog" per me è un po' come un rituale, una sana abitudine, un modo per continuare a scrivere (e anche a leggere) nonostante tutto, nonostante la rapidità e nonostante l'enormità del numero di "blog" cui è possibile accedere da internet immettendo una qualsiasi (davvero "qualsiasi") parola di ricerca...

P.S.: moltissimi lettori provengono dalla Russia. E io mi chiedo quanti italiani ci siano in Russia (o quanti russi studino e parlino e capiscano l'italiano, stando in Russia) da finire col leggere un "diario di bordo" come il mio... Un luogo pieno zeppo di recensioni o pseudo-tali di film e libri; un posto pieno dei dubbi del sottoscritto (falso) Rendl; uno spazio in cui - chissà come e chissà perché - si sono ritrovate (in silenzio e per puro caso) più di mille persone provenienti da tutto il mondo (con una netta e inspiegabile maggioranza di abitanti della Russia).

P.S.2: andiamo avanti...

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