domingo, septiembre 16, 2018

Le colonne sonore dei film di Sorrentino


Sono a Madrid; è il 16 Settembre, una Domenica bellissima, solare, calda, di quel caldo afoso e secco che solo nella Capitale di Spagna ti può capitare di patire un 16 di Settembre...

Domani dovrò vigilare gli esami in una sede piuttosto lontana dal centro storico; esami speciali per alunni "particolari", diciamo così... 

E mentre attendo di adempiere il mio dovere e di andare a cenare con Vero (l'amica di una vita, una donna che fa parte stabile della mia vita, una ragazza senza la cui presenza qui nella capitale Madrid non sarebbe più Madrid), ascolto le canzoni che fanno parte della colonna sonora di The Young Pope, la serie (geniale) di Paolo Sorrentino...

Ecco: ascoltandola, mi viene in mente che qualcuno dovrebbe scriverci una tesina, una tesi, se non addirittura una tesi dottorale, su come Sorrentino gioca con la musica (da quella classica a quella elettronica, passando, come sempre, per quella popolare tipica italica).

The Young Pope è una serie strana, stramba, a tratti anche inquietante, in cui Sorrentino ci fa entrare nel dietro le quinte del Vaticano e ci narra le vicissitudini e i dubbi atroci di un Papa giovane (interpretato ottimamente da Jude Law) che non crede più in Dio o che, almeno, a tratti, sembra non credervi, ci litiga, ci si accapiglia, lo rimprovera, anche se poi torna sempre a pregarlo, speranzoso che accolga le sue preghiere e i suoi desiderata...

La sigla d'inizio, in tal senso, contiene ed esprime al meglio (ed in sintesi) quasi tutto ciò che c'è da sapere della serie: il Papa Giovane-Jude Law cammina spavaldo accanto ai quadri famosi della Storia dell'Arte Cristiana al ritmo di una canzone dei Devlin che s'intitola "Watchtower" (e che, forse, è una versione modernizzata di un pezzo di Jimi Hendrix - da studiare), mentre una stella cometa brillante di fuoco lo accompagna a sua volta attraversando letteralmente le tele dei vari quadri fino a convertirsi in un meteorite che si scaglia violentemente contro la statua dell'altro Papa, quello Buono, Papa Giovanni Paolo II...non prima che il Papa, questa volta quello Cattivo, per così dire, guardi dritto in camera e ci mandi un sorrisetto beffardo e una strizzatina d'occhi...

Ecco: mentre sono a Madrid e sono le 21:00 e so già che non andremo a cenare prima delle 22:00 e che non andrò a letto prima delle 1:00 e che non prenderò sonno prima delle 2:00 (sebbene domattina debba svegliarmi all'alba e trovarmi nella sede lontana dal centro entro le ore 9:00), ecco, mentre faccio tutti questi calcoli mentali, penso che Sorrentino è davvero bravo a fare il dee-jay e che qualcuno dovrebbe davvero studiarlo il modo in cui usa la colonna sonora (intanto, è partito un altro pezzo fondamentale all'interno della serie, "Levo", s'intitola, Recondite, il nome dell'artista che l'ha creato, un pezzo che ipnotizza, che cattura subito l'attenzione, che fa innervosire, che fa capire come si possa sentire un Papa che ha dubbi circa il suo mandato e l'esistenza di Dio e l'umanità dell'essere umano)...

Per non parlare, poi, della puntata in cui il Papa Giovane si riunisce con la rappresentante della Groenlandia e lei gli offre in dono...un lp di Nada, perché si è innamorata della canzone che s'intitola "Senza un perché" e la scena in cui la massima carica dello Stato della Groenlandia si mette a ballare all'interno dello studio papale non ha eguali, canta e si dimena e il Papa Giovane la guarda esterrefatto e ammaliato, Nada, una che proprio non ti aspetti e che sembra cantare una canzone degli anni 60, non una del XXI sec.: "Lei non parla mai, lei non dice mai niente, non è poi così strano se chiede perdono e non ha fatto niente"..."Non c'è niente di meglio che stare in silenzio e pensare al meglio, a un'estate leggera che qui ancora, ancora non c'è"...

Per non parlare, poi, della colonna sonora de Le conseguenze dell'amore, o del Divo, o di This Must Be The Place, o di Youth, o di Loro (1 e 2)...

Ecco, ora è partita "Halo" di Lotte Kestner... e qui ci può scappare la lacrimuccia, maledizione, Paolo Sorrentino, come ci azzecchi sempre, come indovini i momenti in cui quella musica si sposa perfettamente con quelle immagini e quella scena...quanta emzione circola in quella scena in cui il Papa è un bambino che contempla estasiato la mamma nuda, lui che a sette anni sarà condannato a perdere per sempre i propri genitori e a diventare, così, un orfano, uno che andrà sempre alla ricerca delle radici...

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