domingo, septiembre 01, 2024

 1 di Settembre 



Come ogni anno, quando si tratta di tornare a lavoro (di riprendere contatto con l'Università in cui lavoro e, quindi, con i colleghi, gli studenti, i segretari, etc.), mi abbatte un'ansia che un'amica cara definirebbe come "anticipatoria". È come se il mio cervello si rifiutasse di guardare i lati positivi del ritorno alla "normalità" e alla "routine" e si concentrasse solo sui lati negativi: l'impossibilità di leggere solo per piacere; quella di andare in giro in bicicletta per monti e montagne per più di 3 ore di seguito e senza nessuno attorno, solo tanta Natura, solo tanto verde e aria buona; quella di andare a fare un bagno al mare, per poi poter andare a pranzo o a cena in orari non certo abituali; quella - semplicemente - di perdere tempo sapendo che non è tempo perso, ma tempo guadagnato, sottratto alla concezione ultracapitalista e utilitarista del tempo così come lo concepisce la stragrande maggioranza degli altri esseri umani che fanno parte della società in cui mi muovo.

Eppure, oggi, 1 di Settembre del 2024, è stato un giorno speciale, indimenticabile, uno di quelli da segnalare con un evidenziatore giallo sull'agenda. Un incontro inaspettato. I segni dell'antica fiamma. La pelle che torna a tremare al tatto di un'altra pelle che credevamo ormai lontana... Un tramonto visto dal fiume, in compagnia di altri sportivi che corrono e sudano con la speranza di mettere un freno agli eccessi culinari dell'estate... 

Leggo Pedro Salinas, il suo poemario più famoso, che s'intitola La voz a ti debida (ovvero: La voce a te dovuta). Apro una pagina a caso e m'imbatto in un verso che spiega perfettamente il mio stato d'animo dopo questo reincontro improvviso, del tutto inaspettato, per niente programmato: "Y no quiero ya otra cosa / más que verte a ti querer", che potremmo tradurre così: "E non voglio nient'altro / che vederti amare".

La danza dei corpi. La sapienza che abbiamo ereditato senza sapere che un giorno l'avremmo imparata a memoria. I ciclisti che ci sorpassano, due vecchietti che vanno a passeggio con il cane e ci guardano incuriositi e forse inteneriti dai nostri scambi di sguardi. L'antica fiamma. Quei segni che non si possono nascondere. La bici sporca e piena di schizzi. La borraccia svuotata subito per l'arsura d'entrambi. E non voglio nient'altro che vederti amare. Così dice il poeta...in questo inizio del mese che ci doveva riportare con i piedi per terra e, invece, ci regala emozioni che fanno volare o spingono al sorriso e alla risata condivisa...


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