sábado, junio 07, 2025

 I compromessi "letterari"


Un amico regista. Ho il "privilegio" e l' "onore" di avere un amico regista. Spagnolo, ha studiato a Cinecittà (o ha fatto il tirocinio nei famosi studi italici) e da circa 30 anni gira film "d'autore" che pochi apprezzano, pochissimi hanno visto e i più considererebbe "troppo impegnati".

Quest'amico è un fan di Pasolini e di Orson Welles, di Coppola e di Hitchcock, ed è insomma ovvio che provi a fare un cinema che vada al di là degli schemi e della narratività cinematografica che va per la maggiore nel Mondo.

Non solo: il mio amico regista è anche scrittore, nel senso che ha scritto anche racconti e romanzi, oltre alle sceneggiature dei suoi film misconosciuti. E l'altro giorno ha avuto la gentilezza di propormi la lettura del suo primo romanzo, a cui lavora (appunto) da 30 anni e che non ha ancora trovato un editore che lo pubblichi o si degni almeno di leggerlo. Ho accettato per l'amicizia e il rispetto che ci unisce, ma anche con un certo senso d'angoscia. E se il romanzo è un flop? Se è illeggibile? Se è indigesto? 

In mezzo a esami, tesi e tesine, mentre porto a termine un corso sul Quijote presso la Biblioteca Regionale, trovo il tempo per iniziare a leggerlo. Non è un romanzo illeggibile, ma fa acqua da più parti. In realtà, la storia-marco è una mera scusa per introdurvi ciò che conta davvero, ovvero, 6 racconti che sembrano un omaggio a Edgar Allan Poe. Ovviamente, sono molti i riferimenti alla settima arte, il finale sembra addirittura una sorta di riscrittura di Profondo Rosso (1975) del mitico Re del Terrore Dario Argento.

Come fare a dirgli che il romanzo non è propriamente un romanzo e che i racconti che contiene non sono malvagi, ma neppure dotati di un certo valore letterario? Come fare a dargli un feedback senza risultare offensivo? Come spiegare quali sono le (molte) cose che non vanno?

A volte ho sentito anch'io il desiderio di pubblicare, ma poi mi sono sempre frentato, ci ho rinunciato perché chi fa il mio mestiere e si dedica a leggere testi letterari diventa molto esigente e capisce che è difficile raggiungere le vette di tutti quei geni che ci hanno preceduto. 

L'amico regista ora è a Roma (un altro dei molti spagnoli che si trova a Roma in questo periodo) e mi manda una foto molto bella e in bianco e nero da Cinecittà, lì da dove partì tutta la sua carriera e la sua passione cinefila. "Goditi Roma!", gli rispondo, con un pizzico d'invidia e senza sapere cosa dirgli quando tornerà qui e mi chiederà conto della lettura del suo romanzo inedito...

 I compromessi "letterari" Un amico regista. Ho il "privilegio" e l' "onore" di avere un amico regista. Sp...