miércoles, septiembre 06, 2006

Ho appuntato i loro nomi (le loro email o i numeri di cellulare) su tovaglioli di bar, pezzi di carta strappati dall'agenda, diario, risvolti di copertina, su una pagina di El Pais, su un qualsiasi dépliant pubblicitario. Sono stati compagni di disavventure e di nottate passate a scambiarsi opinioni, ricordi, impressioni e pareri per tre lunghi mesi (fuggiti come un attimo, ma si sa: "Hora ruit", il tempo fugge e i minuti scivolano nei secondi e i secondi si corrompono, corrodendo le ore e i giorni).
Pablo, che scrive poesi e apparirà nella pagina dei "ringraziamenti"; Rosy, che oltre ad avere un blog cui ho già fatto pubblicità in queste mie "carte sparse" (e a cui continuerò a farne in futuro e a voce) è una bella persona, come non se ne trovano quasi più in giro; Seby, che quando ha in mano una birra non può stare fermo finchè non la finisce - e che mi ha regalato molte risate all'uscita dalla discoteca di turno o sul cammino del ritorno a casa; Merce, che con la mania della pulizia non sembra nemmeno spagnola, la mia personale professoressa di parolacce, una miniera e un vulcano, più "manchega" di Don Quijote; Ambar, che prima o poi finirà col fare la vice-direttrice di chissà quale quotidiano nazionale, sempre di corsa, sempre sorridente e disposta a rincuorarti nei momenti dello sconforto o della depressione più nera; Emiliano, col suo accento romano (e fa pure rima); Daniel, che viene da Zurigo e conosce il francese, l'inglese, il tedesco, ovviamente lo svizzero, intuisce lo spagnolo e capisce anche l'italiano: "Scusa, como se dice...?"; Vero, che viene da Buenos Aires e che quando arrivo nella capitale è sempre pronta (ad accogliermi, abbracciarmi e a ridere alle mie battute che non fanno ridere nessuno o solo pochi eletti - ho fans selezionatissimi lì fuori) e che, con il nuovo taglio, guadagna in bellezza e grinta (sembra ancora più combattiva e intraprendente: come Ambar così Vero: due che non indietreggiano davanti agli ostacoli e non hanno paura, rassicura sapere di poter contare su persone come loro); Dadda, che è un fratello, oltre che un amico, e che sa stare al gioco (con la vista lunga, un occhio critico dietro uno sguardo bonario, ma almeno, cavolo, potevi lasciarmi il cellulare a casa, invece di lasciarlo in ostaggio a quelli dell'edicola per una tua svista comprensibile, ma ripetuta: per poco non ci lasciamo la testa, a Barajas); Antonio Escudo, prof. e autodidatta, emissario ed esperto di Giudaismo, sempre pronto a regalarti una fotocopia di un suo racconto o quella di un articolo da un giornale sefardita o una citazione da Mosé o da Seneca o da Ovidio, in originale, latino o greco, of course; Sele, l'esperta medievalista, ne sa più lei, di Cecco Angiolieri, che Cecco Angiolieri stesso, con la chioma leonina e la camminata sbarazzina, danza sul bordo (dell'abisso) ma, oltre a non cadere mai, trova sempre il tempo per lo spasso più pazzo e la cucina buona (non solo toscana); Brian, che sta scrivendo una tesi su Thomas Bernhard e che, quando mi ha avvistato in Biblioteca, ha esclamato: "It's incredible, I was writing an email to you and Sele, to see if you were here too!"; Emanuela, che tra poco insegnerà alle superiori e che balla come mai avrei immaginato (cattolica di vecchio stampo, quante discussioni abbiamo avuto parlando di Dio, Demoni e Opus Dei); Rocchina, che ama più la Spagna dell'Italia, basta vedere come le brillano gli occhi se pronunci nomi come Madrid, o Sevilla, o Granada, o Salamanca; Jana, che è asturiana e nazionalista, il latte asturiano è il migliore, Alonso "is the best", la sidra è il top... Nomi, che appartengono a volti che ricordo con nitidezza e che amo ricordare con la speranza di non dimenticarli in futuro; sei quello che mangi (sei la lingua che abiti?), ma anche, credo, la gente che frequenti, gli amici che hai, quelli che incontri (per caso?) e con cui hai condiviso (e condividerai) qualcosa, in questo frammento assurdo che è la vita...

1 comentario:

  1. Desde luego, la vida es absurda. Pero sólo si intentas sacarle un sentido. Tiene sentido lo que sucede en las películas fuera de ellas? Yo creo que no. Tan sólo hay que tratar de ponerse lo más cómodo posible y comer palomitas.

    Me encanta verme en "ringraziamenti" :-)

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