jueves, febrero 01, 2007

In un periodo in cui regna il caos, l'anarchia, gli orari sballati e un'incertezza assoluta; in un periodo in cui, come disse Vattimo a Serena Dandini in uno dei pochi programmi guardabili della tv italiana degli ultimi vent'anni (Parla con lei, spostato fortunatamente in prima serata, alle 21 circa, il Giovedì, su Rai3) mi sento "apocalitticamente ottimista", sto cercando di trovare il tempo per portare avanti e (eventualmente) chiudere un nuovo racconto sul tradimento (tema a me caro, che più che tema è un'ossessione, come dice Alyssa, ormai stanca di "leggermi", tant'è vero che, almeno è quanto credo, ha smesso pure di leggere questo blog, tanto, dice, racconto sempre le solite cose - e non la biasimo, ma così facendo, con il suo "rifiuto", mi rende orfano di quelle due o tre "uniche" lettrici che ancora mi sopportano, aggiugendo ogni tanto magari anche qualche commento carino).
Il racconto in questione s'intitola (s'intitolerà, o forse, potrebbe intitolarsi) "Nicotina" e parla, giustamente, di gente che fuma (per vizio, per nervosismo, per abitudine, nel racconto cerco di farci rientrare tutti questi casi, per coprire la casuistica - o la casistica, come si dice in italiano - o almeno credo). Il protagonista è Andrea, parla in prima persona e racconta una mattinata in cui Franco, il suo coinquilino e compagno di sventure, si sveglia con la luna storta perché Gloria, una quarantenne avvenente e sposata, lo mette davanti al fatto compiuto: possono pure scopare, ma lei non lascerà mai il marito, ciccione e ricco.
Il punto.
Il punto è che Franco rompe le palle ad Andrea proprio mentre questi è impegnato a lasciare Mirella, la sua fidanzata, per email (metodo quant'altri mai antipatico, scorbutico e triste - anche per lasciare un cane; non ci si lascia per email, e io, personalmente, rimango sbigottito quando sento di amiche che sono state "scaricate" via sms, my god!). Andrea vuole arrivarci, al punto, chiarirsi le idee, ma Franco fuma e fa avanti e indietro, non riesce proprio a concentrarsi finché... arriva Mirella. E Franco la lascia entrare. E Andrea non fa in tempo a spegnere il pc portatile (con la batteria scarica) che Mirella legge l'email appena iniziata e che il suo "fidanzato" non terminerà mai più perché, giustamente, Mirella capisce l'andazzo e non vuol sentire ragione, gli molla un ceffone e affanculo, brutto codardo.
La trama si complica. Perché a questo punto i due "sentimentali" cercano di distrarsi ricorrendo all'azione. Franco spinge Andrea ad accompagnarlo fin sotto casa di Gloria, che vive ai Parioli, zona in della capitale, mentre loro soffrono il freddo in un bilocale schifoso di Centocelle, zona periferica e un po' così. E' notte e Franco indica ad Andrea la casa di Gloria e solo allora i due scoprono (con grande rammarico e sopresa di Franco) che la quarantenne focosa è anche madre e per di più di un ragazzo costretto a stare sulla sedia a rotelle (non si capisce bene se perché disabile o vittima di un incidente - o di una malformazione genetica).
Sono arrivato a questo punto. Che forse è un punto morto. E non so come andare avanti. Mi era venuta in mente un'altra scena. Quella in cui Andrea consola Franco. I due tornano a casa. Andrea scende a comprare l'ennesimo pacchetto di Marlboro e proprio nel bar sottocasa intravede il marito ciccione di Gloria. E' in compagnia di una biondona. Si avviano verso la sua macchina per appartarsi (lontano dagli sguardi indiscreti). Ma mi sembra troppo trito. Ovvio e scontato. Andrea potrebbe spifferare tutto a Franco e questi mettere Gloria davanti al fatto compiuto. Suo marito, il ciccione, la tradisce e lei non si è accorta di niente, lei che è pure madre, oltre che moglie, e che dovrebbe stare più a casa, ad accudire quel poveraccio che sta sulla sedia a rotelle.
Insomma, una montagna di luoghi comuni da evitare, se non voglio correre il rischio di scivolare nell'ovvio. Ho anche pensato a una versione "fantascientifica", a una più stile thriller e a un'altra più sul genere slapstick o "commedia rosa". Dovrei riguardarmi un po' i film di Ernst Lubitsch. Lui sì, che se ne intendeva d'intrighi rosa... tendenti al giallo o al noir...

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