miércoles, agosto 29, 2012


Sesso anale (con le varie ed eventuali)



A Madrid capitano le cose più strane (anche se credo che questa frase possa applicarsi anche ad altre città e continuare ad essere valida anche se la si rapporta a Parigi o a Roma, a Santiago de Compostela o a Lodi, a Palermo o a Poitiers, a Waterloo o a Canterbury... e così via discorrendo). 

Correggiamoci, dai: a Madrid a me capitano le cose più strane. Come andare in Biblioteca Nacional e imbattersi in un saggio, una biografia (l'ennesima) su Proust, un bel libro antico su cui campeggia la foto (una foto rara) di Marcel da bambino (e uno si domanda, guardando quella foto: ma quant'è piccolo qui Marcel, quante cose ancora non sa - non può sapere né sospettare - del suo "io" da adulto, ancora non sa che diventerà uno scrittore e che passerà mezza vita a scrivere un libro che diventerà uno dei capisaldi - uno dei capolavori assoluti - della letteratura universale, quant'è ingenuo questo Marcel Proust, ignaro del Marcel Proust che diverrà di lì a poco...). E allora viene spontaneo far notare all'amica Selene il divario esistente tra la percezione che poteva avere di sè Marcel Proust a 13-14 anni e quella che riuscirà ad avere in età adulta. E diventa quasi automatico pensare alle proprie foto di quando si era bambini e diventa scontato pensare: "Com'ero ingenuo e sprovveduto anch'io all'età che ha Marcel Proust in quella foto su quel libro"...

E può capitare perfino di parlare di "sesso anale" con un'altra amica, spagnola, solare, allegra, una che ha un nome che mi vergogno a scrivere su questa pagina virtuale perché si dà il caso che sia anche il nome di una mia ex spagnola pure lei (una per cui ho sofferto abbastanza e in nome della quale ho sparso - a suo tempo - lacrime amare). "Sì", mi fa: "hai capito bene. Il sesso anale. Tu lo pratichi?". E a uno verrebbe voglia di ridere - come si fa tra bambini - o adolescenti - quando si parla di certi argomenti. "Beh, sì, quando capita, sì, non è proprio una cosa da tutti i giorni, non mi capita così spesso, o almeno, non tanto spesso quanto a me piacerebbe che mi capitasse". E lei, diretta: "Ok, ma ci hai mai fatto caso che cambia totalmente se ti affidi a dei lubrificanti o se, invece, e in modo molto più primitivo, ti limiti ad usare la saliva?". E uno pensa: "No, mio Dio, non ci avevo mai fatto caso: lubrificante contro saliva, due mondi, due concetti diversi dello stesso evento... Il sesso anale, che poi, a dirla tutta, è un'arte - come il sesso in sesso stretto e tout court - e va fatto sempre con arte, non si può imparare dai manuali, non c'è nessuno che te lo spiega, ci deve essere feeling e totale fiducia e abbandono tra i partner, non è una pratica così scontata, se non c'è feeling e totale fiducia e abbandono tra i partner...".

E uno si domanda anche: "Ma perché C. mi sta parlando di sesso anale? Cosa vuole dimostrare? Qual è il messaggio che vuole inviarmi?"... e mentre uno si pone di simili domande, suvvia, è normalissimo che l'occhio vada proprio lì, in basso, verso il fondo-schiena dell'interlocutrice... Non male, C., non male... Ma non capisco: "Tu sei esperta in materia?". E C., senza arrossire, senza censure: "Certo che sono esperta e in quanto esperta ti dico: meglio i lubrificanti, fai meno fatica, la donna gode di più, l'uomo entra con più facilità, ci guadagnano entrambi, lo sapevi questo tu?". 

E poi può capitare d'incontrare uno scrittore, un autore contemporaneo, che t'invita a Segovia a visitare la sua casa e a conoscere sua moglie. Un tipo strano, dagli occhi profondi e la barba bianca lunga e folta, una specie d'Omero dei nostri giorni, solo che lui non è cieco, R. M. ci vede benissimo e capisce tutto al volo, mi chiede qual è l'argomento che sto studiando in questo momento, gli spiego che si tratta dei rapporti tra Storia e Letteratura e, in particolare, del tema della Guerra Civile così come viene trattato e articolato all'interno del romanzo spagnolo dagli anni 50 fino ai giorni nostri. 

R. M. s'illumina d'immenso: "Domani ti porto il mio secondo romanzo. Parla della Guerra Civile e dei rapporti tra le vittime spagnole e le vittime dell'Olocausto; spagnoli ed ebrei come vittime di due tragedie immani, come testimoni oculari dell'orrore". E penso: "Sono fortunato, in fin dei conti, a vivere queste esperienze assurde e borderline qui a Madrid; sono fortunato a vivere a Madrid; ho una fortuna sfacciata ... anche solo a vivere, hic et nunc, finché Morte non mi separi...".

Ore 2:09 del mattino (e ancora non chiudo palpebra): arriva un messaggio sul cellulare. E' C. (quella dal culo tondo e perfetto, l'amica ossessionata dal sesso anale): "Ti va se domani mangiamo insieme a mensa?". 

Finché Morte non ci separi, C... finché avremo ancora fiato in gola, puoi starne certa...

3 comentarios:

  1. Il libro con la foto di Proust bambino è il I vol. di "Marcel Proust: biografia", di George Duncan Painter (Barcelona, Lumen, 1967 - tit. orig. "Marcel Proust: a biography" e risale al 1959)...

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  2. Tu sei troppo gentile, Si! Un abbraccio forte!

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