8
Settembre del 2017 (o anche: “che ne è della mia vita?”)
Oggi
è l'8 Settembre del 2017; oggi è il giorno del mio compleanno, il
quarantesimo, per essere precisi...
Come
mi sento? Che cosa provo a compiere 40 anni? Com'è la mia vita,
oggi? Che ne è (stato e sarà) della mia vita di neo-quarantenne?
Non
so darmi risposte di sorta. Penso alla mia compagna d'avventure (che
mi ha festeggiato omaggiandomi con un balletto sensazionale a suon di
Raffaella Carrà - “Tanti auguri”, la canzone, del 1978, se non
erro, ovvero, dell'anno dopo la mia venuta al mondo...). E mi viene
da sorridere ripensando al fatto che, quella notte, nessuno di noi
due avrebbe mai pensato che saremmo finiti qui, a questo punto, in
questo luogo...
Ripenso
alle fotocopie che mi ha regalato una collega che vive vicino a
Napoli e che mi ha fatto conoscere l'antro della Sibilla Cumana e
l'ingresso del Lago d'Averno (quello che – secondo la mitologia
pagana – consentiva l'ingresso nell'Inferno).
Fotocopie
del Prof. Giancarlo Mazzacurati sul romanzo più noto di Luigi
Pirandello, Il Fu Mattia Pascal, che dovrò presentare a un
gruppo di lettrici ultrasessantenni presso l'Università pubblica
della città levantina (nel Sud del Sud del mondo dell'Europa
occidentale) in cui vivo...
Uno
dei tanti impegni accademici, essendo l'intervista ad uno scrittore
contemporaneo l'altra mia grande sfida del mese d'Ottobre.
Intervista? Io? A uno scrittore vivo? Mai fatto prima, non so nemmeno
da dove cominciare... Eppure mi sento di accettare la scommessa,
anzi, questo ennesimo impegno accademico mi stimola e mi spinge a
fare sempre meglio il mio lavoro (lascio stare la tipica: “Quali
sono gli autori che più l'hanno influenzata?”, o quell'altra:
“Perché scrive?”, o l'altra ancora: “ Crede che la letteratura
potrà cambiare il mondo?” (ma quando mai la letteratura o l'arte
cambiano il mondo? E però, spesso, ci salvano la vita...) e continuo
a cercare domande più interessanti, sia per lui, che verrà
intervistato, che per il pubblico, che si suppone assisterà
all'evento...).
Poi
vado a fare una piccola spesa, dopo aver passato la mattinata a
mettere un po' d'ordine in camera da letto. E alla cassa, la cassiera
mi sfiora la mano, mentre m'appresto ad afferrare la bottiglia di
vino DOC di Ribera del Duero che ho in mente di scolarmi prima che
torni da lavoro la succitata e mia cara compagna d'avventure... Il
tatto. Sfiorarsi la mano in un gesto quotidiano come riempire i
sacchetti della spesa, prima di pagare il totale dei prodotti
acquistati per la sussistenza. Il sorriso (forse malizioso) di questa
giovane donna (avrà al massimo trent'anni, ovvero, 10 meno di me,
che oggi ne compio 40!). La mano calda. Le labbra carnose, con il
rossetto rosso fuoco che le risalta il sorriso. Le curve che si
indovinano (o s'intuiscono) da sotto la divisa d'ordinanza (maglietta
a maniche corte gialla e pantaloni marroni, piuttosto stretti). E
ripenso a quella citazione famosa di John Cheever, quando, nei suoi
diari, allude all'“incessante sessualità dell'esperienza” e
(cito verbatim, stavolta): “C'è sempre, da qualche parte,
questo accenno di aberrante carnalità”.
Sì,
c'è sempre, e gli anni non aiutano, non ho imparato nulla
dall'esperienza, né dai molti libri letti, né dai vari amori finiti
per caso, né da quelli che sono esplosi all'improvviso, continuo a
peccare di lussuria, continuo a commettere errori madornali, continuo
a pensare a quei due occhi da gatta che mi hanno mostrato l'ingresso
dell'antro della Sibilla Cumana e immagino come sarebbe eccitante
preparare il tiramisù con lei, che ha le mani inanellate e che
quando cammina sembra che ondeggi, non riesce a camminare lungo la
linea retta, forse sintomo della sua intelligenza curiosa, della sua
curiosità intelligente, e mi dà l'idea di una donna passionale, una
di quelle che quando la baci trema tutta, una di quelle donne che,
sotto l'influsso della mia retorica ricercata e l'incanto delle mie
proposte indecenti (posso essere davvero scurrile ed esplicito quando
voglio), può arrivare perfino a bagnarsi...(mi successe, una volta,
con Alyssa, la mia ex, a cui ancora voglio bene, in un ristorante di
Genova, mentre si mangiava gli spaghetti con il pesto – ovviamente
– alla genovese, e cominciai a dirle all'orecchio le sconcezze più
crude e appetitose, e lei mi confessò che sì, che insomma, quelle
parole avevano sortito il loro effetto, e dovette alzarsi di corsa
per andare al bagno e rassettarsi un po' i pantaloni, come
dimenticarla questa scena? Come poter dimenticare quel visino dolce
tutto arrossito dalla vergogna? Che tenerezza mi trasmetteva Alyssa
quando si comportava in quel modo...come fosse una bambina...).
Mi
chiedono anche di scrivere la recensione a un libro che è la
traduzione di alcune delle opere più difficili di uno dei poeti
spagnoli più complessi di tutti i tempi (un classico del XVII sec.
che oggi ed in Italia leggono davvero in pochi). E io ci provo, leggo
il testo a fronte, comparo il tutto col testo d'arrivo, cerco di
ricostruire i ponti semantici e sintattici che il traduttore ha
dovuto costruire per restare fedele al testo di partenza... Quanta
fatica, quante ore davanti al computer, quante parole scritte e
inviate per la pubblicazione! Che poi chissà chi le leggerà codeste
parole scritte col sudore della fronte...le mie e quelle del
traduttore, siamo umanisti, ci lavoriamo con la parola scritta,
eppure...(mi domando anche se mai la pubblicheranno la recensione,
non sono un esperto in materia, e il traduttore è un pezzo grosso,
un Professore Ordinario, uno di quelli cui, una volta morto, faranno
di sicuro una serie di omaggi postumi, magari dedicandogli perfino
una sezione della Biblioteca d'Ispanistica dell'Università in cui
lavora...).
Ed
intanto, per distrarmi un po' (sia dalle possibili domande per
l'intervista allo scrittore vivo, sia dall'intervento su Pirandello),
leggo un libro strambo e stranissimo, appassionante e appassionato:
The Adventures of Sir Thomas Browne in the 21st
Century, di Hugh Aldersey-Williams, un saggio del 2015 sulla vita
e le opere - e l'influsso della vita e delle opere - del famoso
scrittore inglese del 700 sulla cultura e la letteratura della nostra
contemporaneità. Un libro anomalo, pieno di foto, di erudizione,
d'invenzione, d'immaginazione, in cui l'autore – sotto l'egida di
Browne – ci spinge a riflettere su che cosa è la morte, su quali
sono le relazioni tra filosofia e religione, e tra religione e
scienza, su che cos'è l'amicizia, e l'amore, e la malinconia... Un
libro in cui l'autore immagina un dialogo con lo stesso Sir Thomas
Browne (segno evidente del fatto che chi ha scritto il testo si è
davvero innamorato del soggetto oggetto della sua biografia) e in cui
si leggono perle come questa (che traduco al volo e sicuramente
male):
“TB:
Molte cose ho visto e molte altre ancora avrei voluto vederne. Perché
è certo che c'è qualcosa, oltre a ciò che riusciamo a vedere.
Pensare che il mondo non offra altro che ciò che ci consentono di
percepire i nostri sensi è sommo inganno, per quanto ci siano
innumerevoli fenomeni che ci suggeriscano il contrario”.
E
allora riascolto la colonna sonora di quel bellissimo film di Paolo
Sorrentino che s'intitola Le conseguenze dell'amore e inizio a
bere in un grosso calice il buon vino rosso di Ribera del Duero
citato supra. Una delle canzoni s'intitola “Hello” ed è
di un tale James, che non conoscevo. Non riesco a tradurre al
volo il testo, ma mi evoca l'emozione di una bella storia d'amore e
sesso selvaggio vissuta senza freni inibitori; e due occhi da gatta
che, in modo malizioso, mi illustra le bellezze del paesaggio (la
città che l'ha vista liceale); e un movimento sinuoso e ondeggiante,
che mi fa pensare ai ritmi dell'amplesso quando è fatto senza fretta
e senza secondi fini, solo per il gusto di stare a letto, a
contemplare il mondo da un cuscino...
40
anni: che ne è della mia vita? Non ne ho idea. So solo che ho
vissuto. Ed ho amato. E sono stato riamato. E spero di esserlo ancora
in futuro...
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