miércoles, junio 06, 2018

Tornare a scrivere (finzioni)



E così, dopo anni, sono tornato a scrivere "finzioni", racconti di fiction, novelle brevi in cui si mescolano costantemente i dati della realtà e quelli (a volte davvero bizzarri) dell'immaginazione...

Era davvero da tantissimo tempo che non sentivo questa voglia di buttare giù "sceneggiature" per racconti potenziali che, poi, diventano "reali", pezzi stampati, pagine dove è tutto predisposto nero su bianco, a partire dal programma Word (mai nome fu più azzeccato per un programma informatico di scrittura).

E il bello è che questo bisogno (questo desiderio impellente) di scrivere mi è venuto proprio in questi giorni folli di scrittura "accademica" e pensosa, di riflessioni sulla "meta-letteratura" (a partire da uno scrittore vivo molto complicato e affascinante) da esporre ad Oxford, tra poco più d'una settimana (si parte il 19, si riatterra in suolo ispanico il 24, dopo una toccata e fuga a Stratford-Upon-Avon, la città natale del Bardo...).

E il bello è che uno di questi tre racconti che ho scritto in questi giorni in preda alla febbre creativa (per darle un nome, anche se indeciso e poco preciso) l'ho fatto leggere a un amico, un fisico quantico (o quantistico?), uno che mi ha confessato che vorrebbe scrivere un trattatello per refutare (nientedimenoche) Carlo Rovelli, quello che ha avuto tanto successo sia per Sette brevi lezioni di fisica sia per L'ordine del tempo (entrambi usciti per Adelphi, il primo nel 2014, l'altro nel 2017; il primo non l'ho letto; il secondo, invece, sì e mi ha letteralmente aperto la mente).

E insomma, questo mio amico fisico esperto di fisica quantistica (ha da poco pubblicato un saggio sulla "Meta-matematica", ovvero, sulla logica della matematica) mi ha confermato che il racconto fa davvero paura, anzi, mi ha mandato un messaggio per dirmi che se avrà gli incubi mi fischieranno le orecchie (sarà lui che mi manda le sue maledizioni).

E uno pensa a quant'è facile che, al posto di questo racconto del terrore (nato da una storia vera, o meglio, da fatti realmente accaduti), avrebbe potuto esserci il nulla (o nulla); a quant'è gratuita la scrittura creativa, nel senso che chi vi si dedica, chi la coltiva, lo fa, in generale, gratuitamente, in cambio di nulla, in cambio solo, forse, di un minimo d'attenzione (che qualcuno ti legga, che qualcun'altro ti confessi che si è divertito - o ha avuto una fifa tremenda - nel leggerti) o poco più...

La gratuità dell'arte: che c'è perché a qualcuno è venuto in mente di creare, di aggiungere un testo, parole o immagini, a ciò che già c'è (quante parole e quante immagini ci sono già, nella realtà che ci circonda!). Eppure...eppure...uno sente il bisogno, all'improvviso, di prendere tutte queste parole e tutte queste immagini per modificarle, per zittirle, o meglio, per obbligarle a dire cose che non hanno mai detto prima o, meglio ancora, per spingerle a stare dentro una nuova configurazione di senso (e di significati), all'interno di un racconto che narri la vita, così com'è o così come appare a colui che si prende la briga di smettere di scrivere per fare un'intervento accademico (ad Oxford, ad esempio) e decide, invece, di rovinarsi la vista per scrivere di mostri e fantasmi, di spettri e di zombi, così, per il puro gusto di farlo, per la gioia di "dare vita" a qualcosa che prima non c'era e ora c'è e chi la legge, questa cosa, pensa: "Caspita, è davvero ben scritto! Accidenti, fa davvero paura! Se stanotte non riuscirò a dormire, sappi che ti maledirò, e se ti fischieranno le orecchie, sappi che saranno le mie maledizioni!"...

P.S.: solo oggi ci faccio caso; fateci caso, il numero della collezione adelphiana in cui appare Sette brevi lezioni di fisica è 666, che, com'è noto, coincide con il numero del Demonio; 7, invece, appare nel titolo stesso del saggio (un numero biblico per eccellenza); che Rovelli si sia messo d'accordo con Adelphi per dare vita a chissà quale strana cabala? (Ovviamente, scherziamo: e sappiamo che Rovelli è una persona dotata di ironia e, soprattutto, di autoironia, il che non guasta mai, diciamocela tutta, sia che nella vita si faccia l'idraulico sia che si faccia il fisico quantico - o quantistico).

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