miércoles, abril 29, 2020


Una citazione di Pascal in uno scritto di Walter Benjamin


Il Governo spagnolo si prepara ad attuare la fase 1 (e poi la 2 e la 3, fino alle 4, “desescalada”, che razza di terminologia sta nascendo per colpa del covid-19!).

Intanto, preparo un po’ la lezione di oggi (sempre dalle 18:30 alle 20:30) e leggo le riflessioni che fa Walter Benjamin sul narratore (e su Leskov). Mi fa un certo effetto leggere questa citazione da Pascal: “Nessuno muore così povero da non lasciare nulla in eredità”. E uno si domanda cosa lasceranno in eredità tutti questi anziani che stanno morendo per colpa del virus; quanti abbracci e baci non più dati; quanti adii silenziosi o avvenuti a distanza, tramite un cellulare, o meglio, grazie ad un infermiere o un dottore che ha avuto pietà di loro e si è prestato a fare da tramite, a sorreggere il telefonino di chi – per ovvi motivi – non avrebbe mai più potuto sorreggere nulla; che strazio al solo pensiero, andarsene così, tramite videochat, a chilometri di distanza da casa e dai propri cari…

Cosa lascerò io in eredità, mi viene da domandarmi (i libri, certo, i film, certo, il computer con dentro film e libri e foto della mia vita passata e presente, fino ad oggi, almeno). E poi? Che senso ha? Chi avrà voglia di ereditare questi ricordi? Questi oggetti? Questi oggetti che conservano il ricordo di chi li ha accumulati in una memoria fatta di giga?

Siamo fragili. Ecco cosa ci ha fatto (ri)scoprire di colpo il virus: siamo tutti corpi fragili e soggetti alla morte (anche rapida, oltre che inaspettata, se uno ha la sfortuna di non essere dotato di un sistema immunitario abbastanza forte).

Poi ripenso alla richiesta del Direttore della Cineteca: mi ha chiesto se voglio partecipare all’iniziativa di appoggio; se mi va di consigliare qualche film per gli spettatori di quella stessa Cineteca oggi costretta alla chiusura (sto visualizzando le poltrone vuote). Certo, partecipo con gioia, gli rispondo. E consiglio a tutti di vedere Il conte Max (1957), un’opera minore per la regia di Giorgio Bianchi ma con due mostri del cinema italiano: Alberto Sordi e Vittorio De Sica. Che battute al fulmicotone! Quanto simpatica sbruffoneria! Quanta arte nell’interpretazione di questi due giganti!

“Nessuno muore così povero da non lasciare nulla in eredità”. È una citazione che ti resta scolpita in mente. E che mi fa venire in mente l’ultima puntata di Lessico civile di Recalcati: sul concetto di “libertà”. E quanta importanza ha acquisito oggi questa parola! E quant’è cambiato il nostro rapporto nei confronti della stessa! Tornermo liberi? Che tipo di libertà sarà mai possibile in un mondo come quello che ci aspetta dopo la pandemia? Finirà mai questa pandemia?

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