viernes, abril 17, 2020

In questi luoghi dal passato

"In qualche luogo dal passato": è questo il titolo che avevo dato a uno dei post più intimi di questo diario virtuale. Vi descrivevo e, in parte, narravo il mio reincontro con il mio vecchio Prof. d'Inglese dei tempi del Liceo.

Questa mattina sono tornato a leggermi e ho pianto. Perché quel post descrive e narra da vicino ciò è stato quel mio reincontro con una figura del mio passato che è stata decisiva nel corso della mia vita, perché è riuscita davvero a trasmettermi la passione per lo studio e la letteratura e il cinema e la cultura in generale.

E quando questa mattina ho ricevuto il messaggio della sua scomparsa da Whatsapp da parte di una mia vecchia compagna di scuola, io ho pianto. Perché se è vero che uno se le aspetta, certe notizie, ebbene, è anche vero che poi, quando arrivano, queste notizie che uno già sa che arriveranno ti lasciano a bocca aperta, ti tolgono il fiato, ti obbligano a smettere di fare qualunque cosa tu stia facendo in quel momento per tornare con la mente all'ultima scena che hai vissuto insieme alla persona che ora, semplicemente, non c'è più, se ne è andata, ci ha lasciati, orfani della sua voce, della sua presenza fisica, della sua intelligenza.

E poi ho pianto quando ho ricevuto i messaggi di Anna F., la mia Prof. d'Italiano  che, giovanissima, fu collega del mio Prof. d'Inglese: anche lei si diceva costernata e frastornata e non immaginava che il Prof. avesse lottato a lungo contro il tumore, da ben 3 anni, caspita, nemmeno io sapevo che la malattia durasse da così tanto...

E poi, finalmente, ho pianto (per la terza ed ultima volta, spero, nell'arco di questa giornata assurda nel corso della quale sono ancora centinaia, se non migliaia, i morti per coronavirus) quando l'altro suo collega, il Prof. d'Inglese dell'altra sezione in cui studiavano altri amici dello stesso Liceo, ha deciso di fare una lezione online su Facebook e l'ha voluta dedicare proprio all'amico scomparso al mattino...

È stata una lezione bellissima: su Moby Dick, addirittura, ovvero, su uno dei romanzi più importanti di tutta la letteratura americana di tutti i tempi.

Ed ecco...vedere l'impegno, la passione e la professionalità (la serietà, anche) con cui quest'altro Prof. d'Inglese faceva lezione, quando tutti siamo costretti all'isolamento nelle nostre case, quando tanti muoiono per colpa della pandemia, quando gli amici e colleghi che abbiamo in comune sapevano già della scomparsa dell'altro Prof., quando tutto sembra remare contro, ecco, dicevo, sentirlo parlare di Herman Melville e della struttura di questo romanzo fondamentale e difficile, sentirlo spiegare perché "Call me Ismael" è l'atto di nascita del romanzo americano, ecco, io mi sono commosso e non sono riuscito (per la terza volta nell'arco della stessa giornata) a trattenere le lacrime.

E credo che lui avrebbe apprezzato il gesto del collega. Anzi, ne sono certo.

No hay comentarios:

Publicar un comentario

Letture pasquali Provo a leggere, in queste vacanze pasquali, tra una corsa in bicicletta in alta montagna e le mangiate assurde previste da...