Novembre 2025: corse e ricorsi storici
Dovremmo avere più tempo per noi stessi, per stare in silenzio, per auto-osservarci, per calmarci, per mettere il freno a mano, per ragionare sulla vita senza finalità pratiche, senza pensare sempre e solo al lavoro, senza stare lì a fare calcoli. E invece, tempus ruit (da molto prima che iniziassi a scrivere questa sorta di "diario di bordo" che non legge nessuno o leggeranno quattro gatti) e uno si ritrova immerso in una sorta di vortice in cui non c'è modo neppure di assaporare la felicità, di godersi i bei momenti, di fermarsi a contemplare le cose che uno è riuscito a fare nel migliore dei modi e anche quelle che non sono venute benissimo, ma ci rendono felici.
Dal 3 novembre, dopo il caos di Halloween, ho presentato un libro, moderato un dibattito su Letteratura e Cinema con un regista e un membro della RAE (la Real Academia de la Lengua Española, gemella della nostra Accademia della Crusca), ho parlato di dialetti italiani per la Società Dante Alighieri, ho fatto lezione e esami e ancora non è tutto: mi aspetta un congresso a Torino, un viaggio a Pisa per una lectio magistralis sul "Quijote", un caffè letterario qui, nella città del Sud del Sud della Spagna in cui vivo, e non so se un'altra presentazione di un libro appena uscito o una riflessione su La morte a Venezia di Thomas Mann...
Sono occasioni d'oro per conoscere nuovi amici, nuovi lettori, nuovi colleghi, condividere l'amore per la cultura e per la letteratura, godere della gioia di fare da ponte tra le persone e i libri, in un mondo in cui predomina la violenza, il grido, l'arroganza di chi detiene il potere economico, ancor prima che quello politico, e, invece, non c'è tempo, ci si ritrova da un luogo all'altro, da un'aula all'altra, da una sala congressi all'altra, senza sorta di continuità, come se il microfono da cui uno parla o la bottiglietta d'acqua che uno ha davanti sia lo stesso microfono e la stessa bottiglietta d'acqua che si materializzano sotto gli occhi di uno come per arte di magia nera, come per uno strano scherzo del destino, con uno al centro, condannato a parlare, ad ascoltare, ad interagire, scoprendo nuovi volti, parole nuove, persone nuove ed interessantissime con cui, a volte, non c'è tempo nemmeno di prendere un caffè...
Tempus ruit semper, soprattutto in questo novembre del 2026.
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