Diario di Borderline
sábado, agosto 23, 2025
lunes, agosto 18, 2025
Il pane perduto di Edith Bruck
Nei campi di concentramento, così come già ci insegna Primo Levi in Se questo è un uomo, la prima incognita riguarda proprio le regole che vi si applicano. Chi si salva e perché? Dove vanno a finire i condannati? Il fumo nero che esce da alcuni comignoli non è un segnale facile da decodificare, prima di rendersi conto delle cataste di cadaveri e dell'orrendo puzzo di carne bruciata. A p. 45 le domande della bambina che inizia a capire:
Queste domande tornano in modo molto esplicito nel finale del libro, quando Edith Bruck "invia" una lettera a Dio... Si tratta di pagine molto intime e scioccanti, di pagine piene di stupore e di umiltà, di domande senza risposte, di dubbi di chi ha visto la Morte in uno dei momenti più bui della Storia dell'essere umano e non sa darsi pace e non sa spiegarsi perché sia potuto succedere, perché tante vittime innocenti, perché tanti morti, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, in un clima che, ahinoi, potrebbe ricordare fin troppo i tempi che stiamo vivendo oggi, nel 2025, a pochi passi dal baratro...
viernes, agosto 01, 2025
Saint-Paul-Trois-Châteaux
(o di un viaggio al passato per evitare il traffico del presente)
È la Francia, certo, ma potremmo essere anche in Italia, in Abruzzo, in uno dei tantissimi paesini sperduti sulle montagne nostrane.
La fontanella zampilla anche ora, il suono dell'acqua calma molto in una giornata in cui abbiamo raggiunto i 32 gradi centigradi. Quel negozio di vini non fa solo vendita di prodotti tipici, ma serve anche un'ottima focaccia (preparata con cura de un italiano che viene da Milano) e dei taglieri spettacolari con formaggi e salumi della zona che fanno venire l'acquolina in bocca solo a guardarli. Il vino rosso è anch'esso ottimo e il proprietario un tipo simpatico che si da da fare e che si mostra sempre gentile e sorridente.
miércoles, julio 30, 2025
Portbou e Walter Benjamin
lunes, julio 28, 2025
Prima di ripartire per l'Italia
"Caminante no hay camino...", certo. Il cammino si costruisce camminando (l'ho sperimentato nel 2012, cundo affrontai il famoso "Camino de Santiago"). E allora mi viene in mente il finale di una poesia di Pierluigi Cappello, poeta che ho scoperto grazie a Jovanotti (che mi fece scoprire anche Mariangela Gualtieri, un'altra scrittrice che emoziona e incanta con la sua lirica apparentemente umile, ma profondamente dirompente):
e adesso che ho pianto
non ho parole migliori di queste
per dire che ho pianto
le parole più belle
le parole più pure
non sono lo zampettio delle sillabe
sull’inverno frusciante dei fogli
stanno così come stanno
né fuoco né cenere
fra l’ultima parola detta
e la prima nuova da dire
è lì che abitiamo.
sábado, julio 26, 2025
Ahora y en la hora (2025) di Héctor Abad Faciolince: scrivere da sopravvissuti
Un libro per l'estate. Ecco, questo che ho appena finito di leggere sarebbe proprio l'antesignano al concetto stesso di "libro per l'estate" (quelli che si leggono stesi sulla spiaggia o sotto l'ombrellone, su una sdraio, il volto accarezzato dalla brezza marina).
miércoles, junio 25, 2025
La fine di un ciclo "chisciottesco" nel caldo torrido spagnolo
Temperature torride, sorrisi spenti, prof che vorrebbero andare già in vacanza, ma gli impegni accademici e burocratici che ruotano attorno a questa professione lo impediscono... L'aria condizionata dell'ufficio segna 24 gradi, fuori ne faranno almeno 36. L'auto scotta e pur abbassando i finestrini si suda come in una sauna. L'asfalto si sfalda sotto i colpi di sole di questo fine Giugno tremendo. Presso la Biblioteca Regionale, nonostante la stanchezza, riusciamo a portare a termine un caffè letterario chisciottesco. Lancio la domanda: "Che idea vi siete fatti di Miguel de Cervantes? Cosa ne pensate di lui ora che avete letto o riletto alcuni dei capitoli della Seconda Parte del Chisciotte?".
Una donna sui settant'anni alza la mano: "Dovette essere una persona tremendamente colta. Un vero intellettuale. E io mi domando come facesse ad avere una memoria del genere, capace com'era di citare dalla Bibbia, dai classici, dai suoi contemporanei con tanta nonchalance...".
Un altro lettore di nome Gesù alza la mano anche lui: "Io credo che Cervantes sia stato un tipo divertentissimo, dotato di grande senso dell'umorismo, uno davvero molto ironico e pefino autoironico, uno che raccontava le barzellette, ne sono quasi sicuro...".
Un altro di nome Cesare aggiunge: "E anche un tipo acuto, molto diretto nella critica a ciò che non andava nella sua società. Io mi domando come fosse riuscito a schivare la Santa Inquisizione, perché se leggiamo bene il Chisciotte, anche lì ci sono molte scene "problematiche" o "complicate" dal punto di vista morale...".
M'intrometto anch'io: "È per questo che il finale del Chisciotte mi sorprende, come vi dicevo prima... Alonso Quijano el Bueno muore in modo cristiano, sul letto di casa sua, al cospetto degli amici e dopo aver ricevuto l'estrema unzione. Si confessa e fa testamento e lo ripete mille volte: "Io rinnego da Don Chsciotte della Mancia, riconosco il mio peccato e la follia a cui mi ha spinto la lettura dei romanzi di cavalleria; io non sono più quello di una volta; io voglio morire sperando che tutti si ricordino di me come di un buon cristiano, rispettoso della fede e di Dio". Non vi sembra un po' artificiale, un po' troppo forzata questa sorta di conversione in articulo mortis?".
Una ragazza giovane, dai lunghi capelli neri e ricci, molto timidamente alza la mano e aggiunge la sua riflessione: "Io credo che Cervantes abbia inventato questo finale proprio a scanso di equivoci e proprio per evitare problemi con la censura. E che, in realtà, era ciò che tutti qui hanno già detto, ovvero, una persona tremendamente ironica, divertente, colta, una sorta d'intellettuale in grado di fare la radiografia della realtà storica del tempo a partire dalla visione distorta di un pazzo".
Fa davvero caldo in questa città del Sud del Sud della Spagna in cui vivo da ormai più di un decennio, ma che bello, che emozione, che piacere vedere che questa sorta di mini-corso chisciottesco abbia dato luogo a questi dibattiti a metà tra la vita e la finzione, tra il testo letterario e le paure e le speranze di cittadini del XXI secolo... Cervantes fa parlare di sè anche nel 2025. E Don Chiosciotte - ma lo sapevamo già, lo sanno anche i bambini - non muore mai.
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