lunes, febrero 11, 2008




Don Quijote e Sancho Panza e le frustate per amor di Dulcinea






Questa mattina mi sono svegliato male: ho avuto gli incubi, e poi sono convalescente, dopo due giorni di febbre alta e influenza virale fastidiosissima. E allora ho fatto un esperimento: ho preso una copia del Don Quijote e ho aperto una pagina a caso. L'esperimento è riuscito: Cervantes fa morire dal ridere. E' inutile, non si può, e non si deve mai smettere di notarlo e sottolinearlo e di ringraziarlo per questo . L'autore che scrisse uno dei classici più vivi della letteratura mondiale (un facchino conosciuto qui a Firenze mi ha detto, sinteticamente, ma azzeccandoci parecchio: "Sembra cosa da nulla, e invece dentro c'è tutto") dovette divertirsi moltissimo nello scrivere di simili dialoghi (riporto in originale quanto trovato a caso: DQ, II, 60):

"-¿Qué es esto? ¿Quién me toca y desencinta?
-Yo soy - respondió don Quijote -, que vengo a suplir tus faltas y a remediar mis trabajos: véngote a azotar, Sancho, y a descargar, en parte, la deuda a que te obligaste. Dulcinea perece; tú vives en descuido; yo muero deseando; y así, desatácate por tu voluntad; que la mía es de darte en esta soledad, por lo menos, dos mil azotes.
-Eso no – dijo Sancho; vuesa merced se esté quedo; si no, por Dios verdadero que nos han de oír los sordos. Los azotes a que yo me obligué han de ser voluntarios, y no por fuerza, y ahora no tengo gana de azotarme; basta que doy a vuesa merced mi palabra de vapularme y mosquearme cuando en volutad me viniere.
-No hay dejarlo a tu cortesía, Sancho – dijo don Quijote -, porque eres duro de corazón, y aunque villano, blando de carnes”.

Compassione, comicità e sottile malinconia: tutto insieme, in poche righe, nel cuore di un pazzo che crede a quanto gli racconta lo scudiero, vittima anche lui delle burle degli adulti, Sancho poveraccio che deve sculacciarsi a suon di frustate, tremila frustate sulle chiappe e passa la paura e Dulcinea verrà finalmente "disincantata": cioè vale a dir, riapparirà sotto le vere spoglie (e non quelle "reali" e brutte di Aldonza Lorenzo). Poesia è forse parola esatta... Poesia che nasce dai dolori tutti umani di personaggi che sembran più veri delle persone reali...

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