domingo, agosto 24, 2008


Autoritratto in seppia


Estate 2008. Metà Agosto. Ritorno a casa, tra i monti d'Abruzzo. In centro, in Piazza Risorgimento, hanno organizzato i Sentieri del gusto, una specie di notte bianca a tema. Si degusta vino di qualità a ogni angolo di strada. Si cena a base di prodotti locali. Si ride e si balla al ritmo di tango, macarena, salsa, hip-hop, valzer. Una fiumana di gente che si rivede dopo anni, o che si frequenta tutti i santi giorni. Io rientro nel primo caso.

"Madonna! Ma non sei cambiato per niente!".

"Troppo buona, sto spelando, non lo vedi? E mi mancano molti più gradi, non vedi che lenti spesse?".

"Ma collezioni ancora Dylan Dog?"

"Eccome".

"E sei ancora così fissato da odiare chi ti ci fa un'orecchia o una piega?".

"No, sono migliorato parecchio".

"Ma ti ricordi di quando ti chiedevo di prestarmelo in anticipo, tu me lo davi, perchè eri sempre gentile e non sapevi dire di no, e poi io facevo finta di svelarti il finale?".

"Eccome se non me lo ricordo, mi facevi incazzare come una belva".

"Ah ah! E ora che fai? Studi ancora?".

"No, Maura, ora insegno, ma è peggio: sono così precario che alla fine sono stato costretto a trovarmi un'altra occupazione per cui, da vero sdoppiato psicologicamente, faccio il prof. all'università, di mattina, e il portiere d'albergo, di sera".

"Che ci vuoi fare... anch'io sono precaria: fisioterapista, ma precaria. E in più pendolare. Mi tocca prendere il treno per Roma e fare su e giù tutti i giorni della settimana, tranne il Sabato e la Domenica, unici giorni di riposo".

"Un inferno, non t'invidio per niente. Anche perchè quel treno è un residuato storico, va a vapore, non l'hai notato?".

"Ah, veramente io credevo andasse a carbone".

"Ah ah! Sei sempre uguale, non sei cambiata molto nemmeno te".

"E ti sei poi sbloccato con le donne?".

"Oddio, sbloccato, perchè, da adolescente avevo bisogno di sbloccarmi?".

"Ma non te lo ricordi? Eri un iper-timido, se mi ti avvicinavo e sentivi un minimo di contatto con le tette urlavi!".

"Oddio, considerando le tue tette, Maura, chiunque al mio posto avrebbe fatto lo stesso! Ah ah!".

"Che esagerato! E comunque sì, è vero, eri proprio un ragazzo educato e timido, e per l'approccio eri negato... mi ricordo ancora di quando mi venivi a raccontare di Fernanda".

"Il mio primo amore, quello che non si scorda mai, dicono... anche se io di questa Fernanda non ricordo più nulla, nemmeno il viso... com'era?"

"Tranquillo, era il tuo tipo..."

"Nel senso che aveva le tette grandi, come le tue?".

"Sei proprio scemo... Ma effettivamente, sembri meno impaurito, riguardo l'universo donna".

"Sono fidanzato da quasi 8 anni, ormai, sempre con la stessa..."

"Cos'è, ti sei stufato?".

"No, che dici, anzi... da qualche mese io e Alyssa conviviamo in un bell'appartamento della zona residenziale di Firenze, ho un balcone con vista sul Duomo, lo sai?".

"Hai capito, il nostro caro fan dylandoghiano! Non mi diventerai mica uno snob, vero? E non ti manca Roma? O casa tua? Non vedi qui come si vive bene, a un ritmo più umano?".

"Tocchi una nota dolente... Io ci tornerei al volo a Roma, se avessi un lavoro sicuro; qui non lo so, perchè mi sembrerebbe troppo strano tornare a stare vicino ai miei".

"Allora restatene a Firenze, tanto un posto fisso a Roma non lo trovi... a meno che tu un abbia un culo infinito".

"Ma ti ricordi di quando parlavamo di sesso durante il tragitto dal liceo a casa?".

"Tu parlavi, io ti ascoltavo estasiata. Anche se... devo dirti la verità: quando poi venne fuori che sapevi tutte quelle cose perchè avevi letto l'intera enciclopedia che i tuoi avevano nascosta in camera... ci sono rimasta un po' male, eh. Cioè, non era farina del tuo sacco, suvvia, e grazie che sapevi disquisire di tutti quei particolari lì, se ti rovinavi gli occhi su interi volumi di roba...".

E mentre la mia cara Maura parla io mi sento triste, perchè, anche se siamo in mezzo a tanta gente ed è un giorno di festa, e si sente la musica e tutti ridono e scherzano, questa conversazione amichevole mi riporta a tanti anni fa, a un "io" che non sono più (anche se quell' "io" mantiene ancora qualche labile somiglianza con il mio "io" di adesso) e mi prende una malinconia infinita perchè capisco e so, coscientemente, che non potrò più tornare indietro, che non sarò più tanto timido con le donne e che non parlerò forse mai più di sesso (enciclopedico) con Maura...

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