jueves, septiembre 18, 2008

Finzione (felliniana)

C'è una scena, nel film di Fellini E la nave va... (1983), in cui una coppia di distinte signore si ferma a guardare un sole al tramonto palesemente falso dalla prua della nave che le sta portando chissà dove e una delle due esclama: "Che bel tramonto! Sembra finto!".

E questa scena me ne ricorda un'altra, questa volta da Roma (1972): quella in cui assistiamo alle cene chiassose della gente di borgata, in una trattoria che fa angolo lì dove passa il tram. E c'è questa signora grassa che avverte il cameriere che porta in tavola le fettuccine fumanti: "Aho, a me poca pasta, che me fa male la panza". E allora si vede il cameriere che le porge un piattone enorme di fettuccine e la grassona esclama, ironica e "alla romana": "Aho, t'ho detto poca, ma no così poca!".

Non è un caso, allora, se Fellini sia stato tra i pochi registi della Storia del Cinema a dare adito a un neologismo dal proprio cognome.

"Molto felliniano", commenta uno dei ragazzi del gruppo di giovani in crisi di Ecce bombo (1977) di Nanni Moretti. Il ragazzo si riferisce a una scena di ballo che si sta svolgendo su una chiatta del Lungotevere durante la notte estiva romana: la musica di Gino Paoli accompagna il ballo di coppie di innamorati maturi abbracciati come fidanzatini al primo appuntamento; sì, è molto "felliniano"...

No hay comentarios:

Publicar un comentario

Letture pasquali Provo a leggere, in queste vacanze pasquali, tra una corsa in bicicletta in alta montagna e le mangiate assurde previste da...