jueves, abril 05, 2012


Madrid: capitale ospitale e vivibile




Non se dipende tutto dallo stato d'animo in cui uno si trova; non so se tendo (sempre) a idealizzare la Spagna e tutto ciò che concerne questo paese; non so se esagero, però a me pare che Madrid sia una delle capitali più vivibili e accoglienti e comode del mondo (ovvio che non le ho visitate tutte, le capitali del mondo, e ne ho viste pochine, ancora, però, sulla base della mia esperienza personale mi sento di fare una simile affermazione).

Prendiamo una giornata qualsiasi, prendiamo come esempio Martedì 3 Aprile 2012:

ore 8,15: sveglia e colazione abbondante a base di latte, caffè e "galletas Maria" (chi è stato in Spagna mi capisce; biscotti semplici, simili ai nostri "Oro Saiwa", ma più buoni);

ore 9,30-10,30: un'oretta di corsa in compagnia di un'amica conosciuta da poco (tenuta ginnica, cuffiette dell'mp3 alle orecchie, andatura svelta e allegretta, in un parco vicino al "Canal de Isabel II" con attrezzature moderne per fare anche golf, tennis, calcetto e volleyball);

ore 11,30-18,30: dopo la doccia di rito, full immersion nei libri della "Biblioteca Nacional" (con una breve pausa pranzo di mezz'ora nei giardini fantastici della stessa mitica Biblioteca) e studio intenso con, a disposizione di ogni utente, internet wi-fi gratuito e postazioni di lettura confortevoli e che danno davvero l'ispirazione giusta per scrivere, riflettere, pensare e ricordare;

ore 19,00-1,00 del mattino: passeggiate in centro con amici di vecchia data (ormai, ho quasi più amici qui che a Firenze o Pisa o Salerno) e poi cena (con gli stessi) e vagabondaggi di bar in bar nel quartiere "La Latina" fino all'una di notte;

ore 1,30-2,30: lettura di una raccolta di racconti, mini-saggi e poesie varie di Julio Cortázar dal titolo (molto bello) Papeles inesperados (che potremmo tradurre liberamente con l'espressione "Carte inaspettate" o "Appunti inaspettati").

Ecco, io in Italia non ci riesco a fare tutte queste belle cose nell'arco di un'unica giornata; mi sembra di non aver mai il tempo; mi sembra di essere sempre stressato e sotto pressione; mi sento come un folle che gira a vuoto, a volte (e non mi riferisco ai mezzi pubblici che, in generale, da noi, funzionano male – il confronto Roma-Madrid, in tal senso, è davvero penoso: Roma ci perde alla grande; non conosco Milano, la situazione al Sud è piuttosto simile – se non peggiore - a quella di Roma “capoccia”), e altre ancora come un pazzo che gira e corre e si sposta come una trattola.
Qui no, qui sembra tutto più “razionale” e più funzionale; tutto più vivibile e ben organizzato. E, quindi, so già che sarà un trauma, tra un paio di giorni, tornare alla dura realtà e riabituarmi ai ritmi italici (o italioti). Ma per il momento non ci voglio pensare (mi arrivano notizie di non so quale altro ennesimo scandalo di corruzione e tangenti tra i politici nostrani; ma, ripeto, per ora voglio godermi ancora un po' di pace e serenità, di società civile che sembra funzionare al meglio e di capitale che sembra accogliere tutti – sempre – a braccia aperte).
In foto: “jarras con tapas” (con, in primo piano, le unghia smaltate di Vero); anche questo mi mancherà, lo so già...

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