lunes, mayo 05, 2014

Via Mecenate e i drammi del cuore




Chi ha abitato a Roma o chi ancora (per sua fortuna o sventura) ci abita e conosce il centro sa bene che Via Mecenate è una delle strade più belle della capitale (pur restando appartata, come un po' in disparte, come se non volesse darsi tante arie e preferisse non dare nell'occhio). 

Sita nel quartiere dell'Esquilino, Via Mecenate collega la ben più famosa Via Merulana (che tanto deve al titolo del romanzo-pasticcio di Carlo Emilio Gadda) al Colle Oppio, uno dei posti più grati da cui godersi la vista (panoramica e a 360 gradi) del Colosseo... (e, perché no, anche uno dei posti migliori in cui leggere, riposarsi su una panchina, fare jogging o - semplicemente - prendere il sole, senza troppi rumori di fondo, tranne il traffico cittadino leggermente attutito dalla distanza rispetto a Via Labicana e i bambini che giocano a pallone o corrono dietro ai cani dei loro padroni sorridenti).

Inutile aggiungere che Via Mecenate è anche una delle mie strade favorite di Roma capoccia... (e una di quelle che più frequentavo quando, per motivi di lavoro, ci passavo tutte le mattine alle 8 in punto e ci ripassavo tutti i pomeriggi alle 16,30 per tornarmene a casa, a Piazza Vittorio).

Ebbene, l'altro giorno, su Via Mecenate, nell'arco di nemmeno un kilometro, ho assistito a ben 3 diverse scene che - prese singolarmente - meriterebbero ognuna un diverso racconto, 3 storie incipienti di cui, non conoscendo il finale, potrei inventare tutto, anche l'incipit (e quanti incipit interessanti!).

Nell'ordine ho assistito a questi 3 spezzoni di dialogo:

a) un uomo sulla cinquantina, coi capelli grigi e sparsi al vento, mentre parla con una donna sulla quarantina, vestita sportiva, in tenuta da ciclista, con il viso abbronzato: 

"Se per te è solo contatto sessuale, a me sta bene così...", questo diceva l'uomo alla donna, abbronzata e dalle gambe muscolose, ferma e ben piantata a terra;

b) una ragazza, sulla trentina, con il piercing sulla guancia (non esagero, era proprio un piercing fatto sulla guancia destra), dall'interno della sua auto, una Opel Corsa nuovo modello un po' ammaccata e grigio metallizzato, mentre urla al telefono queste parole:

"Tu mi devi avvisare se vuoi usarmi come tuo sfogo personale, hai capito?! Mi devo preparare psicologicamente per ascoltare le tue paturnie, intesi?! Non so a che cazzo pensi certe volte, guarda, io non lo so proprio!!";

c) una coppietta di fidanzatini, lui massimo 18 anni e lei massimo 16; lui con i jeans strappati e la maglietta dei Nirvana e lei - alquanto dark - con un trucco pesante e i capelli neri tirati davanti a coprire il volto, le Converse (nere) ai piedi, un paio di leggins molto attillati a fasciare un discreto lato B: in questo caso le mie orecchie non captano alcun suono, né frammento di dialogo, bensì solo il pianto disperato di lei, che si abbraccia al collo di lui, e lui non sa cosa dire né cosa fare, il poveretto è in evidente imbarazzo, mentre la sua ragazza che forse non è già più "sua" non si rassegna all'idea dell'abbandono e lo abbraccia forte forte e piange a dirotto, il trucco scomposto per le lacrime copiose che sembrano non finire mai, e pare avere le convulsioni tanto piange, sembra essere preda di spasmi irrefrenabili e più piange e più si aggrappa al ragazzo, molto più alto di lei...

E uno - che è diventato "testimone per caso" di tanto dolore e di tanta incomprensione per motivi apparentemente sentimentali (o sessuali o, chissà, entrambe le cose allo stesso tempo) - si domanda: com'è possibile che in Via Mecenate, a quest'ora, in questo preciso istante, si stiano svolgendo così tanti drammi del cuore, com'è possibile, mio Dio, che nell'arco di meno di un kilometro 3 coppie stiano discutendo in un modo così "teatrale", con quello che va bene così, se per lei è solo "contatto sessuale", va bene così, basta saperlo, e quella che urla in macchina e avvisa lui che deve prima avvisarla se vuole utilizzarla come suo "sfogo personale", e che cazzo, e gli ultimi due che, in diretta e senza censure, interpretano i ruoli (eterni) della vittima e del carnefice (anche se chi è lasciato non sa, o non vuole sapere in quel momento, che anche chi lascia si sente un po' vittima e soffre, il ragazzo non sa letteralmente dove mettere le mani e mi vede di sfuggita e si vergogna per le lacrime di quella che forse non è già più la sua fidanzata, a quell'età è tutto davvero un grosso dramma, la vita stessa è una tragedia, di cui si disconosce il finale...).

E uno pensa anche a come è facile trovarsi nel momento giusto al posto giusto o, al contrario, nel momento sbagliato e sul posto sbagliato... Quanto poco dipende da noi, che andiamo a passeggio per le strade del centro e pensiamo ai fatti nostri, fino a quando qualche frase o spezzone di frase o di dialogo richiama all'istante la nostra attenzione distratta e quella frase o dialogo o pezzo di frase o di dialogo diventa così intrigante da spingerci a inventare mille ipotesi, tipo: che avrà mai fatto di male quella ragazza un po' "dark" per meritarsi questo, tante lacrime per un ragazzo come quello, che va in giro con la maglia dei Nirvana e ha l'aria da ribelle (probabilmente è nato quando i Nirvana avevano da poco ottenuto il successo con "Smells Like Teen Spirit" e io di anni ne avevo 17); o perché la donna ciclista e in forma aspira solo a un "contatto sessuale" (ma il cinquantenne si vede che è amareggiato, si nota che è lui la vittima, in questo caso, e lei sta svolgendo il ruolo della carnefice - ha il volto tirato, ma non sembra nutrire compassione per l'uomo che le parla e che fissa dritto negli occhi); o perché quell'altra urla dal telefonino che vuole essere avvisata se l'altro vuole "usarla" come "sfogo personale" (a quale tipo di "sfogo" si starà mai riferendo, in che senso quell'altro può "usarla"...); e così di seguito, in una carambola di ipotesi e incipit e sviluppi che potrebbero trovare mille diverse conclusioni (ma non l'happy end, quello, probabilmente, mai, quando si parla di drammi del cuore).

Ecco: a Via Mecenate (come in tutte le strade di tutte le città del mondo, evidentemente) ne succedono di tutti i colori, e c'è posto perfino per i drammi del cuore...

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