jueves, octubre 30, 2008

Su Donatella Finocchiaro, i licenziamenti ai precari e le proteste degli studenti (troppa la carne al fuoco, forse, ma cercheremo di essere brevi - del resto, di vita da vivere ne abbiamo solo una, ahinoi)...

La prima volta che ho visto Donatella Finocchiaro (senza sapere ovviamente che si chiamasse così e che fosse siciliana e che venisse dal teatro) fu nel film Angela, di Roberta Torre. Lì vestiva i panni della moglie di un boss locale sotto le mentite spoglie di una commessa di un negozio di scarpe. Ricordo ancora la sua camminata sensuale; gli sguardi (in primo piano) con quegli occhi che brillano (di paura o di tenerezza) e quelle labbra carnose (che invitano al bacio appassionato). Poi me ne dimenticai, fino a quando non l'ho rivista su qualche giornale di quelli tipo Tv sorrisi e canzoni e me ne sono letteralmente innamorato. Questa donna mi accende; mi fa "sesso" (come direbbe il mio fornaio di fiducia); mi ispira gioia di vivere; forse, in tutti questi anni, e dietro il viso delle varie fidanzate che ho avuto, non ho fatto altro che inseguire lo sguardo e il sorriso di Donatella Finocchiaro (e sarà per questo che alcune delle mie ex assomiglino tantissimo a lei; anche Alyssa, anche se non lo ammetterebbe mai e anche se, sì, è vero, è un po' più palliduccia della mediterranea Finocchiaro). 

Il vice-direttore sta per lasciare l'hotel e mi tuffo sul suo pc e da Google provo a fare la ricerca per immagini; voglio riempire il mio desktop delle foto di Donatella; la voglio, sì, io la desidero.

Dopo un po' torna il vice-direttore; ha appena ricevuto una telefonata dal suo capo, il direttore, quello che detiene il controllo di altri 4 alberghi (insieme al "nostro"). Per problemi di "budget" si vedono costretti a licenziarmi. Non ci sono più le condizioni (economiche) per potermi rinnovare un contratto di un anno. 2009, penso: è un numero che mi sta simpatico; chissà come andrà a finire se cominciamo così, con un licenziamento (non in tronco, almeno questo... ho un mese e passa di autonomia...).

Penso ai precari; ai licenziamenti in tronco che ci si può permettere con gente assunta in una ditta con contratto a tempo; al concetto di "liquidità" coniato dal sociologo Zygmut Bauam; al papa che dice che dobbiamo fare più figli (io ne farei pure subito uno; una femminuccia; ma la mantiene lui poi?); a quel ministro che definì i giovani di oggi "bamboccioni"; a chi, diffondendo panico e con lieve accento isterico, ha parlato in questi giorni della "fine per implosione del sistema capitalistico" così come è stato adottato dall'America libera e liberale; a chi, in questi momenti, sta ancora manifestando contro il decreto-Gelmini sulla riforma della scuola.

Penso a quello che sono riuscito a fare con una borsa di dottorato di 800 euro nette mensili per 3 anni; ai viaggi alla Sorbonne di Parigi; ai viaggi alla National Library di Londra; alle ore passate all'interno della Biblioteca Nacional di Madrid; alle conferenze e ai convegni cui ho partecipato dal lontano 2003; alla fatica di studiare in un mondo che sembra(va) andare in una direzione opposta rispetto ai miei interessi chiamiamoli illuministicamente "umanistici"...

E poi penso ai volti di questi studenti di oggi che vogliono un'Università pubblica degna di questo aggettivo e che funzioni in base al merito e non in base ai soldi o al nepotismo imperante di tanti centri di potere. Sono dalla parte degli studenti; anche di quelli che vorrebbero continuare a dare esami e a seguire le lezioni, ma non possono, perchè le aule sono occupate. Sono dalla parte di quelli che si spogliano e ridono per mettere a nudo le ipocrisie di chi davvero mette a nudo la ricerca in Italia. E poi guardo dritto in faccia il mio vice-direttore: "Bene", gli dico: "dunque da Novembre devo fare la valigia". Lui mi guarda e non capisce. Capisco che non ha capito. E me ne rallegro interiormente.

In Italia si sta facendo il massimo per rendere le persone più vulnerabili e più paurose; nel resto d'Europa non so. Mi scrive un amico uruguayano da Barcelona; dice che ha perso il lavoro ma che comunque sta cambiando casa con la sua fidanzata e futura moglie e spera che, ora che ha il permesso di soggiorno e le carte in regola, potrà trovare qualcosa che lo soddisfi; qualche mese fa, Gabriele, da Praga, mi parlava di quanto siano economici gli affitti nella città di Kafka; e un mio amico di ritorno da Dublino mi dice che si stabilirà in Irlanda perchè per quelli come lui (ingegnere informatico) il lavoro si trova subito ed è ben pagato. Ne approfitta, anche per imparare meglio l'inglese e, magari, trovare la donna della sua vita.

"A Dublino piove spesso", gli dico, come a voler rovinargli la festa.
"Sì, ma guadagno quasi 2mila euro nette di stipendio al mese", taglia corto l'ingegnere.

Il vice-direttore va via; comincio a stamparmi qualche foto di Donatella Finocchiaro. Stasera me la porto a casa; la mostro ad Alyssa e le faccio vedere quanto si somigliano. E se dirà che non è vero, non le crederò. Perchè Alyssa è una tipa molto modesta e si vede sempre brutta, anche se non lo è, ovviamente...

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