sábado, marzo 12, 2011

Sterne docet 


being firmly persuaded that every time a man smiles, but much more so, when he laughs, that it adds something to this Fragment of Life”

Questa citazione proviene dall'incipit di uno dei capolavori più divertenti e smaccatamente anachici della storia della letteratura, ovvero The Life and Opinions of Tristram Shandy, romanzo magmatico e iperrealista scritto dal reverendo Sir Laurence Sterne intorno alla seconda metà del '700 e pubblicato “a puntate” in 7 (o 9) volumi.

essendo [sottinteso: “io”] fermamente convinto del fatto che, ogni volta che un uomo sorride, o meglio ancora, quando ride, aggiunge qualcosa a questo Frammento che è La Vita”, potremmo tradurre, prendendoci più d'una libertà dal testo originale...

Sto attraversando un periodo lontano mille miglia dal sorriso (o, ancora meglio, dal riso); il mondo intero sta attraversando un periodo buio (Berlusconi è ancora vivo, la sinistra italiana è ancora alla ricerca di un baricentro, il Giappone ha appena sofferto uno dei terremoti più violenti della sua storia, Gheddafi sfida il mondo dalla sua Libia – che non si è mai sentita poi così “sua”, evidentemente -, la scuola pubblica italiana patisce i tagli della Riforma Gelmini, i ragazzi non sanno più che significato dare alla parola “futuro”, e così via discorrendo); e insomma, facendo la somma degli eventi di cui ciascuno di noi può essere testimone, c'è davvero poco da ridere. E penso (o meglio: provo a immaginare) come doveva essere la vita nell'Inghilterra (o meglio: nella Scozia) del 1750, come si viveva da quelle parti, quanti dolori e guai (sia fisici che morali) dovette sopportare sulla propria pelle il reverendo succitato, che faccia dovette fare lo stampatore che doveva prendersi la briga di pubblicare materialmente il testo del Tristram Shandy, e che faccia dovette fare la moglie di Sterne (era un pastore anglicano, poteva sposarsi pur essendo un ecclesiastico) quando questi le disse che si era innamorato di un'altra, quando ormai avevano avuto già due figli e Sterne era diventato un caso letterario a Londra, quando gli restavano pochi anni da vivere (morì nel 1768 a 54 anni, da giovane, diremmo noi oggi...).

Insomma, la vita è piena di occasioni in cui piangere e avarissima di occasioni in cui ridere (o riderne). Quando ridiamo, aggiungiamo davvero qualcosa a questo piccolo frammento che è la vita? Credo di sì, proprio perché si tratta di occasioni rare e che bisogna saper vivere al massimo, cogliere al momento opportuno, senza freni inibitori.

Ricordo spesso le amiche con cui sono riuscito a ridere di gusto. Sono state amiche gioviali, che hanno saputo ascoltarmi, consigliarmi, ospitarmi, e regalarmi un sorriso nel momento del bisogno (al momento giusto, appunto). Mi ricordo le risate con la mia ex, quando uscivamo da un cinema dopo aver visto un film che era piaciuto a entrambi, anche se per motivi diversissimi (ma tu che film hai visto? Non lo so, e se c'ero dormivo). Ricordo le risate con mio fratello, poche, ma indelebili nella mia memoria, perché scatenate in seguito a un qualche ricordo comune d'adolescenza o d'infanzia. E ricordo le risate fatte in compagnia del mio migliore amico (con lui le occasioni sono ancora frequenti, è una salvezza, poter contare su un migliore amico, quando ci si sente in difficoltà o troppo, troppo soli su questo universo). E le risate fatte con qualche vecchio compagno di scuola o con qualche amico che non vediamo più da una vita. E la risata, allora, diventa un varco, uno spiraglio, una specie di soglia da cui intravedere tutto un mondo, un mondo migliore di quello in cui ci troviamo di solito, in cui puoi smettere di avere paura della morte o di avere paura di essere tradito dall'altro, o di essere ingannato e fregato, in cui, una volta tanto, puoi toglierti la corazza, poggiare la spada a terra, e smettere di lottare, per goderti finalmente la fine dalla battaglia che quotidianamente combatti per stare su questa terra senza farti calpestare dagli altri.

E allora forse ha ragione Laurence Sterne; aggiungiamo davvero qualcosa a questo Frammento di Vita (della Vita), quando sorridiano o, ancora meglio, quando ridiamo. Anche se è difficile ridere e complicato trovare le persone giuste con cui la risata sgorga in maniera spontanea e naturale, senza falsità o ipocrisie varie nel mezzo a rovinarci il panorama e la giornata...

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