lunes, diciembre 15, 2008

Luoghi percorsi e frequentati nell’arco di una giornata

 

Ci sono dei giorni durante i quali il nostro “io” (con tutto l’ambaradan di corpo e di spazio e di mente e di cellule che esso si porta dietro) percorre (o si trova ubicato in modo temporaneo in) una diversità – a volte davvero – impressionante di luoghi e posti e città diverse. E quando accade, quando il corpo e la mente si ritrovano per lassi di tempo determinati dentro (o entro) spazi, città e luoghi diversi, quando ciò si verifica (per una molteplice e variegata serie di concause che non è qui il caso di nominare) allora è come se l’ “io” si disperdesse e non fosse più “io” (o come se l’ “io” facesse una fatica immane nel riconoscersi come “io” e nel ricostruire con esattezza l’ordine cronologico degli spazi visitati).

Questa giornata che si appressa a finire è stata, per me, una di quelle: provo a fare mente locale; dunque, sono stato, in meno di 24 ore in due città diverse: Firenze e Pisa; in molti luoghi diversi: casa mia, la strada che da casa mia porta alla stazione, dentro il treno regionale che unisce Firenze a Pisa (direzione Livorno), la strada che dalla stazione centrale di Pisa porta all’Istituto Comprensivo “Fibonacci”, dentro le aule 1A, 2A, 1B e 2B (con relative classi di studenti di medie scalmanati e indisciplinati), dentro la segreteria (e poi la presidenza) di suddetto Istituto, di nuovo lungo la strada che porta dalla scuola alla stazione, dentro la mia ex-casa pisana in compagnia di un mio ex-coinquilino, lungo la strada che unisce la mia ex-casa con l’Università, l’Università di Pisa (in particolare, dentro un ufficio di una mia collega nel Dipartimento di Lingue), poi dentro il bar sotto il Dipartimento, e poi di nuovo per strada, fino a raggiungere la biblioteca di Scienze Naturali (una biblioteca ultra-moderna e nuova di zecca, computer Mac per gli utenti, possibilità di navigare in internet gratis via wireless se si è studenti e si è dotati di apposito numero di matricola), e poi di nuovo la strada fino alla stazione centrale di Pisa, e di nuovo ancora dentro il treno regionale che unisce Pisa a Firenze Santa Maria Novella, e da qui all’hotel Magnum, in viale Amendola, vicino Piazza Beccaria, per risalutare degli ex-colleghi cui sono rimasto particolarmente affezionato, e poi di nuovo lungo la strada che, percorsa in bici, mi ha riportato finalmente dentro casa mia, zona Piazza Le Cure, vicino a viale dei Mille…

L’ “io” si smarrisce e si domanda quanti “io” siamo stati per tutte quelle persone con cui siamo entrati in contatto, con tutti quelli che conoscevamo già prima o con quelli che non conoscevamo affatto, quanti “io” siamo stati mentre parlavamo con l’amico di vecchia data, la collega dalla gonna dallo spacco provocante, la sindacalista dalla faccia acida, la preside dalla faccia stressata e i capelli arruffati, gli studenti che fanno i furbi e le pernacchie, gli studenti universitari che, chini sui libri, fanno delle lunghe pause davanti ai Mac e si mettono a chattare con gli amici via messanger, la barista, i camerieri, i controllori dei treni, i barboni di Santa Maria Novella, i drogati che ti chiedono 2 euro per il biglietto, la fidanzata che ha appena finito di prepararti la cena…

Il solo elenco delle persone e dei luoghi che “io” ho percorso o visitato temporaneamente in questa giornata mi da i brividi… Troppi posti diversi e troppi “io” contrapposti da poter ricordarli e visualizzarli tutti… Troppi luoghi che ci hanno ospitato troppo in fretta forse; e chissà se domani avremo voglia o modo di tornarci; e chissà fino a quando queste strade che percorriamo ogni giorno ci vedranno ancora passare come “passanti abiutali”…

2 comentarios:

  1. L'io riflesso è sempre stato un tema che mi affascinato molto. E mi vieni in mente quell'uno, nessuno e centomila che è impareggiabile nel descrivere (le) l'identità di ognuno... siamo uno - perchè ci trasciniamo nei secondi e negli anni, ma rimane sempre qualcosa di stabile e fisso e immutabile che come un filo sottile segna i percorsi a cui si aggrappano le nostre esperienze e i nostri pensieri - siamo nessuno - quanto ci conosciamo e riconosciamo, in fondo? - siamo centomila - perchè siamo la figlia, l'amica, la fidanzata, la collega, la sconosciuta che incrociamo sull'autobus.
    Mitiko Anto, sempre bellissimo leggerti.
    Rosa

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  2. Ro, troppo gentile! A me invece ronza in testa quella foto, quella tua sul tuo blog, "sombras" mi pare che s'intitolasse, è una delle mie preferite! Sigue asi, mitika!

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