domingo, octubre 04, 2009

Los cronocrímenes (tit. ing.: "Timecrimes"), di Nacho Vigalondo (Spagna, 2007)



Sono sempre stato affascinato dai film che parlano di "manipolazioni temporali" o che tentano d'indagare i paradossi legati allo scorrere del tempo (in cui tutti siamo immersi, volenti o nolenti, fino al giorno della nostra morte, quello della dipartita definitiva dal tempo, appunto). Credo di aver visto Back to the future ("Ritorno al futuro", USA, 1985) di Robert Zemeckis almeno 12 volte; e mi è piaciuto molto anche Memento (USA, 2000) di Christopher Nolan, sul detective che perde la memoria e che riesce a risolvere il caso (scoprire chi sia lui stesso, tra le altre cose) grazie agli appunti che si scrive su dei foglietti tipo post-it proprio perché ha una memoria a corto raggio troppo scarsa. Ho amato perfino quella commediola leggera interpretata da Bill Murray e intitolata Groundhog Day ("Ricomincio da capo", USA, 1993) su un povero meteorologo che finisce "incastrato" e obbligato a vivere sempre lo stesso famoso "Giorno della marmotta"...(il film, tra le altre cose, è ripreso - anche se solo di traverso - anche nel numero di questo mese di Dylan Dog, "Il giorno del licantropo", albo n.277, interessante e perfettamente disegnato da quel maestro di Angelo Stano).

In questa categoria possiamo far rientrare anche il geniale Los cronocrímenes ("Timecrimes", in inglese; "Crimini temporali" o "Crimini nel tempo", potremmo tradurlo in italiano) del giovane regista spagnolo Nacho Vigalondo. Il film evoca due capolavori della storia della letteratura "fantastica": Dr. Jekill and Mr Hyde di R.L. Stevenson (1886) e The Time Machine di H.G. Wells (1895). Non è un caso che entrambe queste storie abbiano ispirato un'infinità di trasposizioni cinematografiche. Il cinema è l'arte di manipolare il tempo ed è anche uno dei pochi strumenti "artificiali" in grado di farci vedere il lato "oscuro" della realtà e dell'animo umano. E così, Vigalondo parte da questi due grandi racconti quasi-archetipici per mettere in atto la sua personale "variazione sul tema", con tutta l'innocenza e l'ardore e l'abilità del regista che si trova a girare la sua opera-prima...

E' geniale la scelta dell'attore protagonista: faccia da perfetto uomo qualunque, o vicino della porta accanto, grasso e goffo, Héctor (interpretato dal bravissimo - e a me sconosciutissimo - Karra Ejelalde) si ritrova per sbaglio all'interno di una macchina del tempo ancora in fase di rodaggio. Il ragazzo che l'ha inventata ha sbagliato i suoi calcoli e così Héctor si ritrova un'ora indietro rispetto al suo tempo presente. Come fare per risolvere il problema? Rientrare nella macchina e spostare la lancetta di un'ora avanti?

Il film coinvolge lo spettatore grazie a una sceneggiatura veramente originale e ricca di colpi di scena che nemmeno il cervello più cervellotico poteva inventarsi.

Ma non finisce qui: Vigalondo sa infilare scene comiche o tragicomiche perfino nei momenti in cui la paura e la tensione sono espresse al loro massimo grado. E sono pochi i registi che sanno fare una cosa del genere.

Qui è possibile vedere il trailer del film:

http://www.youtube.com/watch?v=gfyQia26_mU

Mentre questo qui sotto è il bravissimo Karra Ejelalde:

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