The Sopranos (o dei personaggi "ambivalenti")
Mentre
provo a riprendermi da una settimana intensa (un congresso durato un’intera
giornata, con 8 interventi, tra cui quello di una collega della “Sapienza”, che
ho ospitato e cui ho fatto ovviamente da cicerone in queste giornate quasi primaverili;
le lezioni – ma per fortuna stiamo per giungere alla fine di questo primo lungo
semestre; gli esami – sia quelli da preparare che quelli, scritti, da
correggere; le cene e la vita sociale molto vivace con la mia compagna d’avventura;
le email a cui rispondere e quelle da cestinare subito se non si vuole
rischiare l’intossicazione da email arretrate; etc. etc.), riguardo con rinnovato
stupore quella che, a mio modesto parere, è una delle serie più belle di tutti i
tempi: The Sopranos, di David Chase (andata
in onda negli USA tra il 1999 e il 2007).
Come
non restare a bocca aperta di fronte alla bravura dello sceneggiatore e dei
registi che si alternano nelle varie puntate? Come non restare scioccati dal
ritmo della narrazione? Come non sorprendersi della bravura degli attori (primo
fra tutti, James Gandolfini, che interpreta Tony Soprano, il protagonista, il
boss della mafia del New Jearsy di origini irpine, che è costretto ad andare
dalla psichiatra per poter far fronte agli attacchi di panico e ai continui
svenimenti)? Come non applaudire di fronte a certi finali (con l’uso sapiente e
spesso ironico delle canzoni che fanno da colonna sonora)?
Oggi
mi sono re-imbattuto nell’ultima puntata della seconda stagione: Tony Soprano non
riesce a dormire; ha gli incubi; suda freddo. Intossicazione alimentare. Ha
mangiato cibo indiano e vomita tutto. Intanto, nei vari sogni, si insinua un
sospetto atroce: forse Pussy (“Big Pussy Bonpensiero”), uno dei suoi migliori amici
e alleati, lo sta tradendo, sta facendo la spia all’FBI… Tony urla e si dispera
e vomita e ci pensa e ci ripensa, finché non è lo stesso Pussy a confessare,
sotto forma di un pesce immerso nel ghiaccio e pronto per essere comprato al
mercato…
Non
contento e non del tutto sicuro del messaggio ricevuto in sogno, Tony Soprano e
i due fedelissimi Silvio Dante e Paulie Gualtieri vanno a trovare Pussy a casa
il mattino dopo l’incubo. E qui, in camera da letto, fingendo che deve tornare
a vomitare in bagno, mentre gli altri sono in cucina a farsi un caffè, Tony scopre la
verità: le cimici che l’FBI ha dato a Pussy per registrare le loro
conversazioni (nascoste dentro una scatola di sigari pregiati).
La
scusa che inventa Tony è banale: vuole comprare una nuova barca e invita Pussy
ad andare a vederla insieme. Pussy accetta, finché Tony lo fa accomodare in cabina e gli chiede perché: “perché mi obblighi a farti del male?”.
Pussy
non sa più che rispondere: sa che a partire da quel momento, non avrà scampo. I quattro amici provano a rimembrare i bei vecchi tempi;
Paulie e Silvio gli offrono anche la tequila, che Pussy beve a grande velocità
per stordirsi. Infine, chiede un’ultima cortesia al suo ex-migliore amico: “Per favore,
non sulla faccia”. E i tre sparano. E Pussy cade a terra.
Sono
scene ricche di suspense: i dialoghi, essenziali, ci informano su ciò che c’è da
sapere; gli sguardi, i primi piani, tra cane e gatto, o tra gatto e topo, fanno
il resto…
Ma
la puntata va avanti: Tony viene scocciato dalla madre, cui ha dato dei biglietti
fasulli per prendere l’aereo e allontanarsi da casa sua (il rapporto edipico tra i due meriterebbe un discorso a parte, ma andiamo avanti...). La polizia
aeroportuale l’ha fermata. Ora ha bisogno di un avvocato. Intanto, l’FBI si
reca a casa di Tony Soprano proprio per incolparlo della falsificazione. Meadow
(sua figlia appena maggiorenne) s’imbatte nel padre circondato dalla polizia
insieme alle amiche. Il giorno dopo riceverà il diploma ufficiale e si dispera e
si offende perché suo padre non ci sarà. Ma non è così. Tony riesce a pagare la
cauzione e si presenta puntuale alla cerimonia.
Il
finale è una sorta di riassunto della doppia vita del boss: mentre a casa si
festeggia la neo-diplomata, con i fedeli alleati al seguito, la telecamera ci
mostra con eleganza e quasi al ralenty le mille attività illecite che permettono
ai Soprano di fare la vita dei ricchi.
Ultimo
scambio di sguardi: quello fra Tony, con il sigaro in bocca, e Carmela Soprano,
sua moglie.
È
raro vedere tanta ambivalenza in un solo personaggio come questo: la moglie (ultra-cattolica e osservante) sa
che se vivono nel lusso è perché suo marito sguazza nel crimine. C’è anche la
moglie di Pussy, che si domanda dove diavolo si sia cacciato il marito (che ancora non è arrivato). E Tony
sorride, ci sorride, sornione, immerso nel fumo del sigaro.
Alla
prossima puntata…
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