Oggi
Allora, oggi è sabato 28 dicembre del 2024 e io sono riuscito a tornare in Italia sano e salvo. Non ci sono stati incidenti aerei, né imprevisti mortali, anche se un raffreddore tremendo e un forte mal di schiena mi hanno obbligato a prendere medicinali e a stare disteso a letto per tutta la giornata, dopo quasi 10 ore e mezzo di spostamenti in macchina, aereo, bus. Roma è inondata dal sole, anche se fa freddo. Il paesino sui monti abruzzesi in cui sono nato è circondato dalle vette innevate (triste la notizia dei due amici morti assiderati sul Gran Sasso...una montagna che mi ha fatto sempre paura e su cui non sono mai riuscito a salire).
I miei fratelli mi conoscono bene e così, sulla scrivania, mi attendono due saggi molto belli e molto densi: Visus (Torino, Enaudi, 2024) di Riccardo Falcinelli e Pensare con gli occhi (Milano, Mimesis, 2017) di Harun Farocki. Ultimamente, oltre che dalla scrittura del libro, sono ossessionato dai saggi sull'immagine. Mi chiedo perché sia così ossessionato da questo argomento. E non trovo risposta, anche se mi sembra che il saggio di Falcinelli sul volto e quello di Farocki sul pensare con gli occhi facciano rima interna tra di loro (sono certo che da entrambi riceverò una montagna di stimoli, informazioni, sollazzo e piacere sia visuale che intellettivo).
Oggi è 28 dicembre del 2024, ergo, mancano appena 3 giorni per dare fine a quest'anno e inizio al 2025. Desideri nel cassetto: riuscire a vedere stampato il libro (ho appena aggiunto una nota al pie di pagina che non so se lascerò al suo posto; per ora si viaggia a quota 208 pp.).
Il mal di gola persiste, quello di schiena pure, anche se leggermente meno doloroso. Domani andremo a vedere molto probabilmente l'ultimo film di Pedro Almodóvar, La stanza accanto, o La habitación de al lado, di cui ho letto recensioni molto positive.
Di notte, m'imbatto in uno dei primi film di Almodóvar, ¡Átame!, ovvero, Legami!, con due giovanissimi Antonio Banderas e Victoria Abril, e mi ha fatto effetto vederlo all'interno di un ciclo chiamato "España carnal". Mi domando (ancora oggi) da dove deriva questa tendenza tutta italiana (tutta nostra e nostrana) a identificare "l'ispanicità" nella "carnalità" e nella "passionalità", nel Sesso e in Eros... C'entrerà qualcosa anche il mito della Carmen di Bizet? Non tenderanno per caso anche i francesi a far coincidere la Spagna con la carnalità?
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