domingo, julio 04, 2010

Nacho Vigalondo e la fantascienza

Lo devo ammettere, non sono un fan del genere “fantascientifico”, però Nacho Vigalondo (il giovane e talentuoso regista spagnolo del fenomenale Los cronocrímenes – di cui ho parlato anche in questo blog qualche tempo fa) mi sta facendo apprezzare il genere, mi ci sta facendo avvicinare in modo sempre più deciso…

Prendiamo l’ultimo cortometraggio, visibile sul sito dello stesso regista (link a lato, tra i miei preferiti): “Tres relatos de ciencia ficción” (a quanto vedo il film parte da solo, in mediaplayer, non appena ci si collega al blog dell’autore – e anche questo dettaglio è alquanto inquietante, ora che ci penso). Si tratta di un cortometraggio che, come suggerisce il titolo, è diviso in 3 parti, 3 mini-racconti fantascientifici. Una roba che dura appena 2 minuti e 54 secondi. Eppure, Vigalondo è capace di: a) raccontare 3 storie; b) intrecciarle perfettamente tra di loro; c) trasmettere paura, ansia, senso di vertigine e smarrimento o spaesamento; d) suscitare domande esistenziali su chi siamo e dove andiamo e da dove veniamo; e) trasmettere allo spettatore il veleno del dubbio; f) intrattenere con una suspense calibratissima, tutto in quei 2 minuti e 54 secondi che dura il cortometraggio…

Non mi sogno nemmeno lontanamente di riassumere la trama di “Tres relatos de ciencia ficción”. Faccio solo notare che Vigalondo costruisce l’intero film sui primi piano (o dettagli) di immagini che provengono dallo schermo di un computer (preferibilmente da internet). Spunto geniale: quando dice che il suo migliore amico, tra i contatti su Facebook, ha incluso anche una bella ragazza che lui ha conosciuto solo il giorno prima. Questa ragazza, tra i contatti, ha anche: il suo migliore amico, sua madre, sua zia e il figlio piccolo di un collega…Un figlio che ha solo dieci anni e che, scopriamo, è nato da un padre che sembra essere morto venti anni prima…I calcoli non tornano; c’è qualcosa che non va (o che continua a non andare). La domanda essenziale è: da quanto tempo siamo qui? (ovvero: “what’s on your mind?”)…

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