martes, julio 06, 2010

Nostalgia di Roma

[come ogni anno in questo periodo dell'anno]


Nostalgia di Roma, delle sue strade trafficate e incasinate, piene di smog e di barboni che nemmeno ce la fanno a chiederti l'elemosina, tanto sono stanchi (o sbronzi o mezzo morti). Nostalgia della capitale e, in particolare, delle strade che ho percorso in lungo e in largo quando ero studente universitario e mi dilettavo di Letteratura... Dov'è, oggi, Via del Corso? E Largo Argentina? Quanti gatti pascolano, ancora, in mezzo alle colonne spezzate e agli altri resti dei Fori Romani davanti alla libreria Feltrinelli? Adoravo, all'epoca, andare da Via Merulana fino a Colle Oppio passando per Via Mecenate...E poi San Pietro, attraversare Ponte Milvio, costeggiare il Tevere fino alla famosa Isola Tiberina (inevitabile, il ricordo si sposta su quella sequenza quasi-pasoliniana in cui Nanni Moretti cammina da solo e poi corre e sale e scende dai parapetti dell'ospedale che si trova sull'Isola Tiberina, mentre pensa a suo figlio, a Pietro, che lo ha reso da poco padre, quanta poesia in quella passeggiata solitaria, con la moglie ancora dentro il reparto maternità, quanta dolcezza di neo-padre, in quella sequenza che dura così poco e colpisce così a fondo)... E poi i pub di San Lorenzo, quante serate passate a parlare di politica e donne insieme alle amiche di facoltà, davanti a una birra scura doppio malto, la Rive Gauche, oddio, te la ricordi la Rive Gauche? Esisterà ancora quel pub? E quella creperia e cornetteria aperta tutta la notte? E quella di Via Barletta, all'uscita della Metro Lepanto? Quant'erano buoni quei cornetti e quanto costavano poco (1000 lire, all'epoca, se non ricordo male - ci facevamo i kilometri, io e mio fratello, per andarli a comprare la notte e gustarli la mattina dopo sul tardi)...E il quartiere Ostiense, quello che ospitava l'Università rivale, la basilica di San Paolo Fuori le Mura, la Piramide Cestia (quasi un faro nelle notti alcolizzate dei primi tempi, quando serviva a orizzontarti e a indicarti la strada di casa)...E la Cristoforo Colombo fino al Luna Park dell'Eur (percorsa con scooter truccati lanciati a velocità non consentite dalla legge), per andare a seguire i concerti di Jovanotti e Ligabue (o Vasco Rossi), a quello che oggi chiamano il Palalottomatica (che orrore)...E poi il Viale dell'Università, Piazza Bologna, Via Stamira, Via Livorno, Via Nomentana percorsa in salita e a piedi fino a Via Carlo Fea numero 2, nella mitica, leggendaria sede distaccata di Lingue e Letteratura Straniere, la favolosa Villa Mirafiori...E la mensa di Viale Ippocrate (o forse era un'altra?), e Via del Castro Laurenziano, e Viale Regina Elena con quel tram, come si chiama, qual era il numero?, quel tram che attraversa mezza Roma, e porta su su, in cima, lungo Via Flaminia, fino a Via di Valle Giulia (architettura) e fino a Piazzale Thorwaldsen (da dove comincia la serie delle Accademie e delle varie Ambasciate, nei pressi o proprio in mezzo al verde di Villa Borghese)...E quanti libri letti sulle panchine di Villa Borghese, al tramonto, quante ragazze conosciute sulla scalinata di Trinità dei Monti, vicino la casa di Keats, e quanti tramonti (o albe) contemplate dal Pincio, quante passeggiate fino al McDonald di Piazza di Spagna, quante nottate passate a passeggiare davanti al Senato, in Via del Quirinale, prima di riprendere la lunga, infinita Via Nazionale e tornare poi a Piazza della Repubblica (Feltrinelli International e MelBookStore nel mezzo)...Oppure il percorso parallelo, Via Cavour, la salita di Via Giovanni Lanza prima d'incrociare nuovamente Via Merulana e passare per Via dello Statuto fino alle palme altissime di Piazza Vittorio (la piccola Torino, la chiamano a Roma i romani "de Roma")...E poi Via Leopardi e poi ancora Via Principe Amedeo, Via Marsala e finalmente la Stazione Termini (il punto di ritrovo e di smistamento di milioni di viaggiatori e nomadi e senza fissa dimora) da dove sono partito tante di quelle volte che ormai ho perso il conto e dove sono tornato così spesso e sempre con la stessa gioia di camminare, di lasciarmi coinvolgere, trasportare, trascinare dalla vita frenetica di una città caotica, bellissima e casinista come Roma capoccia...

4 comentarios:

  1. E' una meravigliosa descrizione di Roma. Sembra di vederla, o rivederla, così com'è disegnata nei miei ricordi, con i suoi colori e la sua luce. Anche io ho studiato a villa Mirafiori, un luogo incantevole, difficile se non impossibile da dimenticare, se ne può sentire una nostalgia straziate.

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  2. Grazie mille per il (generoso e forse immeritato) complimento! Eh, sì, chi è passato tra le aule di Villa Mirafiori, non potrà dimenticarlo...

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