jueves, noviembre 18, 2010

La dolce vita, dopo 50 anni

Ieri ho approfittato della proiezione gratuita de La dolce vita per potermi godere la visione sul grande schermo del capolavoro di Fellini. Ho scoperto su internet che l'iniziativa è stata curata da Mediaset e Medusa (qualcosa di buono lo fanno anche loro, ogni tanto). E mi ha fatto effetto, mi ha impressionato rivedere questo film al cinema. 

La prima volta che l'ho visto non mi piacque molto; avevo 18 anni, e non avevo capito bene di cosa parlasse il film. Oggi che sono cresciuto e che ho potuto apprezzare tutta la brillantezza (e il sonoro ripulito) della versione restaurata del film ho capito alcune cose che voglio elencare per fare chiarezza a me stesso e non perdere il filo (del discorso sul film stesso):

a) nei film di Fellini (come pure in questo) c'è sempre un mucchio di gente che chiacchiera nelle lingue più diverse; La dolce vita è un film cosmopolita perché le persone (e i personaggi?) che lo popolano vengono dai posti più disparati e parlando (accavallandosi fra loro) ognuno la loro lingua (francese e inglese su tutte); lo spettatore finisce in mezzo a molteplici conversazioni che è letteralmente impossibile seguire in modo logico; la macchina da presa aleggia su queste persone e sulle loro chiacchiere come un ospite volante che tutto osserva e tutto ascolta;

b) i film di Federico Fellini sembrano opere circensi: ci sono sempre personaggi che si comportano come pagliacci; che fanno i pagliacci; o che ballano, si divertono e urlano come fossero al circo; in tal senso, il personaggio di Anita Ekberg è un vero spasso; è la fanciulla che balla e danza e canta e ride con tutti (fino a stregare Marcello Mastroianni dentro la Fontana di Trevi - una di quelle sequenze che conoscono tutti, anche quelli che non hanno mai visto La dolce vita).

c) La dolce vita non è affatto un film allegro (al di là del suo impianto circense): anzi, qui si parla molto di morte. E di morti. Non solo quella spirituale (quella metaforica che sembra colpire molti degli amici che frequenta Marcello - e Marcello stesso ne soffre; non riesce a cambiare vita, si sente morto dentro; partecipa alle festicciole dei ricchi, ma senza entusiasmo; si ubriaca e torna dalla fidanzata cui mette le corna, ma non l'ama; si invaghisce della Ekberg, ma è solo il flirt di una notte romana romantica; etc. etc.), ma anche quella fisica. L'amico musicista Steiner si suicida, dopo aver sparato ai due figli piccoli. E nell'episodio del "miracolo della Madonna" ci scappa il morto. Anche lì, anche in quella scena (tragicomica) in cui le persone si attaccano alla speranza, dando credito alle visioni mariane di due bambini che, forse, si sono inventati tutto...




d) La dolce vita è un film misterioso: è pieno zeppo di simboli o di immagini che sembrano assurgere al ruolo di simboli. Prendiamo anche solo la prima scena e l'ultima: all'inizio vediamo un Cristo (una statua) appeso con delle funi a un elicottero. "Dove lo portano?", chiedono delle fanciulle prosperose a Marcello, che si trova, insieme ad un altro suo collega giornalista, dentro l'elicottero... E prendiamo l'epilogo, quando Marcello e gli amici finiscono in riva al mare e vedono il "mostro", una sorta di pesce gigante, una specie di polpo enorme, che fissa coi suoi occhi ancora vivi la faccia di Marcello... E ancora: la ragazzina che Marcello ha incontrato in precedenza in un bar e che gli dice qualcosa che non riusciamo a sentire per colpa del rumore delle onde del mare... (e con le parole incomprensibili della ragazzina si chiude il film)...

e) La dolce vita è un film che spiazza. Dura quasi 3 ore; eppure...vorresti che non finisse mai.
E' pieno di eleganza, eppure... parla di cose "sporche" o che possono "avvelenare" l'animo dello spettatore. E' pieno di innocenza (e di leggerezza), ma ruota attorno a "eros" e "thanatos"...



 f) La dolce vita ha un titolo che è un ossimoro: perché la vita che fa Marcello e quella che conducono gli uomini e le donne che frequenta tutto è fuorché "dolce"... Vuota, apatica, superficiale, vana, ma non dolce... O dolce solo all'apparenza. Il film scava dietro quest'apparenza per vedere cosa si nasconde dietro... E lo fa fino in fondo e con un coraggio notevole.



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