miércoles, diciembre 30, 2009

Buoni propositi per il 2010





Come ogni anno, verso il 31 di Dicembre, quando ci si prepara tutti a salutare il nuovo anno con il sorriso (spesso forzato) sulle labbra e i calici di spumante (o di champagne) in alto, scatta l'ora dei buoni propositi. Come ogni anno, checché se ne dica, uno è spinto a porseli, questi benedetti buoni propositi, non foss'altro che per una specie di tradizione diventata ormai superstizione. E così, come ogni anno, a fine anno, provo a immaginarmi cosa m'aspetta e cosa devo riuscire a svolgere al meglio:

1) lavoro (precario) a scuola (mi hanno tolto una classe, ma le altre 3 della sezione B sono in mano mia; devo riuscire a fare meglio; quelli che hanno l'insufficienza devono studiare di più, ma anch'io devo rallentare per dare loro il tempo per recuperare, sennò diventa una corsa a ostacoli e chi arriva primo è sempre il primo della classe e io m'annoio, se non vedo sviluppi e miglioramenti in progress da parte di tutti, anche di quelli più deboli);

2) lavoro (precario) all'Università (30 ore di Lingua Spagnola per quelli del I anno; sarà dura, anche perché varie colleghe mi hanno confessato che il clima è cambiato; oggi arrivano all'Università studenti distratti, demotivati, che non conoscono l'italiano, figuriamoci una seconda - o una terza - lingua straniera; gente che si trova lì per caso, perché così vogliono i genitori che pagano le loro tasse, perché in Italia, si sa, non c'è lavoro, e allora che fai? Passi un po' d'anni all'Università, t'iscrivi a un qualche corso che possa anche solo lontanamente titillare la tua già scarsa voglia di studiare, e aspetti...l'Università italiana come parcheggio per chi non vuole o non trova lavoro...mah! La vedo dura...Provare a ripassare il materiale che mi consegnerà Rosa a breve e provare a catturare la loro attenzione con la massima professionalità possibile; poi si vedrà);

3) traduzione di romanzo picaresco minore (una follia, un'impresa titanica, forse, per le mie capacità traduttive dallo spagnolo - seicentesco - all'italiano - contemporaneo; ma ormai ho dato la mia parola, cazzo, mi sono compromesso, non posso tirarmi indietro proprio ora - anche se non sono ancora a metà dell'opera e trovo ostacoli che mi paiono insormontabili; portare a termine nel modo più decente possibile questa cosa; consegnare alla casa editrice in tempo per i termini fissati nel contratto - che, fino a oggi, non ho ancora visto - e sperare che la prof.ssa che dirige la squadra non si penta di avermi assegnato quest'incarico);

4) relazione con Alyssa - o della mia "vita sentimentale" (qui i nodi da sciogliere sono tanti; forse troppi; forse ci lasceremo, perché quando a nessuno dei due, all'interno di una coppia, va di lottare, allora vuol dire che la battaglia è definitivamente persa; spero tanto di continuare a combattere; certo è che se ci dobbiamo rimettere la nostra sanità mentale e la nostra serenità, tanto vale allontanarsi e seguire ognuno il proprio cammino; anche solo pensarci mi fa male, e mi fa venire i brividi, e mi fa incazzare come una bestia, ma questa è la realtà, inutile, ormai, fare finta di niente; frase storica - di mia madre, saggia marsicana dei tempi che furono: "si fa presto a lasciarsi, il difficile è stare insieme"; come darle torto).

Sono solo 4 punti; ce ne sarebbero degli altri, ma per ora provo a fissarmi questi 4 buoni propositi...poi vedremo di affrontare anche gli altri...La precarietà continua (in tutti i sensi); la voglia di porvi fine anche (ma mi sa tanto che è un'utopia, di questi tempi bui).

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