miércoles, diciembre 23, 2009

Lasciami entrare, di Tomas Alfredson (Svezia, 2008): una storia (originale) di vampiri (preadolescenti)


Me ne aveva parlato bene una persona amica con cui ho sempre avuto una forte intesa intellettuale e devo dire che, ancora una volta, ho fatto bene a fidarmi di lei... Lasciami entrare(tit. originale: Låt den rätte komma in) è un film horror svedese del 2008, il regista - Tomas Alfredson - è un giovane che si è fatto le ossa nei circuiti del cinema indipendente e che, con questo piccolo capolavoro, ha ottenuto un successo internazionale (a quanto leggo dalle prime ricerche fatte su Google).


Quello che colpisce è innanzitutto l'originalità del plot: lo spettatore intuisce che si tratta di un film di vampiri, ma capisce anche subito che qui si trova davanti a una storia di vampiri davvero originale. La protagonista è Eli, una ragazzina di 12 anni, dall'odore strano, a detta di Oskar, il fanciullo biondo coetaneo che le abita affianco. Occhioni verdi e capelli perennemente smunti, Eli diventa poco a poco amica e confidente di Oskar, un tipo timido che non riesce a difendersi dagli atti di violenza dei bulli della sua classe. Eli vive da sola con il padre, un uomo ambiguo sin dalle prime inquadrature del film. Se in un primo momento potrebbe sembrare un pedofilo che ha appena accalappiato la preda, nel corso della trama ci dimostrerà tutta la sua umanità di padre in quando succube di una figlia che lo maltratta e, addirittura, lo spinge a raccogliere letteralmente per lei il sangue umano di cui questa si nutre.


Ma anche Oskar è ambiguo: soffre in silenzio gli sgarbi pesanti dei compagni di scuola, eppure gira in casa nudo con un coltello tra le mani. Anche lui vive da solo con la madre, apprensiva e divorziata.

Al di là del tema del vampirismo, quindi, appare evidente come qui la trama si snodi grazie al modo con cui il regista ci dipinge: a) la società svedese di oggi; b) i rapporti interpersonali (padri-figli e preadolescenti tra loro); c) il paesaggio naturale che fa da sfondo centrale all'azione (una città svedese di cui non ci viene detto il nome, perennemente avvolta in una cappa di silenzio e neve e ghiaccio).

Per certi versi, si tratta di un film poetico. Non c'è quasi inquadratura che non trasmetta questa sorta di alone d'incomunicabilità che esiste tra i vari personaggi (protagonisti o comprimari che essi siano). C'è sempre come un'aria di tempesta che sta per arrivare o di violenza trattenuta che, nei momenti in cui esplode, ci terrorizza e può far saltare dalla sedia.

La preadolescenza come mondo a sé; l'età adulta come mondo oscuro che fa paura; i rapporti d'amore o di consanguineità come enigmi affascinanti e pericolosi.

Un film horror che riesce a parlare di tutte queste cose e che, per giunta, lo fa sfruttando un tema antico come il cinema qual è il vampirismo (oggi così tanto abusato - vade retro Twilight!) non può non essere un piccolo capolavoro; da rivedere e tenere sott'occhio anche per chi non è propriamente un amante del genere.

P.S.: perché non mi sono piaciuti (o non mi hanno convinto) invece film come Jennifer's body (di Karyn Kusama) o Antichrist (di Lars von Trier) o Twilight (di Catherine Hardwicke) o L'incarnazione del demonio (di José Mojica Marins)? Beh, se ci rifletto e li metto a confronto con Lasciami entrare la risposta è presto detta:

a) perché il primo è una vera e propria scemenzuola per adolescenti in calore (anche se Megan Fox merita, ovviamente, tutto il nostro plauso caloroso);
b) perché il secondo è insulso e pretenzioso (addirittura, a Venezia, nella conferenza stampa durante la Mostra del Cinema, quel matto di von Trier ha citato Dante e il suo Inferno come fonte d'ispirazione!);
c) perché il terzo è una scemenzuola per adolescenti romantici;
d) perché il quarto è uno "splatterone" senza un minimo (un minimo!) di trama decente...(anche se Zé do Caixao mi fa ridere e qualche scena "no tiene desperdicio", come si dice in spagnolo - tipo quella in cui una fanciulla dalle forme provocanti per punizione viene sadicamente cucita all'interno di una carcassa di maiale...).

Ciò detto, ribadisco: Lasciami entrare è una spanna superiore a questi film di genere (che poi uno li guarda anche perché lo riportano indietro nel tempo, a quando era un adolescente romantico o in calore... Non è che si può stare sempre là ad attivare il cervello e a guardare tutto Ingmar Bergman o Jean-Luc Godard o, per dire, l'opera omnia di Andrej Tarkovskij!).

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