Appendic(it)e
Umorismo: termine arduo a definirsi, per le molte sfumature che comprende; si può descriverlo come una forma superiore di comicità, che scaturisce da un modo scherzoso ma simpatizzante di considerare le cose, o dal compiacersi di accostamenti assurdi e incongrui, o dal trattare con gravità argomenti futili, o dal nascondere sotto il sorriso una profonda tristezza. L'umorista sembra occupare un posto intermedio tra lo scrittore comico e il satirico; non si accontenta di ridere, e non si adira: penetra al fondo, e compatisce.
(sub voce, dall'encicpledia Hoepli, Milano, Ulrico Hoepli Editore, 1968).
Umore: "lo stile è propriamente un fenomeno di ordine germinativo, è la trasmutazione di un Umore" (e notare bene l'uso della maiuscola!)
(da Roland Barthes, Il grado zero della scrittura, Torino, Einaudi, 1961).
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