miércoles, junio 17, 2009


Sere d'estate (col cinema all'aperto)

Queste serate d'estate mi ricordano quelle altre, quelle passate a mettere film per il rispettabile pubblico radunato in piazza sotto il cielo stellato e pronto a farsi stregare dalle immagini in movimento sul grande schermo... Mario correva con la macchina fino a Roma per prendere la pizza con la pellicola che prevedeva il copione, ovvero il nostro programma cinefilo dell'estate, mentre Antonio si preoccupava della parte "colta", contattava via telefono i vari attori e registi eventualmente interessati a venire a farci visita, il Cinema Vittoria di Tagliacozzo, che ambiente, ragazzi, che posto fantastico, che bell'aria si respirava presso la mitica "Associazione Tempi Moderni" (dal titolo dell'omonimo capolavoro di Charlie Chaplin), mentre io mi occupavo più umilmente di diffondere nel modo più capillare possibile i volantini e i manifesti formato maxi con sopra stampigliato il titolo del film del momento, ogni mattina un giro diverso in bicicletta o in macchina, nei paesi della zona, per far sapere al maggior numero possibile di persone che quella sera, presso il Cinema Vittoria, noi proiettavamo quel film là (in genere, film d'autore o rari o introvabili, film di Mimmo Calopresti, o dell'allegra accoppiata Ciprì&Maresco, o di Luis Buñuel ed Eric Rohmer o del documentarista Joris Ivens, film di Pasolini come Cosa sono le nuvole e Teorema, film strani che ti lasciavano a volte interdetto, altre meravigliato, quanti film ho visto grazie a quel lavoretto part-time ed estivo, quanto sudore speso in compagnia della combriccola tagliacozzana...).

E mi ricordo che Mario ci sapeva fare con i sindaci, riusciva a trovare fondi anche lì dove meno te lo aspettavi, riusciva con le arti della retorica a piegare la volontà degli assessori alla cultura più conservatori o meno propensi alle novità, e fu un mito quando evitò la rissa la sera che dovevamo proiettare La vita è bella, c'era tutto il paese e la giunta comunale riunita al completo, c'erano davvero tante persone (vecchi e bambini vocianti, mamme festose, padri rilassati) e il proiezionista chiede a Mario la pizza, lui gliela porge, il proiezionista la monta sul proiettore, ma poi ci accorgiamo con stupore che dentro quella pellicola c'è solo pubblicità, il film di Benigni non appare, oddio, opporca vacca, e ora come facciamo? E allora ricordo che Mario si catapultò dentro la sua Uno bianca e partì sgommando in direzione dell'autostrada, per cercare di arrivare il prima possibile a Carsoli, dove doveva riuscire a entrare in possesso della pizza che, nel frattempo, un nostro amico e collega del Centro Sperimentale di Roma doveva consegnarci al volo, come fosse il cambio della staffetta, fu una serata splendida, piena di gente che protestava e mugulii, il film era gratis e all'aperto, ma il sindaco e la giunta comunale ci tenevano a fare bella figura, e allora mentre noi non sapevano che pesci pigliare, Antonio si alzò in piedi e prese il microfono e non ricordo più quale discorso imbastì per cercare di trattenere tutte quelle persone sedute davanti allo schermo bianco, vuoto, enorme e privo di qualsivoglia immagine, c'era il rischio che scoppiasse la rivolta popolare, noi eravamo già pronti a reagire, o a scappare, comunque, fatto sta che Antonio riuscì a placare il pubblico e Mario a tornare dopo nemmeno mezz'ora (deve aver volato sull'autostrada), e finalmente il proiezionista riuscì a far partire il film, tutti zitti, si sentivano solo le urla di Benigni e le risate dei bambini... che serate quelle passate al cinema all'aperto orgnazzite dal Cinema Vittoria e l' Associazione, quante risate e quante lacrime quella sera...

...Poi arrivava il momento di rimettere tutto a posto: due per ogni lato dello schermo, tiravamo giù la struttura portante, la rinsaccavamo dentro un telone di plastica enorme, e lo caricavamo dentro il camion con il proiettore. Toglievamo di mezzo le sedie di plastica bianche, rimettevamo in ordine il tutto. Quelli del bar della piazza in cui era appena avvenuta la proiezione ci invitavano a bere un bicchiere di vino o di birra. Io tornavo a casa con un grado alcolemico che, avessi incontrato gli sbirri, non mi avrebbe permesso di continuare a guidare impunemente per i prossimi anni. Mario si accendeva la sigaretta, Antonio sparava qualche battuta delle sue, e polemizzava su quello che era andato storto, Mario ribatteva e smorzava i toni o aizzava la lite, noi partecipavamo da "coordinatori tecnici" alle loro litigate tra amici, erano litigate anche molto snervanti, ma poi facevano sempre pace, perché, appunto, erano legati da amicizia vera e decennale, e ai miei occhi sono sempre sembrati Don Chisciotte e Sancio Panza, Mario alto e secco alto quasi 2 metri e con quel pizzetto lungo chilometri che gli toccava quasi la pancia, e Antonio più basso e con quello sguardo miope un po' bonaccione e un po' briccone, che serate quelle serate, ragazzi...e quanti film visti sotto il cielo stellato, di sera, al fresco...

2 comentarios:

  1. Sono stata parecchio assente anche dal tuo blog. E mi dispiace. Non ti posso giurare che riuscirò a recuperare tutti questi mesi, ma almeno quest'ultimo post l'ho letto. Bello:-)

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  2. Nun te preoccupa!Grazie a te per l'aiuto pratico!Hai visto quanto hanno semplificato le cose per la domanda?Maledetti!

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