martes, septiembre 30, 2025
viernes, septiembre 26, 2025
Venerdì 26 settembre
Il sole è ormai tramontato. È buio quasi e fa fresco anche qui. Quanti chilometri potrò ancora percorrere? Quante avventure potrò ancora vivere su questa bicicletta? Quanti libri ancora da leggere? E quanti articoli ancora da scrivere?
sábado, agosto 23, 2025
La ricreazione è finita (2023) di Dario Ferrari
lunes, agosto 18, 2025
Il pane perduto di Edith Bruck
Nei campi di concentramento, così come già ci insegna Primo Levi in Se questo è un uomo, la prima incognita riguarda proprio le regole che vi si applicano. Chi si salva e perché? Dove vanno a finire i condannati? Il fumo nero che esce da alcuni comignoli non è un segnale facile da decodificare, prima di rendersi conto delle cataste di cadaveri e dell'orrendo puzzo di carne bruciata. A p. 45 le domande della bambina che inizia a capire:
Queste domande tornano in modo molto esplicito nel finale del libro, quando Edith Bruck "invia" una lettera a Dio... Si tratta di pagine molto intime e scioccanti, di pagine piene di stupore e di umiltà, di domande senza risposte, di dubbi di chi ha visto la Morte in uno dei momenti più bui della Storia dell'essere umano e non sa darsi pace e non sa spiegarsi perché sia potuto succedere, perché tante vittime innocenti, perché tanti morti, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, in un clima che, ahinoi, potrebbe ricordare fin troppo i tempi che stiamo vivendo oggi, nel 2025, a pochi passi dal baratro...
viernes, agosto 01, 2025
Saint-Paul-Trois-Châteaux
(o di un viaggio al passato per evitare il traffico del presente)
È la Francia, certo, ma potremmo essere anche in Italia, in Abruzzo, in uno dei tantissimi paesini sperduti sulle montagne nostrane.
La fontanella zampilla anche ora, il suono dell'acqua calma molto in una giornata in cui abbiamo raggiunto i 32 gradi centigradi. Quel negozio di vini non fa solo vendita di prodotti tipici, ma serve anche un'ottima focaccia (preparata con cura de un italiano che viene da Milano) e dei taglieri spettacolari con formaggi e salumi della zona che fanno venire l'acquolina in bocca solo a guardarli. Il vino rosso è anch'esso ottimo e il proprietario un tipo simpatico che si da da fare e che si mostra sempre gentile e sorridente.
miércoles, julio 30, 2025
Portbou e Walter Benjamin
lunes, julio 28, 2025
Prima di ripartire per l'Italia
"Caminante no hay camino...", certo. Il cammino si costruisce camminando (l'ho sperimentato nel 2012, cundo affrontai il famoso "Camino de Santiago"). E allora mi viene in mente il finale di una poesia di Pierluigi Cappello, poeta che ho scoperto grazie a Jovanotti (che mi fece scoprire anche Mariangela Gualtieri, un'altra scrittrice che emoziona e incanta con la sua lirica apparentemente umile, ma profondamente dirompente):
e adesso che ho pianto
non ho parole migliori di queste
per dire che ho pianto
le parole più belle
le parole più pure
non sono lo zampettio delle sillabe
sull’inverno frusciante dei fogli
stanno così come stanno
né fuoco né cenere
fra l’ultima parola detta
e la prima nuova da dire
è lì che abitiamo.
sábado, julio 26, 2025
Ahora y en la hora (2025) di Héctor Abad Faciolince: scrivere da sopravvissuti
Un libro per l'estate. Ecco, questo che ho appena finito di leggere sarebbe proprio l'antesignano al concetto stesso di "libro per l'estate" (quelli che si leggono stesi sulla spiaggia o sotto l'ombrellone, su una sdraio, il volto accarezzato dalla brezza marina).
miércoles, junio 25, 2025
La fine di un ciclo "chisciottesco" nel caldo torrido spagnolo
Temperature torride, sorrisi spenti, prof che vorrebbero andare già in vacanza, ma gli impegni accademici e burocratici che ruotano attorno a questa professione lo impediscono... L'aria condizionata dell'ufficio segna 24 gradi, fuori ne faranno almeno 36. L'auto scotta e pur abbassando i finestrini si suda come in una sauna. L'asfalto si sfalda sotto i colpi di sole di questo fine Giugno tremendo. Presso la Biblioteca Regionale, nonostante la stanchezza, riusciamo a portare a termine un caffè letterario chisciottesco. Lancio la domanda: "Che idea vi siete fatti di Miguel de Cervantes? Cosa ne pensate di lui ora che avete letto o riletto alcuni dei capitoli della Seconda Parte del Chisciotte?".
Una donna sui settant'anni alza la mano: "Dovette essere una persona tremendamente colta. Un vero intellettuale. E io mi domando come facesse ad avere una memoria del genere, capace com'era di citare dalla Bibbia, dai classici, dai suoi contemporanei con tanta nonchalance...".
Un altro lettore di nome Gesù alza la mano anche lui: "Io credo che Cervantes sia stato un tipo divertentissimo, dotato di grande senso dell'umorismo, uno davvero molto ironico e pefino autoironico, uno che raccontava le barzellette, ne sono quasi sicuro...".
Un altro di nome Cesare aggiunge: "E anche un tipo acuto, molto diretto nella critica a ciò che non andava nella sua società. Io mi domando come fosse riuscito a schivare la Santa Inquisizione, perché se leggiamo bene il Chisciotte, anche lì ci sono molte scene "problematiche" o "complicate" dal punto di vista morale...".
M'intrometto anch'io: "È per questo che il finale del Chisciotte mi sorprende, come vi dicevo prima... Alonso Quijano el Bueno muore in modo cristiano, sul letto di casa sua, al cospetto degli amici e dopo aver ricevuto l'estrema unzione. Si confessa e fa testamento e lo ripete mille volte: "Io rinnego da Don Chsciotte della Mancia, riconosco il mio peccato e la follia a cui mi ha spinto la lettura dei romanzi di cavalleria; io non sono più quello di una volta; io voglio morire sperando che tutti si ricordino di me come di un buon cristiano, rispettoso della fede e di Dio". Non vi sembra un po' artificiale, un po' troppo forzata questa sorta di conversione in articulo mortis?".
Una ragazza giovane, dai lunghi capelli neri e ricci, molto timidamente alza la mano e aggiunge la sua riflessione: "Io credo che Cervantes abbia inventato questo finale proprio a scanso di equivoci e proprio per evitare problemi con la censura. E che, in realtà, era ciò che tutti qui hanno già detto, ovvero, una persona tremendamente ironica, divertente, colta, una sorta d'intellettuale in grado di fare la radiografia della realtà storica del tempo a partire dalla visione distorta di un pazzo".
Fa davvero caldo in questa città del Sud del Sud della Spagna in cui vivo da ormai più di un decennio, ma che bello, che emozione, che piacere vedere che questa sorta di mini-corso chisciottesco abbia dato luogo a questi dibattiti a metà tra la vita e la finzione, tra il testo letterario e le paure e le speranze di cittadini del XXI secolo... Cervantes fa parlare di sè anche nel 2025. E Don Chiosciotte - ma lo sapevamo già, lo sanno anche i bambini - non muore mai.
sábado, junio 07, 2025
I compromessi "letterari"
Un amico regista. Ho il "privilegio" e l' "onore" di avere un amico regista. Spagnolo, ha studiato a Cinecittà (o ha fatto il tirocinio nei famosi studi italici) e da circa 30 anni gira film "d'autore" che pochi apprezzano, pochissimi hanno visto e i più considererebbe "troppo impegnati".
In mezzo a esami, tesi e tesine, mentre porto a termine un corso sul Quijote presso la Biblioteca Regionale, trovo il tempo per iniziare a leggerlo. Non è un romanzo illeggibile, ma fa acqua da più parti. In realtà, la storia-marco è una mera scusa per introdurvi ciò che conta davvero, ovvero, 6 racconti che sembrano un omaggio a Edgar Allan Poe. Ovviamente, sono molti i riferimenti alla settima arte, il finale sembra addirittura una sorta di riscrittura di Profondo Rosso (1975) del mitico Re del Terrore Dario Argento.
viernes, mayo 23, 2025
Chi viaggia verso Roma
jueves, mayo 22, 2025
Una traduzione da El lago en las pupilas (2012) di Luis Goytisolo
Romanzo strano, come molti dei romanzi di Luis Goytisolo, scrittore che non legge quasi più nessuno, in Spagna, e che non è mai stato tradotto in italiano e la cui opera principale s'intitola Antagonía, una tetralogia scritta tra il 1973 e il 1981 (ma ideata a partire dal 1960, ergo, trattasi di un'opera che occupa quasi 20 anni di vita dello scrittore prima di vedere la luce e di venire pubblicata in 4 parti e prima che l'edizione completa e compatta uscisse solo nel 2012).
lunes, mayo 19, 2025
Domenica 18 maggio del 2025
Non te l'aspettavi. Tu ed M. avete cenato insieme poche settimane fa, dopo un incontro letterario in cui hai conosciuto uno scrittore interessante e un critico che ti sta subito simpatico. M. si lamentava del fatto che non digeriva più bene come una volta. 82 anni e un fisico asciutto, M. era solito fare 10 chilometri a piedi tutti i giorni, anche se fumava, non era proprio riuscito a togliersi il vizio (una sigaretta al giorno, non di più, ma da sempre, da quando era un giovane promettente poi diventato Ordinario di Teoria della Letteratura e Letterature Comparate).
Tu ed M. avete condiviso anche un'esperienza molto bella l'estate scorsa, ad agosto: una sorta di tour letterario tra l'Abruzzo e il Lazio, con una visita e lettura pubblica di Memorie di Adriano, lo splendido romanzo di Marguerite Yourncenaur, presso la Villa Adriana di Tivoli.
Quando torni a casa, ti prepari un piattone di pasta con il pesto di Giovanni Rana. Poi la prendi la bici e fai davvero 50 chilometri. Arrivi davvero in vetta, lì da dove si vede tutta la città. E poi viaggi in macchina nel paese sulla costa in cui si trovano le tue figlie, saluti tua suocera, parlate di M., lei non lo conosceva, ma l'aveva sentito spesso nominare in alcune conversazioni.
martes, abril 22, 2025
Il folle di Dio alla fine del mondo di Javier Cercas
sábado, abril 19, 2025
La Lettera d'amore a Giacomo Leopardi di Antonio Moresco: un inno alla gioia, in un mondo che crolla a pezzi
viernes, abril 18, 2025
In Italia
viernes, enero 17, 2025
David Lynch: non lo "lyncheremo" più
miércoles, enero 15, 2025
Diario di Bologna
6 Gennaio 2025
Iniziamo l’anno accamedico in
viaggio dall’Abruzzo all’Emilia Romagna. Devo firmare un accordo Erasmus con il
Campus di Forlì (con il DIT, ovvero, il Dipartimento di Interpretazione e
Traduzione). Abbiamo affittato (a caro prezzo) un appartamento a due metri
dalla Stazione Centrale di Bologna. La capitale della regione ci accoglie con
la nebbia e un freddo umido che ti penetra nelle ossa, che a tratti paralizza.
Sono le 19:30 ma sembra mezzanotte. Riesco a carpire frammenti di dialoghi in dialetto
bolognese. Adoro quest’accento, così diverso dall’abruzzese o dal romanesco.
La padrona di casa mi fa vedere
la moka della Bialetti: sembra che oggigiorno nemmeno i turisti italiani si
preparano più la macchinetta tradizionale, sembra che tutti preferiscano la
Nescafé (è più veloce, più efficace, più pulito). Mi chiedo dove andremo a
finire se perfino gli italiani smetteranno di farsi il caffè come abbiamo
sempre fatto nel corso di decenni (forse secoli).
Andiamo a dormire presto, stanchi
del viaggio. Domattina, alle 10:30, saremo già a Forlì, al Campus
universitario, per conoscere dal vivo una collega con cui ho scambiato un sacco
di email, prima di arrivare a questo
momento (ovvero, alla firma concreta dell’accordo). Nell’appartamento, il
riscaldamento è al massimo. Fuori c’è la nebbia e si gela, dentro si può
dormire anche in maniche corte.
7 Gennaio 2025
Forlì: anche qui nebbia e freddo.
Le panchine della stazione sono bagnate. La gente imbacuccata. Andiamo al
Campus senza sbagliare strada. È una città geometrica, Forlì, o così pare.
Giorgia ci accoglie con il sorriso e ci offre subito un caffè. I mobili
dell’ufficio in cui parliamo di questioni accademico-burocratiche sembrano
tratti dalla serie di Leopardi che Rai1 manda in onda proprio stasera. Sembra
tutto molto ottocentesco. La stampante funziona, ma a fatica, con una lentezza
quasi snervante. C’è il distributore dell’acqua gratis (fredda e a temperatura
ambiente). C’è anche quello del caffè a 60 centesimi. Ho notato che, ormai, in
Italia, nei bar, è impossibile prendere un espresso a meno di 1,30 euro.
Giorgia ci mostra le aule dei laboratori dei futuri interpreti e traduttori
italiani da e per lo spagnolo (ma anche il francese, il tedesco, l’inglese,
perfino il cinese). È bello, quasi emozionante, vedere tanti studenti seduti in
postazioni costruite su due piani in un edificio che, qualche decennio fa, era
un ospedale, ora completamente ristrutturato e ricostruito secondo la moda del
postmodernismo architettonico. Vedo una cartina dell’Italia con sopra stampata
una domanda a caretteri cubitali: “di dove sei tu?”. In realtà, la domanda
appare sotto la cartina dell’Europa. La distanza e la miopia galopante mi
giocano brutti scherzi. Qui gli scambi Erasmus sono all’ordine del giorno.
Siamo qui per quello. E per loro, per quegli studenti che avranno voglia di sperimentare
cosa significa studiare in un altro paese e in una lingua diversa da quella
materna.
Andiamo a pranzo in una trattoria
tipica emiliana. Le tagliatelle con il ragù alla bolognese sono orgasmiche. I
tortellini in brodo pure. Il caffè macchiato lo servono con un bricco per il
latte, uno con panna spruzzata con cacao amaro e un biscottino al cioccolato
d’accompagnamento. Incredibile la qualità del cibo e la professionalità dei
camerieri e del padrone di casa.
Nel pomeriggio, giro in centro
con la nostra guida personale (fino a un parco che mi ricorda “El Retiro” di
Madrid) e poi rientro a Bologna in treno perché comincia a piovigginare.
Prima di separarci Giorgia ci
parla dell’architettura del Quartiere razionalista: se si guardano dall’alto,
certi palazzi del quartiere formano la M enorme di Mussolini. Non a caso, il
Duce è nato a Predappio, ovvero, a 20 chilometri da Forlì. Mi sembra davvero
paradossale che uno dei dittatori più ridicoli e folli della Storia del XX
secolo sia nato proprio in una delle regioni più “rosse” d’Italia. Poi proviamo
a sdrammatizzare. Senza l’Emilia Romagna la cucina italiana sarebbe più povera:
qui hanno inventato il Parmiggiano Reggiano, il Grana Padano, la mortadella,
l’aceto balsamico di Modena, la piadina, lo squacquerone, le tigelle e le
crescentine, le tagliatelle e i tortellini…il Lambrusco e il San Giovese…
Proviamo solo per un momento ad
eliminare uno di questi elementi dalla cucina tipica italiana: saremmo tutti
più poveri (e più tristi). Viva l’Emilia Romagna!
8 Gennaio 2025
Ravenna: quanta bellezza e quanta
storia e quanta arte nella stessa città! Il Mercato Coperto ci stupisce per la
sua eleganza e la cura di ogni dettaglio, la varietà dell’offerta gastronomica
e la bontà dei prodotti. E poi la Basilica di San Vitale coi suoi famosi
mosaici bizantini e Galla Placidia e …la tomba di Dante. Mi faccio scattare una
foto. Mi commuove sapere che le ossa del Sommo Poeta riposano proprio qui,
lontane dalla natia Firenze, la patria da cui Dante si esilia e a cui non farà
più ritorno.
Andiamo a pranzo in un altro
ristorante su consiglio di un’amica che rivedrò domani per una cena in una
pizzeria del centro di Bologna. Si chiama Osteria Passatelli. Mangiamo un
piatto di tortellini con fonduta di parmiggiano stagionato 30 mesi e passatelli
in brodo. Di nuovo, il piacere della tavola ci lascia a bocca aperta.
Dopo una passeggiata digestiva,
torniamo a Bologna. E qui mi sgancio dal gruppo e vado in centro da solo. I
portici di Bologna. Le Torri degli Asinelli. La Piazza del Nettuno. E la Piazza
Coperta Umberto Eco, dotata di spazi per la diffusione della lettura e della
cultura davvero emozionanti se consideriamo il mondo in cui viviamo. Ho visto
ragazzi leggere libri di carta. Anziani leggere giornali di carta. Forse non
tutto è perduto, se queste biblioteche sono ancora frequentate e anche da
persone giovani, da gente che ormai è abituata ad usare il cellulare come una
seconda pelle.
Mi addentro nelle sale del Cinema
Modernissimo: cimeli di alcuni grandi classici del cinema italiano; una
caffetteria elegante e assolutamente cinefila, poster dovunque, locandine di
film visti da ragazzo; foto storiche e in bianco e nero della Bologna del
secondo dopoguerra. In programmazione l’ultimo film di Roberto Andò: L’abbaglio, con Ficarra e Picone. E poi,
uscendo per strada, la Feltrinelli, dove mi è impossibile non comprare libri e
non rimembrare i tempi in cui andavo sempre a quella di Via dei Cerretani a
Firenze (quando ero un cittadino della città di Dante). Compro un saggio breve
di Ezio Raimondi, il grande italanista, Un’etica
del lettore; e poi Il viaggio di
Dante. Storia illustrata della Commedia, di Emilio Pasquini; e poi È una donna che vi parla, stasera, di
Alba de Céspedes, una scrittrice che ho scoperto grazie alla mia compagna
d’avventure e di viaggi e, infatti, gliene faccio dono, come regalo
inaspettetato.
Domani altro giro, altra corsa:
Ferrara. Andiamo a dormire guardando l’ultima puntata di Leopardi, il poeta dell’infinito su Rai1. È bello e strano, e anche
un po’ emozionante, vedere una serie del genere sulla tv pubblica italiana. È
strano sentirsi così…italiano in Italia.
9 Gennaio 2025
Ferrara. La pioggia, il freddo,
il vento ci danno il benvenuto e ci obbligano a prendere un taxi per arrivare
alla Biblioteca Ariostea, sita all’interno dello storico Palazzo Paradiso (gli
Estensi avevano buon gusto nel nominare i loro possedimenti; qui esiste anche un
Palazzo dei Diamanti).
Entriamo per dare fastidio agli
addetti della biblioteca. Riusciamo a farci aprire una porticina che dà accesso
alla sala in cui secoli fa gli studenti di Medicina seguivano le lezioni di
Anatomia. Poi saliamo al secondo (o terzo) piano per contemplare emozionati la
tomba di Ludovico Ariosto. È la seconda tomba importante che visito da quando
siamo in Emilia Romagna: Dante e Ariosto, due geni, ognuno a modo suo, anche se
è ovvio: l’Orlando Furioso non
potrebbe mai raggiungere le vette della Commedia,
né avere la stessa fama internazionale dell’opera del fiorentino. Dalla tomba di
Ariosto si vede una sala di lettura destinata agli specialisti e ai
ricercatori: dentro quella sala sono conservati manoscritti e libri antichi
risalenti al XV e al XVI secolo. Chissà se non c’è anche una qualche edizione
del poema di Ariosto.
Vorrei sedermi e tornare
studente, ma non si può. Continuiamo il tour per la città fredda e piovosa,
entriamo nella Cattedrale, poi passiamo davanti al Castello, bellissimo e
rinascimentale, con quell’acqua che lo difende e lo circonda. E poi, appunto,
il Palazzo dei Diamanti, percorrendo quella che viene considerata una delle
strade più belle d’Italia, ovvero, Corso d’Ercole I d’Este. Al posto dei
sanpietrini romani ci sono altre pietre che sostituiscono l’asfalto e fanno
viaggiare con la mente indietro nel tempo. All’interno del Palazzo un negozio
con i cataloghi delle mostre e una libreria fornitissima: vorrei comprare tutti
i saggi sulla fotografia, sul cinema (Fellini), sull’arte. È incredibile la
cura del dettaglio, l’amore che chi gestisce questa libreria dimostra nei
confronti della cultura. Poi si torna a Bologna. E vediamo Rossella a cena
nella pizzeria Berberè: impasto artigianale, lievito di qualità, alta
digeribilità. La mia capricciosa è ottima, così pure la margherita della mia
amica di liceo. Erano 10 anni che non ci vedevamo, ma sia io che lei sappiamo
che, in fondo, non siamo cambiati molto da quando eravamo adolescenti, anche se
i nostri corpi sono invecchiati. Rossella ci parla della fatica che fa a
cercare d’insegnare qualcosa ai ragazzi di oggi: “L’altra mattina spiegavo l’apparato
riproduttivo e non avete idea delle battutine stupide. Poi, due alunni
marocchini molto palestrati mi hanno chiesto se potevamo presentare una lezione
sull’importanza dello sport e dell’alimentazione per avere un fisico come il
loro. Li ho lasciati fare: hanno scritto “l’alibido” (con l’apostrofo) e “problemi
rettili” (dimenticando la “e”). Dio mio che risate e che disperazione!”.
Ridiamo tutti. Il livello generale degli studenti delle superiori è basso in
tutto il mondo, evidentemente. Rossella ormai è quasi più bolognese che
abruzzese. Elogia la Spagna: anche dal punto di vista politico. Parliamo della
Meloni, della serie su Mussolini con Luca Marinelli, dei cortei dei fascisti
proprio lì, a Bologna, la rossa, la dotta, la grassa. Di come è difficile
pensare al cambiamento climatico e al regredire generalizzato con le guerre in
atto alle porte di quella UE nata proprio dalle macerie della Seconda Guerra
Mondiale. Poi parliamo di cinema e del Cinema Modernissimo che lei stessa mi ha
consigliato di visitare. Beviamo birra e poi vino, un bel San Giovese per
ricordare i bei tempi di una volta. Il giorno dopo dobbiamo ripartire per Roma
e poi il giorno dopo ancora per la Spagna. Ma stasera, intanto, abbiamo
annullato le distanze sia spaziali che temporali, abbiamo condiviso un pezzetto
di quella follia che è la vita, come diceva anche Sterne…
11 Gennaio 2025
Di mattina andiamo in stazione
per andare a Modena. L’obiettivo è pranzare con la migliore amica di mia madre,
prima di tornare a Bologna e da lì prendere l’Italo delle 18:52. Modena dista
appena mezz’oretta dalla capitale dell’Emilia Romagna. Visitiamo il centro
storico, poi, alle 12:30, ci viene a prendere il marito della migliore amica di
mamma e ci porta a casa sua: una villa in mezzo al nulla, circondata dalla
pianura e dagli alberi che svettano in mezzo a casolari che fanno pensare a Novecento, il film di Bertolucci. Maria
Paola ci ha preparato un pranzo succulanto, un vero pranzo di Natale: di nuovo
i tortellini, con panna e parmiaggiano reggiano doc; e poi le tigelle, con
insaccati vari e mortadella che solo a Bologna è così buona. Beviamo e
sorridiamo nel rimembrare mia madre che non si è mai decisa a prendere un treno
e a venire sù al Nord dal paesino sui monti abruzzesi in cui vive. Parliamo
della difficoltà di fare i genitori oggi. Ma sarà mai esistita un’epoca in cui
sarà stato facile fare il padre o la madre? Domanda retorica. Il marito di
Maria Paola torna a lavoro: lei ci riporta alla stazione. Sono le 17:00 ma
sembrano le 2 di notte. La stazione centrale è tutta un viavai. Italo parte in
perfetto orario (anche se mia madre preannunciava uno sciopero che non c’è
stato). Alle 21:05 siamo a Termini. Mio fratello non può venire a prenderci; ci
tocca prendere il taxi. Verso le 22:00 siamo tutti seduti nel salotto di casa sua
a mangiare pizza. Tornerò in Spagna con 3 o 4 kili in più, ma sono felice. La
felicità implica più peso corporeo. Ma ogni tanto fa bene rompere le regole e
non seguire dieta di sorta. Domani sarà il 12 Gennaio. Sarò in Spagna. La mia
seconda patria. Che difficile il ritorno alla routine dopo questo viaggio così
denso e bello e allettante. Quant’è dura tornare alla realtà di tutti i giorni.
Lo stress di tutti i giorni Sembra sia un fenomeno universale, che riguarda tutti, senza distinzione di genere, età, condizione sociale. Lo...
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