Ahora y en la hora (2025) di Héctor Abad Faciolince: scrivere da sopravvissuti
Un libro per l'estate. Ecco, questo che ho appena finito di leggere sarebbe proprio l'antesignano al concetto stesso di "libro per l'estate" (quelli che si leggono stesi sulla spiaggia o sotto l'ombrellone, su una sdraio, il volto accarezzato dalla brezza marina).
In Ahora y en la hora (Madrid, Alfaguara, 2025) il colombiano Héctor Abad Faciolince racconta un fatto di cronaca nera legato alla guerra in Ucrania, ovvero, il tremendo attentato dei russi alla città di Kramatorsk.
Lo scrittore è lì per appoggiare la causa di Victoria Amélina e altri intellettuali e giornalisti che cercano di frenare l'invasione di Putin (invasione anche dal punto di vista ideologico, culturale e storico, non solo militare). Il movimento cui aderisce l'autore si chiama "¡Aguanta Ucrania!". Per farsi un'idea concreta di come queste persone si sono organizzate per dare testimonianze obiettive in diretta dal fronte (o dei luoghi più critici della guerra), Héctor decide di partire dalla Colombia e di conoscere dal vivo Victoria e gli altri integranti del gruppo.
In Ucraina il suo libro più famoso, El olvido que seremos (del 2006, stranamente ancora non disponibile in italiano), è stato tradotto da poco ed è diventato perfino "il miglior libro straniero dell'anno".
Héctor arriva a Kiev, la capitale, e nota che la guerra si respira nell'aira per la presenza dei carri armati e dei soldati, per i gesti e i comportamenti delle persone che ci provano a fare una vita normale quando la normalità è ormai un ricordo lontano. Così, accetta di andare a Kramatorsk, in una delle zone più attaccate e, perciò, più pericolose del momento. Rimanda il viaggio già programmato per fare esperienza del male, della violenza e delle ingiustizie che Putin ha generato dopo l'invasione dell'Ucrania il 24 febbraio del 2022.
È il martedì del 27 giugno del 2023 quando, mentre sono sul punto di mangiare una pizza, un missile russo cade sulla pizzeria della città e provoca decine di morti, tra cui la scrittrice, giornalista e attivista Victoria Amélina. Il caso ha voluto che si sedesse nella sedia che le cede Héctor perché ha problemi d'udito all'orecchio sinistro e voleva cercare di intendersi con l'altro collega seduto al suo fianco.
Può un cambio di posto a tavola, può un difetto d'udito determinare la vita o la morte di un individuo?
La risposta è ovvia e attorno ad essa gira tutta la trama frammentata, autobiografica, lirica, a tratti, e a volte straziante di Ahora y en la hora, un titolo che viene dalle ultime parole del Padre nostro, "Ora e nell'ora" (della nostra morte, amen).
Quello che più colpisce della scrittura di Héctor Abad Faciolince è la sua onestà intellettuale, la sua umiltà nell'ammettere che le parole non riusciranno mai a riportare in presa diretta le sensazioni vissute, né potranno riportare in vita le vittime della guerra ancora in corso. E però servono, perché la scrittura è uno dei pochi strumenti che abbiamo per non dimenticare, per non far precipitare nell'abisso dell'oblio ciò che è stato (ciò che abbiamo visto, ciò che abbiamo vissuto, ciò che ci ha ferito a morte).
Cito questa frase che Victoria pronuncia in un intervento presso l'Istituto Goethe di non ricordo più quale città:
"Mi rendo conto che la guerra ha distrutto la mia lingua. È ciò che la guerra ti lascia: le frasi sono il più breve possibile, la punteggiatura è un lusso superfluo, l'argomento non è chiaro, ma ogni parola ha un grande significato. Tutto questo vale per la poesia, ma anche per la guerra".
È la stessa scoperta che fa Primo Levi ad Auschwitz. È la scoperta (amara) che fa sulla propria pelle Héctor, sopravvissuto a un attentato che lo ha portato a guardare in faccia la Morte. Anche le parole di Ahora y en la hora hanno grande significato. Soprattutto quelle che descrivono le foto di Victoria e quelle che fanno parte delle tante poesie che lo scrittore inserisce all'interno della trama per cercare di capire e di capirsi. È un libro duro, quello di Héctor, un libro che gli storici del futuro dovranno leggere se vorranno scrivere una Storia della Guerra in Ucraina con obiettività e serietà, con rispetto verso chi l'ha vissuta e la vive ancora oggi, verso chi la subisce e verso chi prova a capirla...