sábado, septiembre 15, 2012

Attualità (italiana)



Fa sempre un certo effetto tornare a casa, dopo quasi 2 mesi di vita all'estero. E' strano, ad es., ascoltare il tg in italiano, quando fino a poche ore prima lo si ascoltava sempre e solo in spagnolo. E' strano anche constatare come le giornaliste - volti noti da anni e cui siamo abituati così tanto, ormai, da non notarli più - invecchiano pure loro, la pelle più scura e cascante, le rughe più accentuate sulla fronte, i capelli biondi sempre meno biondi, le borse sotto gli occhi (e uno si domanda: ma se invecchia Cristina Parodi nel giro di 2 mesi, allora anch'io sto invecchiando, anche se non me rendo conto). Ed è strano vedere come siamo un paese veramente assurdo, in cui si vive tranquilli in mezzo al caos; in cui, ormai, siamo abituati a convivere col caos, come fosse del tutto normale (un esempio molto banale: l'autista del pullman che fa il tragitto dall'aeroporto alla Stazione Termini... Se gli chiedi a che ora parte: "Quanno s'ariempie, nun vede i cinesi che coreno? Appena ariveno, se n'annamo"; e alcuni tedeschi restano sconvolti a vedere come guida in mezzo al traffico, mentre gli spagnoli si piegano in due dalle risate a vederlo parlare al cellulare con sua moglie "Sine, t'ho detto sine, nun te preoccupà che pe ora de cena sto là!", e alcuni americani restano a bocca aperta a sentirlo strombazzare col clacson contro quelli fermi in doppia o tripla fila...).

E' strano vedere come non sia cambiato nulla nella politica italiana (è pur vero, però, che da quando c'è Monti siamo considerati un paese più serio, l'Italia ha riacquistato credibilità all'estero proprio grazie al Prof. Monti - per non parlare di Mario Draghi): c'è Matteo Renzi (il sosia di Mr. Bean, nonché sindaco di Firenze) che "scende in campo" per le primarie del PD con lo slogan (molto originale) "Adesso!" (con tanto di punto esclamativo) per dire basta alla politica dei vecchi, basta alla gerontocrazia, avanti i giovani (lui ha 37 anni), avanti il futuro, avanti l'innovazione e mentre parla mi sembra di ascoltare Berlusconi; c'è ancora Berlusconi, che ogni tanto si sveglia la mattina e dice che si ricandida anche lui, che cribbio! Vestito completamente di nero, prova a nascondere la stanchezza davanti alle telecamere, e mi fa effetto, sembra davvero uno zombie, il fantasma (o la caricatura) di se stesso, un vecchio che non si rassegna all'approssimarsi della morte; e c'è pure Bersani ("Non chiedetemi di fare accordi con Berlusconi, no! Io non ci sto!"), che quando parla davanti alla platea dei suoi fedelissimi e suda fa quasi tenerezza... E ci sono (purtroppo, ancora) gli operai che scioperano o che protestano, che bloccano le fabbriche che inquinano e spargono aria velenosa che fa venire i tumori... E ci sono storie che rasentano il grottesco, come quella del ragazzino che muore per colpa di un vaso caduto accidentalmente da un balcone (forse è stato il gatto che ha smosso il tutto provocando, ignaro, una tragedia immane) e qualcuno si domanda quale legge bisogna inventarsi per mettere un freno a tanti vasi esposti su tanti balconi di tante case italiane piene di fiori... E c'è ancora il Papa (che va in Libano) e mezzo mondo arabo (se non tutto) che s'incazza per un film blasfemo in cui si offende a morte Maometto e qualcuno prende spunto per dare fuoco alle ambasciate americane sparse sul territorio... 

Nel fare zapping finisco su un canale cattolico (o di stampo cattolico) in cui la bella e prorompente Caterina Balivo presenta un programma in diretta da Piazza del Plebiscito a Napoli in cui si elogia la famiglia "tradizionale" composta da padre, madre e figli... Tanti figli, sembra più che altro la sagra delle famiglie numerose e sento questa frase (pronunciata senza un filo di vergogna, senza un attimo d'esitazione dalla stessa presentatrice giuliva): "Voi siete la dimostrazione del fatto che Dio c'è, esiste, e da lassù, dall'alto, ogni tanto, ci protegge; anche se c'è crisi, voi avete 4 bambini e sono tutti sani"... E mi viene da ridere per l'uso che la Balivo fa dell'avverbio di tempo "ogni tanto" (come se Dio facesse il suo dovere - e porgesse il suo aiuto provvidenziale - solo a tempo determinato, o solo quando se ne ricorda)...

E insomma, l'Italia continua ad essere l'Italia che ho lasciato e io continuo a sentirmi italiano non troppo orgoglioso d'essere italiano, anche se apprezzo le cose che noi soli sappiamo fare bene (e guardo una pubblicità di "Italo", il nuovo treno di Montezemolo - ma scende o non scende in campo Luca Cordero? - e, a parte il nome, ne apprezzo il design, siamo sempre stati dei geni in quanto ad arte, architettura, disegno, forme plastiche, pittoriche, scultoriche... La "Bialetti" poteva essere solo invenzione d'un italiano... E così pure per ciò che concerne la moda e la "Vespa", e così pure per i grandi capolavori dell'arte universale che abbiamo sotto gli occhi - e a volte, proprio perché ci li abbiamo così sotto gli occhi, li ignoriamo e ce ne dimentichiamo, non rendendoci conto del fatto che se perdiamo quelli perdiamo quasi tutto... Ma tanto, in Italia, si sa, con la cultura "nun se magna"... che crolli pure Pompei, che crolli pure il Colosseo, i cervelli continueranno a darsi alla fuga verso l'estero...

sábado, septiembre 08, 2012

Accumulare anni...


8 Settembre e, per la prima volta, festeggio il mio "cumple" a Madrid... Città fantastica (come ho più volte esternato in questo blog, e come sanno bene le mie 3 o 4 lettrici fisse), in cui riesco a lavorare, a leggere, a studiare, a correre, a fare l'amore (o non sarà solo sesso?), a divertirmi, a ballare, ad andare al cinema, al teatro, ai musei e, infine, a "perdere tempo", come in nessun'altra città (al mondo) di mia conoscenza...

35 anni... e uno si domanda: "Sono cresciuto?". E si risponde (come ieri sera, in compagnia di Tere, dopo una simpatica, deliziosa e "opportuna" canna d'erba): "No, mi sento ancora 17 anni, massimo 18, e tu?". Tere mi sorride d'un sorriso tenero e dice: "No, 17 o 18 io no, ma 20 sì, sai, subito dopo la fase dell'adolescenza, quando cominci ad avere più chiaro in testa quello che vuoi dalla vita - l'adolescenza è un caos perché vuoi tutto e niente, non hai ancora un progetto preciso fisso in mente, ne hai mille, per questo ci si perde, nell'adolescenza - e cominci a capire anche meglio di che pasta sei fatto, chi sei, quali sono i tuoi gusti, quali i tuoi tics".

Ore 17:29 del pomeriggio: 30 gradi all'ombra e, mentre tento di riprendermi dalla sbornia di ieri sera, ascolto la stupenda colonna sonora del film Little Miss Sunshine. Ci sono 2 canzoni che mi fanno venire la pelle d'oca, se le associo alla mia ex (o alle mie ex, in generale), e sono: Chicago e Till the end of the world. Non conosco gli autori, non so chi le canta, ma sono due pezzi d'una tristezza e d'una malinconia e d'un romanticismo assoluti... da brividi...

35 anni, ci si avvicina alla soglia (quante soglie ci sono in questa nostra piccola-povera-vita?) dei 40 e uno si sente ancora un "eterno adolescente" e non sa, non capisce, se è un bene o un male, se è normale... 

Tere mi passa un bicchierino di limoncello. E' quello fatto in casa, glielo manda la mamma dall'Italia. Lo assaggio e, in effetti, sa di limoncello, non è roba chimica, non è un prodotto da supermercato (qui a Madrid, tra l'altro, non sarebbe affatto facile trovarlo, al supermercato - idem per il basilico, la mozzarella e altri cibi italiani doc). "Allora, domani sera cosa fai? Dove si va a festeggiare?".

Sono le 17:35 e ancora non so dove diavolo andare a festeggiare (a Madrid c'è una varietà impressionante di posti in cui darsi appuntamento con gli amici e bere e mangiare e chiacchierare e ridere a crepapelle). Ancora non lo so. E intanto, provo a riprendermi dalla sbronza... Ascoltando canzoni che fanno venire da piangere. 

35 anni... e tutta una (mezza) vita ancora (davanti) con cui fare i conti (sempre stato scarsissimo in matematica)... Accumulare gli anni per fare (sempre) più esperienza della validità del motto socratico: "So di non sapere"...

 Un incubo (letterario) La fortuna (o il caso o  il destino o chiunque si trovi a gestire le nostre vite terrene) ha voluto che, un paio di ...