1Q84 di Haruki Murakami: quando l’inverosimile fa perdere mordente
Dopo l’entusiasmo che mi hanno trasmesso i
suoi racconti (cfr. post dedicato alla raccolta Tutti i figli di Dio danzano), mi sono accinto a leggere l’ultimo
romanzo di Haruki Murakami: 1Q84 è
un’opera-mondo (per dirla con Franco Moretti) ambientato nella Tokyo del 1984
e, al contempo, in una sorta di universo parallelo in cui il cielo ospita due
lune, simili, eppure diverse, l’una dall’altra (una è più piccola e di colore
verde, rispetto a quella grigia – o giallastra – che conosciamo tutti). Non si
tratta di un romanzo distopico alla 1984
(e i riferimenti a George Orwell e al personaggio del Grande Fratello ci sono,
anche se non sono quelli più decisivi); né di un romanzo fantascientifico
(sebbene si citino il film Un viaggio
allucinante e universi in cui, appunto, è possibile scorgere due lune in
cielo) né di un’opera fantastica (sebbene Alice
nel paese delle meraviglie, con lo specchio che fa scivolare in un’altra
dimensione, e il cappellaio matto, insieme allo Stregatto, facciano anche loro
una piccola, breve comparsa); si tratta, piuttosto, di un’opera eterodossa,
ibrida, in cui si mescolano tutti questi elementi per trasportare il lettore in
un mondo romanzesco in cui si smarriscono le coordinate spazio-temporali e i
personaggi vivono esperienze al limite (della verosimiglianza, della moralità,
della fede religiosa).
Non riassumerò la trama di un libro che,
nella traduzione italiana per Einaudi, arriva a un totale di 718 pp. (e siamo
solo al primo dei due volumi previsti! Nell’ed. giapponese, e a quanto leggo da
due recensioni del New York Times, il
testo è suddiviso in 3 volumoni per un totale di… chissà quante pagine –
nessuno lo dice, ma quante sono?); sottolineo, invece, come proprio il mancato
rispetto del principio di verosimiglianza, in alcuni brani, tolga credibilità
al narratore (esterno, in terza persona, come nei buoni romanzi ottocenteschi,
o come in un romanzo di Dickens – pure lui viene citato al volo, all’interno
della trama); è proprio la mancanza di verosimiglianza di certe scene o brani a
togliere a volte al lettore il piacere di farsi cullare da questo stesso
narratore abilissimo a seguire (come se si trattasse di due diversi spartiti
musicali) i destini dei due protagonisti.
Aomame (in giapponese il nome significa
“pisello verde”) è una giovane fredda e determinata che, di giorno, fa
l’insegnante di aerobica e stretching per clienti ricchi e facoltosi e, di
notte, si trasforma in una spietata serial-killer che “manda all’altro mondo”
uomini che odiano le donne, stupratori di bambine e odiosi mariti che si
macchiano di sadismo nei confronti delle povere mogli.
Tengo, invece, è un trentenne calmo e
tranquillo che conduce una vita regolare e fa il docente di matematica in una
scuola privata che prepara ad entrare all’Università. Ogni Venerdì ospita nel suo
umile appartamento una donna sposata di dieci anni più vecchia di lui. E nel
tempo libero, Tengo coltiva la passione per la scrittura, anche se finora ha
scritto solo racconti e non ha pubblicato mai nulla con il proprio nome.
1Q84 si sviluppa attraverso le trame dei due protagonisti
per cui, ai capitoli dedicati ad Aomame si alternano quelli dedicati a Tengo.
Fino a quando, in modo rocambolesco e con spiegazioni che lasciano alquanto di
stucco, i destini dei due non si incroceranno (cosa che accade, per poco, nei
capitoli finali di questo primo volume e che, spero, verrà narrato distesamente
nell’altro tomo ancora non pubblicato in italiano).
Perno attorno a cui ruotano sia Aomame che
Tengo è la diciassettenne Fukada Eriko, autrice di un romanzo che s’intitola La crisalide d’aria e che, invece che
una narrazione fittizia, sembra essere scritto come una “cronaca” di eventi
realmente accaduti. Fukada Eriko, cresciuta all’interno di una sorta di setta
religiosa con regole tutte sue, ha lasciato morire una capretta che le era
stata lasciata in custodia; punita e lasciata sola all’interno di una stanza
isolata e buia, di notte, la ragazza vede fuoriuscire dalla bocca dell’animale
i cosiddetti Little People, degli esseri dalle sembianze umane, ma in miniatura,
che, a quanto pare, si divertono a sbilanciare l’equilibrio tra bene e male
all’interno del mondo parallelo di 1Q84… (non disdegnando nemmeno di cantare in
coro un motivetto musicale che fa “ho ho”)…
Ecco: ci siamo; è qui, è proprio qui che
trovo l’inghippo o l’intoppo. Il narratore è troppo, davvero troppo inventivo
(e, ahinoi, anche troppo inverosimile) nel creare quest’altra Terra su cui
agiscono e si muovono nell’oscurità questi cosiddetti Little People. La
verosimiglianza è fondamentale, anche all’interno di un universo di finzione di
stampo distopico (anche se, ripeto, qui Orwell c’entra poco; ci sono solo
velati accenni alla contrapposizione tra comunismo e capitalismo, ma in quanto
a una presa di posizione netta, dal punto di vista ideologico, il narratore
resta sul vago).
Il problema aumenta, se pensiamo a come
potrà finire la storia (d’amore) tra Tengo e Aomame (chiamati, forse per il
tramite di Fukaeri – questo il nome d’arte della diciassettenne – a
risolvere i problemi del mondo nell’eterna lotta tra bene e male).
Murakami è un maestro nell’arte di
raccontare le vite minime, banali, piatte dei suoi anti-eroi e lo fa con uno
stile peculiare che affascina e strega, ma sbaglia quando, seguendo la sua
immaginazione, si lascia andare a soluzioni narrative che sfiorano il fumetto
manga o il film di serie Z. Eppure… ho letto questo tomo in poco meno di due
settimane, e ogni volta che smettevo di leggere, perché dovevo studiare o
lavorare o uscire di casa, non vedevo l’ora di tornare ad aprire il libro per
seguire le vicende di Aomame e Tengo… e chissà, a questo punto, come finirà la
loro storia d’amore e che fine faranno quei brutti mostriciattoli detti Little
People…
Si può commentare un post dicendo"non ho letto il post"? Non si dovrebbe fare ma io lo faccio.
ResponderEliminarPerchè ho iniziato "1Q84", sono a circa 150 pag. e mi riservo di leggere il tuo post quando avrò terminato il libro.
Faccio sempre così, con i libri in lettura: accumulo recensioni, post, e me li leggo tutti dopo. Al tuo parere tengo particolarmente, e sai bene che non dico tanto per dire.
Per ora il libro mi sta piacendo molto, ma è il mio primo (spero non l'ultimo, a meno che questo non mi faccia stramazzare) e dunque è troppo presto per pronunciarmi.
Intanto un saluto ed un "prossimamente sui nostri monitor"
Grazie della considerazione, Gabrilù, troppa bontà! Visto che conservi ritagli e recensioni, giudizi e critiche, te ne dò una io, dal "Corriere della Sera", a cura di Franco Cordelli (non sono totalmente d'accordo con il tono che usa verso Murakami, però, nella sostanza, Cordelli la pensa come me - è strano notare certe "coicidenze di giudizio"!):
ResponderEliminarhttp://lettura.corriere.it/l%E2%80%99amore-immaginario-di-murakami1/
Alla prossima, su questi schermi!
Rendl