jueves, junio 12, 2014





È quanto mi è capitato ieri con Nicanor Parra, conosciuto grazie a quel genio di Roberto Bolaño (che lo ha sempre presentato come “il” poeta cileno per eccellenza, un maestro e un modello per tanti), nato nel 1914 e ancora in vita e, dunque, poeta centenario, ha attraversato un secolo intero, incredibile la quantità di rughe che ha accumulato sul volto nobile, da aristocratico in decadenza, anche se lui è un ex professore di matematica, un artista a tutto tondo, una sorpresa per il lettore che cerchi una voce originale, ammaliante, amica…

E questa è una delle sue poesie che io preferisco:

Cartas a una desconocida

Cuando pasen los años, cuando pasen
los años y el aire haya cavado un foso
entre tu alma y la mía; cuando pasen los años
y yo sólo sea un hombre que amó,
un ser que se detuvo un instante frente a tus labios,
un pobre hombre cansado de andar por los jardines,
¿dónde estarás tú? ¡Dónde
estarás, oh hija de mis besos!

E questa è una (mia) possibile traduzione della poesia in italiano (e che Nicanor Parra non me ne voglia, e non aggiungo ulteriori commenti, perché, a volte, di fronte all’arte, i commenti non servono):

Lettere a una sconosciuta

Quando passino gli anni, quando passino
gli anni e l’aria avrà scavato una fossa
tra la tua anima e la mia; quando passino gli anni
e io sia solo un uomo che ha amato,
un essere che si fermò un istante davanti alle tue labbra,
un pover'uomo stanco di camminare nei giardini,
dove sarai tu? Dove

sarai, oh, figlia dei miei baci!

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