miércoles, junio 28, 2006

Dunque, vediamo. E' notte. Fa caldo, nella capitale del regno (quale? Uno qualunque, fate vobis). E' la prima volta che mi sento osservato: da un lettore futuro, da un altro-da-me possibile, potenziale e futuro di cui ignoro volto, età, sesso, tutto. Come si sente colui che intraprende la scrittura di un diario personale sapendo che verrà letto da qualcuno? Come ipotizzare e ipostatizzare quel destinatario plurimo e senza volto? Divago, deliro. De-lirare: s-va(n)gare oltre i confini. Così come divago è a metà tra divertimento delirio e svago. Ci giro intorno (e in tondo) insomma. Cercando una possibile via d'uscita (senza emergenza, non c'è fretta). Il filo d'Arianna che conduce alla salvezza e ci permette di tornare a rimirar le stelle. Nel mezzo del gioco del cammino (tracciato da chi? Non lo so; l'altra sera, ad esempio, chiacchieravo con Rosy, davanti a una tazza di caffè e con in mano una bella sigaretta di queste parti - sono più economiche di quelle che compriamo in Italia -, e mi diceva che non poteva non dirsi "cristiana" - è stata battezzata ed è arrivata fino alla cresima, pur se con poca consapevolezza - e che, ciononostante, si sentiva vicina a chi dice di non credere - in dio o in un'entità astratta suprema e superiore alla nostra conoscienza e ai limiti della nostra ragione; chi l'ha costruito il labirinto? Dedalo, potrebbe rispondermi qualche secchione dottorando di Letteratura Inglese "de cuyo nombre no quiero acordarme"..., ma sto di-vagando, appunto, perciò torno nei limiti e chiudo la parentesi). Dunque vediamo: è la prima volta che scrivo sul mio cosiddetto (e all'americana - quanto strapotere questi americani, perfino nella lingua, che è quanto ci rende uomini, secondo Aristotele - o era Platone?) "blog" e non so come, quando, perchè partire. Ma siamo in viaggio, questo lo sanno tutti, anche quelli che non hanno mai letto Omero ma sanno di chi si parla quando parliamo di Ulisse (uno che, in quanto ad astuzie, ne sa una più del Dedalo, tanto per continuare a svagare e di-vagare e sragionare, che è un modo molto divertente di ragionare, a mio modesto parere). Eppure non me la sento; mi sento stanco, a volte; eppur si muove e continuaimo, consci dei pericoli della traversata...

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