L'8 Settembre ("the same things come back")
Eccoci
di nuovo all'8 Settembre, il giorno del mio compleanno. Per la
seconda volta lo festeggio in Spagna, la mia seconda patria, in
compagnia della mia compagna di avventure e delle sue amiche
simpaticissime (una più matta dell'altra, impossibile annoiarsi con
loro, sono delle frezze).
36
anni d'età e – come dico sempre a chi non mi conosce a fondo –
me li sento tutti sul groppo, per i molti e svariati lavori che ho
fatto, per le molte e variegate città in cui ho vissuto, per i
moltissimi accidenti che mi sono capitati e cui ho saputo (finora)
tenere testa...
Se
mi volto indietro (basta anche andare indietro di qualche anno nei
post pubblicati in questo blog, basta andare al 2009 o al 2007, per
fare un esempio tra i tanti), mi sembra di non esser cambiato di una
virgola. E invece... il tempo passa e oggi sono 36 e fra un anno
saranno 37 e nel 2020 saranno...43, incredibile a dirsi e anche a
pensarsi.
E
uno pensa: "avrei potuto fare di più e meglio". Oppure:
"avrei potuto approfittare di quell'occasione che mi si offriva
e invece non l'ho fatto, il treno è passato e non torna più
indietro". Oppure, ancora: "a quest'ora avrei potuto già
essere sposato e magari padre di un bambino – o di più di uno,
dipende –, avrei potuto avere una casa mia e non stare sempre in
affitto, in casa di altri, di gente che a volte non conosco neppure
di viso..."
E
poi penso anche a quello che, invece, sì ho fatto e con una certa
professionalità (almeno credo e spero) come, per porre qualche esempio, le centinaia di ore
di lezione, impartite con serietà e con tutta la passione
che ho potuto; i due libri che ho tradotto (con tutte le difficoltà
del tradurre libri scritti in un'altra lingua e, per di più, in una
lingua di 4 secoli fa, che nessuno più parla o conosce a fondo); il
saggio di critica letteraria che ho pubblicato (su un tema tanto
affascinante quanto angosciante e inquietante come è quello del
tempo, che non finisce mai e che turba la mente di qualsiasi essere
umano perché vi siamo immersi, anche quando non ce ne
accorgiamo...); i vari articoli che ho scritto su varie opere
letterarie di varie epoche e di autori a volte diversissimi tra loro;
i viaggi per studio e per lavoro, che ho affrontato sempre con
spirito ulissiaco ("fatti non foste per viver come bruti");
i sorrisi che sono riuscito a strappare alle persone amiche e cui
voglio bene e che mi vogliono bene (o mi hanno dimostrato – nel
tempo – di volermene), con quanta costanza e passione mi sono impegnato, a
volte, a far stare bene e serena e contenta la persona che avevo di
fronte, spesso donne, perché ho più amiche donne che amici maschi e
adoro le donne e credo nell'amicizia uomo-donna e ho un debole per
loro e loro lo sanno e a volte se ne approfittano, mi chiamano per
sfogarsi o per confrontarsi o per chiedere consiglio: "Ma tu al
posto mio cosa faresti? Ma non ti sembra che è strano che non mi
richiami? E se lo richiamo io, pensa che sono una facile? Ma come ti
sembro con questa gonna? Ma perché non andiamo a ballare in
discoteca insieme, io e te, uno di questi fine settimana?".
Insomma,
di cose ne ho fatte, così tante che mi sembra di aver vissuto già
almeno 2 o 3 vite diverse. E invece il calendario è implacabile e
dice che ne ho vissuta una soltanto, questa qui, che oggi arriva a
totalizzare 36 anni... Pochi o molti, sono comunque 36, non c'è
niente da aggiungere o da nascondere, anzi, io da oggi comincerò a
dire che ne ho 37, di anni...
E
smetto di guardarmi indietro. Penso al presente e lo affronto con lo
stesso entusiasmo di prima. "Solo le persone noiose si
annoiano", dicono qui in Spagna, e io a questo detto ci credo, e
credo proprio che – nemmeno a 36 anni – arriverò ad annoiarmi,
tante le cose ancora da scoprire, tante quelle ancora da vivere...
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