Cambiamento di prospettiva
L’ultimo post
risale al 15 settembre del 2013 e se rileggo questa frase: “L’Italia è ferma e
Berlusconi – come da sempre, negli ultimi 20 anni – ci tiene stretti per i
coglioni (mi si perdoni la rima, è inevitabile, con certi cognomi)” e la
rapporto ai fatti odierni (in data 4 ottobre 2013) mi sembra che non sia
cambiato molto (anzi, forse la farsa è arrivata a livelli insospettabili,
perfino per chi pensava si fosse giunti a un “punto di non ritorno” - e questi punti non ritornano mai, vedi quello che sta succedendo a Lampedusa...).
Intanto, la
mia vita ha subito un cambiamento a 360 gradi e quello che pensavo fosse un
trasloco da una casa ad un’altra all’interno di due diversi quartieri di Roma
si è rivelato un trasloco dall’Italia alla Spagna.
A volte è
così: per ottenere quello che sogni, devi non solo lottare, combattere, sudare
e scontrarti contro mille ostacoli, ma devi pure rischiare, metterti in gioco,
lanciarti senza il paracadute.
E così, all’improvviso,
dall’oggi al domani, mi ritrovo a stare in cattedra davanti un pubblico di
studenti spagnoli (qui sono io lo straniero, o quello strano, che cita
Cervantes e parla di Shakespeare, che illustra i disegnini surrealisti di Sir
Laurence Sterne e spiega Omero – o prova a spiegare l’incredibile modernità
dell’Odissea, davanti agli studenti
della Facultad de Letras).
E mentre tento
d’adattarmi e di capire di quale collega posso fidarmi e da chi devo tenermi a
debita distanza, di quante ore di lezione dovrò fare e di quali spazi mi
competono, mentre sottopongo il cervello a uno sforzo notevole di pratica
giornaliera della lingua straniera (sono pur sempre un italiano), ecco che apro
l’email e mi arriva una pubblicità di un libro dal titolo curioso: L’allattamento ai tempi della Grecia antica…
e uno si domanda: ma chi può interessarsi a un argomento del genere? Come
allattavano le donne nella Grecia antica? E perché dovrebbe interessare proprio
me, un argomento del genere? Chi ha fornito il mio indirizzo email alla casa
editrice che distribuisce il libro L’allattamento
ai tempi della Grecia antica?
Certo che, a
pensarci bene, se uno cambia prospettiva può giudicare le cose in modo nuovo:
io qui sono l’elemento "esotico"; sono quello “straniero”; c’è chi penserà che
sono un mafioso o che mangio solo pasta e c’è chi mi giudicherà per il modo di vestire;
magari ci sarà pure qualche collega greca, o una qualche greca che è venuta in
Spagna a lavorare (sperando che la crisi sia un po’ meno dura che nel suo paese
d’origine) e che sa spiegarmi come allattavano le donne greche nella Grecia antica.
La prospettiva è importante. Non dimentichiamolo mai…
Nel frattempo:
avevo intenzione di scrivere una cosetta su La
storia di Elsa Morante e – guarda tu la casualità – mia sorella mi scrive
in un messaggio privato su Facebook che dovrà sostenere un esame di Letteratura
Italiana Contemporanea proprio su Elsa Morante.
“Ce li hai Menzogna e sortilegio e La storia e L’isola di Arturo?”
È il caso che
vuole che io mi sia portato dietro gli ultimi due titoli (e su La storia – come già detto – avevo pure
cominciato a scrivere una cosa). Tra tanti libri, proprio quelli che servono a mia sorella, incredibile, no?
“Guarda che L’isola di Arturo me lo sono comprato proprio poco prima di prendere l’aereo per Madrid! E avevo chiesto a tuo fratello di comprarmi Aracoeli come regalo di compleanno, ma lui, ovviamente, se n’è scordato! Che faccio? Ti mando La storia e L’isola via posta tradizionale?”.
Una collega mi
guarda e mi sorride.
“Ma Menzogna e sortilegio sta qua?”
Un’altra mi
dice il suo nome, ma io lo dimentico all’istante (siamo troppi, in questo
dipartimento).
“Guarda nella
prima libreria sulla sinistra, appena entri, primo scaffale in fondo a partire
dal pavimento”.
Un altro mi
dice di chiamarsi Juan José.
“Ok, mo' guardo!”.
Un’altra mi
offre una sigaretta.
“E buona
lettura: sono tutti dei tomi giganti!”.
E allora
sento, percepisco l’ansia di mia sorella, che non ama leggere, come non amano
leggere gli studenti che mi ritrovo davanti ogni giorno.
A volte, anche
cambiando la prospettiva, l’oggetto dell’osservazione non cambia: come in
Italia, così in Spagna, i ragazzi girano per l’Università senza libri in mano, nessuno
legge più, nemmeno il giornale, sono tutti fissi con gli occhi sul cellulare…
Vado a
scrivere a mio fratello; ho deciso: invece di Aracoeli, vorrei tanto che mi
regalasse L’allattamento ai tempi della
Grecia antica… chissà se lo trova, in libreria...
:D
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