Laura
Laura? Ma chi è Laura? Laura chi? A domanda
(ipotetica) rispondo (a metà tra finzione e realtà): Laura è una delle tre o
quattro lettrici di questo blog, una persona speciale, per me, un’amica e una
confidente, una che ho conosciuto per caso all’Università quando avevo ancora
tutta l’energia di chi aveva appena finito un dottorato e s’apprestava a
scrivere il suo primo libro di critica letteraria…
“Andiamo a mangiare insieme a mensa?”, chiesi,
timido, vedendola pensierosa dentro la famosa Sala dottorandi, davanti al suo Apple,
all’interno di una stanzetta al terzo piano della Facoltà, uno studiolo piccolo
ma pieno di luce, dotato di pc risalenti agli anni 90, di una fotocopiatrice
guasta e di aria condizionata funzionante (una mano santa d’estate, quando si
sudava da fermi).
E Laura – incredibilmente - mi disse di sì, che
veniva a mangiare con me a mensa, anche se non aveva troppa fame (e già
all’epoca mi sembrava un po’ magrolina, è vero che io ho sempre preferito le
donne tonde, e non è che lei non fosse in linea, no, anzi, era in una linea
perfetta, praticamente una modella, ma forse qualche chiletto in più le avrebbe
giovato e poi, di fatti, ne parlammo di questi chiletti in più, ah, quante volte
ne abbiamo parlato, tra risate e prese in giro, sorrisi gioviali e simpatiche
ricriminazioni tra amici – “Ma tu stai fuori! Mi vuoi tutta ciccia e brufoli?”,
facendo il verso al famoso sketch
pubblicitario).
E così imparai a conoscere Laura, ad apprezzare
la sua onestà intellettuale, la sua sincerità, la sua apertura mentale, la sua
capacità di ascoltare il prossimo, di condividere gioie e dolori, impressioni e
riflessioni, dubbi e paure… E a mensa, lo ricordo ancora oggi, come se fosse
ieri, io intento a ingurgitare un piattone di pasta al sugo e un petto di pollo
con tanto di patatine a fare da contorno e lei intenta a parlarmi di una
relazione sentimentale molto lunga che era appena finita, Laura triste, Laura
pensierosa, mentre io facevo cadere le molliche per terra e lei spilluzzicava
con gesto armonioso un po’ di verdure cotte al vapore (fagiolini e carote, con
pochissimo olio e un pochettino di sale – “Ma fai la dieta? Ma tu non ne hai
bisogno, dai?!”) e io la guardavo e mi domandavo: “Ma quant’è bella questa
ragazza?” e lei iniziava a sciogliersi, a spiegare, a raccontare, perché, come,
quando si erano lasciati, cos’era che la faceva sentire “svuotata” e se potevo
capire come si sentisse (e sì, io potevo, anch’io ero reduce da un rapporto
durato molti, molti anni) e lei che parlava e parlava e mi sembrava totalmente
a suo agio, com’è che certe volte tra persone si stabiliscono certi vincoli,
com’è che troviamo la persona giusta al momento giusto per il segreto giusto, e
io ascoltavo e ascoltavo e poi me l’hai pure detto – una volta, a Salerno, dopo
aver mangiato un gelato gigante lungomare –: “Mi piaci perché sai ascoltare”,
che gran complimento mi facesti quel giorno, e sì, insomma, Laura, tu parlavi
di te e di lui e del vostro rapporto spezzato e io trangugiavo e pensavo: “Ma
com’è strana la vita, uno viene all’Università per studiare e lavorare sodo e
si vede coinvolto nel bel mezzo di un segreto intimo, di una confessione senza
censure e a cuore aperto”, e quando arrivò il momento del caffè offrii io,
ovviamente, e poi andammo a passeggiare nel giardino antistante la Facoltà di
Giurisprudenza e lì, continuando a parlarmi di te, intravidi delle lacrime che
erano sul punto di scendere e di rigarti il volto, e di fatto piangesti, o sbaglio?,
e io non sapevo cosa diavolo fare, come fare?, non sapevo se abbracciarti e
consolarti o lasciarti da sola, a piangere e a sfogarti per conto tuo, e mesi
dopo mi confessasti che avevo fatto bene a non offrirti la mia spalla, perché
altrimenti avresti pianto ancora di più, che meladrommatiche voi donne, a
volte!
Dopo quel famoso pranzo, ci furono feste, cene,
passeggiate, gelati, confessioni anche più intime, gite in barca a Capri (la
“Grotta azzurra”, che esperienza!), e canzoni, tanta buona musica, tante “pippe
mentali” su amore e sesso, sui rapporti uomo-donna, sulla validità e la
fattibilità dell’amicizia uomo-donna, sugli uomini sposati che tradiscono le
mogli e sulle donne sposate che tradiscono i mariti, su questo e quell’altro,
sulla letteratura americana e su quella chiquana,
su Madrid e su New York, sui colleghi e sui prof. più antipatici che ci
rendevano la vita impossibile e su quelli più umani che ci regalavano i loro
libri, sui libri letti e quelli ancora da leggere, insomma, su tutte quelle
belle cose che rendono un’amicizia degna d’essere vissuta fino in fondo e al
cento per cento…
Ora Laura è lontana, ha lasciato la Campania per
l’America, è tornata a New York, una delle sue città preferite, e ogni mattina
le mando un messaggio da Whatsapp per
svegliarla; è diventato una specie di rituale: lo so che da lei ci sono 6 ore
in meno, ma a me piace scriverle alle 8 e, quindi, darle il “buongiorno” quando
nella Grande Mela è notte fonda e lei sta per andare a dormire… o è già a letto
(le 2 di notte) e soffre d’insonnia e non riesce a prender sonno (l’insonnia:
ecco un’altra cosa che ci accomuna, a me e a Laura).
Se non ci fosse Skype, non avremmo modo di vederci (soprattutto ora, che io sono in
Spagna e lei laggiù – e poi di nuovo in Italia), e ogni volta che riusciamo a trovarci
online è una festa: “Ma come stai? Ma da quant’è che non ci parliamo?” e ogni
volta che parliamo è come se non ci vedessimo dall’altro ieri, le battute sono
quelle (“dicidici”), il tono è sempre lo stesso (gioviale), l’attenzione è
sempre alta (non ci sfugge niente), la voglia di ridere sempre notevole (“sei
proprio matto!”).
Laura, una delle amiche più care che ho, una delle
persone più generose, simpatiche, intelligenti e in gamba che conosca… (una che
a quest’ora starà dormendo, perché qui da noi sono le 8 del mattino - vediamo se si sveglia, da lei sono le 2, mandiamole un messaggio: "Good morning! And good luck! Mon collè gue, mon amie!).
Mon ami...tu me laisse sans paroles. Merci pour tout!! Et...qui é quasi mezzanotte.."Bonjouuur!!" :)
ResponderEliminarGrazie a te! Poi mi racconti del famoso "king size bed"!
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