martes, mayo 15, 2018

E dopo Rennes...Oxford


Come se la vita fosse davvero un viaggio che non finisce mai (o sembra non avere mai fine). Sì, dopo la Francia, dopo Rennes, sarà la volta di Oxford, il mio primo, primissimo viaggio nel Regno Unito (UK, la sua sigla); il regno del MI5  e del MI6, di James Bond e del suo inventore, Ian Fleming, di Sherlock Holmes e del suo creatore, Conan Doyle, di James Joyce (anche se ne divenne subito esule - o meglio, s'impose l'auto-esilio, da bravo irlandese ribelle qual era a vent'anni) e di Oscar Wilde, di William Shakespeare (abbiamo già prenotato una stanza per passare almeno una notte a Stratford-Upon-Avon), di John Milton e di Sir Laurence Sterne, di Samuel Beckett e di Christopher Marlowe, del reverendo Jonathan Swift e di Roald Dahl, di Stanley Kubrick (anche se era americano) e di T.S. Eliot (anche se era americano). 

Il Regno Unito (o UK) ci ha regalato davvero tanto, in termini di letteratura. Inghilterra, Irlanda, Galles e Scozia e Gran Bretagna. Isole. Ma nessun'uomo è un'isola...come ci ricorda John Donne..."No man is an island entire of itself; every man is a piece of the continent, a part of the main" (così dice nella "Meditation XVII"). Ed ora che ci penso, anche Sir Thomas Browne era inglese, uno nato a Londra, un 19 d'Ottobre del 1605, e morto a Norwich, un 19 d'Ottobre del 1682, ovvero, a 77 anni, il giorno del suo (ultimo, davvero) compleanno...

Quanti inglesi importanti nella mia formazione di lettore; Shakespeare il "miglior drammaturgo" (forse di tutti i tempi e di tutte le letterature); Sir Thomas Browne il "miglior saggista" (un medico che scriveva di tutto, dalla religione alla filosofia, dalla scienza e le scoperte scientifiche del tempo all'astronomia); Joyce il "miglior romanziere" (con buona pace di Virginia Woolf, che, pure, si pentì di averlo stroncato e capì - ad una seconda lettura di Ulysses - che c'era del buono all'interno di quel libro scioccante, straniante, strambo); T.S. Eliot, probabilmente, il "miglior poeta" (come non ricordare The Waste Land? Come non ammirare i Four Quartets?)

Insomma, sebbene sia rimasto affascinato dalla letteratura francese e da Rennes e da Parigi, sebbene ami alla follia Proust e Flaubert e Hugo, sebbene riconosca la grandezza sconfinata di Dumas e l'originalità rabbiosa di Céline, nonostante l'immenso valore della poesia di Baudelaire, e la genialità di Georges Perec e l'umanità profondissima di Marguerite Duras e la profondità sconfinata della mente di Montaigne, non posso non sentirmi molto più fan della letteratura inglese che di quella di qualsiasi altra nazione (o latitudine)...fermo restando l'amore sconfinato che sento verso quella spagnola...

E sì: dopo Parigi e Rennes, a fine Giugno, si volerà verso Oxford, una città che gira attorno a una delle Università più famose e prestigiose del mondo; una città che - non so perché - mi sembra già di conoscere, anche se non vi ho mai messo un piede...

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