viernes, junio 15, 2018

Prima del viaggio in Inghilterra


Mandi il racconto alla "diretta interessata", ovvero, a colei che ti ha ispirato il personaggio femminile protagonista del tuo ultimo racconto lungo (dopo quello breve e "horror" che ha fatto venire gli incubi a un tuo collega fisico quantistico - o quantico) e ti soprendi, accipicchia, ti fa effetto ricevere un suo messaggio vocale pieno di tenerezza e di gratitudine (parola ormai in disuso e quasi sconosciuta ai più, in questo primo ventennio del XXI sec.). Ti sorprendi e quasi arrossisci, quando ti dice (a distanza di molti chilometri) che sei stato davvero bravo, che la suspense non decade mai (nell'arco delle 25 pagine che dura il racconto) e che il ritratto è così fedele che ti confessa che lei non potrà mai farlo leggere a nessuno della sua cerchia, si riconosce subito che dietro quel nome fittizio c'è lei, con tutti i suoi difetti e i suoi tics e le sue manie e i suoi tipici modi di dire...

Poi arrossisci pure quando Ana, una delle socie che più frequenta il tuo "club di lettura", ti dice che vuol farsi una foto con te: Ana, una donna tutta d'un pezzo, 78 anni e non sentirli; pittrice, scrittrice, poeta, amante della montagna, ex-escursionista e lettrice vorace (ti chiede il favore di proporre la lettura di un romanzo storico, la prossima volta, al prossimo appuntamento: lei li adora i romanzi ambientati nel passato e ben documentati dal punto di vista storico).

E poi ti sorprendi quando un amico, poeta pubblicato (nel senso che è davvero riuscito a pubblicare le sue opere, con case editrici importanti, almeno qui in Spagna), ti confessa che ha smesso di pubblicare i suoi pensieri nel suo blog, "se non scrivi tutti i giorni li perdi", dice, riferendosi evidentemente ai lettori, e tu ci pensi e ci rifletti e concludi che non è vero o, almeno, che a te non interessa affatto "perdere" lettori se non aggiorni costantemente il tuo blog, che lì scrivi per perdere tempo e per diverimento, o per mettere nero su bianco le tue paturnie, una forma di sfogo, un modo per risparmiare i soldi dello psicologo (o dello psichiatra, dipende).

E infine ti butti nella lettura di Nessuna passione spenta (1996), del grandissimo George Steiner, uno dei tuoi critici letterari favoriti, uno la cui scrittura ti affascina, proprio come il primo capitolo del libro, dedicato all'analisi dettagliata dell'immagine che funge da copertina del lirbo, quel "Le philosophe lisant" di Chardin (del 1734) che ti cattura subito e ti spinge subito a immaginare come doveva essere silenziosa quella stanza in cui, appunto, si vede "il filosofo che legge"...con quello strano cappello con la punta che svetta all'insù e quella specie di pelliccia sulle spalle e quel tomo rilegato che parla di chissà cosa...

Sì, sono queste le cose che pensi, immagini, vivi e ricordi prima di preparare la valigia per il tuo primo (primissimo) viaggio in Inghilterra (prima Londra, poi Oxford, infine un salto a Stratford-Upon-Avon)...


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