Una citazione di Pascal in uno scritto di Walter Benjamin
Il
Governo spagnolo si prepara ad attuare la fase 1 (e poi la 2 e la 3, fino alle
4, “desescalada”, che razza di terminologia sta nascendo per colpa del covid-19!).
Intanto,
preparo un po’ la lezione di oggi (sempre dalle 18:30 alle 20:30) e leggo le
riflessioni che fa Walter Benjamin sul narratore (e su Leskov). Mi fa un certo
effetto leggere questa citazione da Pascal: “Nessuno muore così povero da non
lasciare nulla in eredità”. E uno si domanda cosa lasceranno in eredità tutti
questi anziani che stanno morendo per colpa del virus; quanti abbracci e baci
non più dati; quanti adii silenziosi o avvenuti a distanza, tramite un
cellulare, o meglio, grazie ad un infermiere o un dottore che ha avuto pietà di
loro e si è prestato a fare da tramite, a sorreggere il telefonino di chi – per
ovvi motivi – non avrebbe mai più potuto sorreggere nulla; che strazio al solo
pensiero, andarsene così, tramite videochat, a chilometri di distanza da casa e
dai propri cari…
Cosa
lascerò io in eredità, mi viene da domandarmi (i libri, certo, i film, certo,
il computer con dentro film e libri e foto della mia vita passata e presente,
fino ad oggi, almeno). E poi? Che senso ha? Chi avrà voglia di ereditare questi
ricordi? Questi oggetti? Questi oggetti che conservano il ricordo di chi li ha
accumulati in una memoria fatta di giga?
Siamo
fragili. Ecco cosa ci ha fatto (ri)scoprire di colpo il virus: siamo tutti
corpi fragili e soggetti alla morte (anche rapida, oltre che inaspettata, se
uno ha la sfortuna di non essere dotato di un sistema immunitario abbastanza forte).
Poi
ripenso alla richiesta del Direttore della Cineteca: mi ha chiesto se voglio
partecipare all’iniziativa di appoggio; se mi va di consigliare qualche film
per gli spettatori di quella stessa Cineteca oggi costretta alla chiusura (sto
visualizzando le poltrone vuote). Certo, partecipo con gioia, gli rispondo. E
consiglio a tutti di vedere Il conte Max (1957),
un’opera minore per la regia di Giorgio Bianchi ma con due mostri del cinema
italiano: Alberto Sordi e Vittorio De Sica. Che battute al fulmicotone! Quanto
simpatica sbruffoneria! Quanta arte nell’interpretazione di questi due giganti!
“Nessuno
muore così povero da non lasciare nulla in eredità”. È una citazione che ti
resta scolpita in mente. E che mi fa venire in mente l’ultima puntata di Lessico civile di Recalcati: sul
concetto di “libertà”. E quanta importanza ha acquisito oggi questa parola! E
quant’è cambiato il nostro rapporto nei confronti della stessa! Tornermo liberi?
Che tipo di libertà sarà mai possibile in un mondo come quello che ci aspetta dopo
la pandemia? Finirà mai questa pandemia?
No hay comentarios:
Publicar un comentario