lunes, febrero 05, 2007

L'altra mattina, di Domenica, sul tardi, ho fatto una scoperta (il bello delle scoperte è che le fai quando meno te l'aspetti): sul letto, in compagnia di Alyssa, ho visto un film stranissimo; il regista è il norvegese Aki Kaurismaki (me ne aveva parlato Lu, ma l'avevo dimenticato). Il film s'intitola L'uomo senza passato, è uscito nel 2002, ma basta guardare le prime sequenze per "non" riuscire proprio a capire in quale epoca si svolga.
La trama è semplice (all'apparenza) e molto pirandelliana: un uomo, un saldatore, a quanto pare, prende il treno da una città di cui non sappiamo nulla per arrivare in un posto che non ci viene mai detto che posto sia; il tipo scende dal treno e viene malmenato da un gruppo di teppistelli. A causa della botta in testa perde la memoria. Non ricorda nemmeno più come si chiama, quando i primi che lo soccorrono (una famiglia povera che vive in una specie di baracca) gli chiedono spiegazioni.
Il film è girato in modo a dir poco perfetto (geometria delle passioni, mi verrebbe da dire, pensando a un titolo di Remo Bodei). La fotografia è fredda e gelida, come il paesaggio nordico, evidentemente, in cui si svolgono i fatti. La musica è geniale. I dialoghi sono eccelsi, da Premio Oscar. Il regista riesce a parlarci di religione, Dio, politica, ingiustizia sociale, povertà e filosofia del tempo con battute indimenticabili in cui si mescolano la tenerezza e il surrealismo più sfrenato (ora che ci penso, la faccia del protagonista - all'inizio con la testa fasciata - così imperscrutabile e così impassibile, nonostante le difficoltà del caso e gli scherzi del destino - scherzi pesanti, come perder la propria identità e non poter riuscire nemmeno a trovare un lavoro perchè, sfido io, chi vi assumerebbe senza carta d'identità? - mi ricorda la maschera gelida e divertentissima di Buster Keaton); battute indimenticabili, dicevo, come quella in cui il guardiano Attila (detto anche "il flagello di Dio") gli affitta un container, almeno un tetto sotto cui ripararsi, mostrando tutta la sua taccagneria:
LUI: "Quando posso traslocare?"
ATTILA: "Appena mi giro e non ti vedo"
LUI: "E per le chiavi?"
ATTILA: "Vedi una serratura da qualche parte?"
LUI: "No"
ATTILA: "Non fare il difficile allora. Un mese d'affitto in anticipo"
LUI: "Avrò i soldi domani, a Dio piacendo"
ATTILA: "Le sue vie sono infinite e a me sono sconosciute ma... se tu non paghi entro domani ti mando il mio cane killer a staccarti il naso con un morso".
LUI: "Tanto quello dà solo fastidio. Fa ombra sul panorama, dovunque io vada".
ATTILA: "Però non potresti più fumare sotto la doccia".
O quella in cui un imprenditore fallito va in banca per prendersi la somma esatta dei suoi risparmi congelati e l'uomo senza passato si trova in mezzo, mentre tenta di aprirsi un conto:
IL LADRO: "Adesso dovrò chiudervi qui dentro, per avere un po' di vantaggio, mi dispiace".
LUI: "E' perfettamente comprensibile nella sua posizione".
IL LADRO (chiudendo l'uomo e la cassiera nella cassaforte): "Mi fa piacere che tu capisca".
O quella, davvero indimenticabile (o da non dimenticare mai, quando la vita ci fa schifo e ci sembra di affogare nella merda e il suicidio è l'unica soluzione a ogni problema), in cui lui, l'uomo senza passato che sembra venuto dalla luna, approcia una poliziotta amica (con la quale avrà una romantica liason piena di humor e di pathos):
LA POLIZIOTTA: "Sei vestito come un pezzente".
LUI: "Ultimamente ho avuto delle avversità, ma penso che le supererò in pochi giorni".
Semplicemente geniale. Da morire dal ridere. O dal piangere di gioia...

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