Non so nemmeno...
...per quale diavolo di ragione mi hanno cambiato la versione di questo blog, non ricordo che tasti ho premuto, comunque non fa niente, si continua, finchè c'è vita...
Il bagno è occupato; una coppia si unisce mentre l'altra si lascia. Nico chiede un po' di consolazione, bisogna pur tirare avanti. Mentre Gianni si tuffa in vasca e liscia la schiena di...non mi ricordo più come si chiama, questa nuova fiamma. Intanto, c'è l'Anna che mente al marito, lui non se n'è accorto, come spesso succede in questi frangenti, lui sarà l'ultimo a sapere. Io ho mandato qualche curriculum a Firenze. Altri a Pisa. Finirò con il mandarne a Roma. E poi Parlemo. E infine un paio, tra Madrid e Barcellona.
Sul blog di un altro (quanti saranno i blogs in rete?) ho letto che uno dei momenti per rilassarsi e per poter riflettere serenamente è quando ti sposti e fai il pendolare. In treno, in autobus, in tram, trovi il tempo per chiederti che vita conduce quel vecchio con la busta della spesa, e quell'altro che sembra drogato e fissa le tette di quella professoressa con in braccio due bambini e tre saggi su Shakespeare. Trovi la giusta posizione per leggere il giornale di quello che hai seduto di fronte (lui legge il fronte tu il retro, una situazione che, in fondo, fa comodo a entrambi - a te di più, non hai pagato per il giornale). E la mente è finalmente libera di vagare dove vuole, dalla facciata di Santa Maria Novella alla cupola del Brunelleschi, mentre in via dei Calzaiuoli c'è il solito traffico cittadino (quelli con le biciclette non rispettano mai i segnali). E ti ricordi che devi fare la spesa, comprare quella cosa, chiamare a casa. Fa piano, torna presto, che a casa ti aspettano. Con il ritratto della Madonna che ti guarda con una faccia così triste, ma così triste, che hai quasi voglia di schiantarti contro il prossimo palo, o albero, o muro, cazzo... E poi sale il controllore (o la vecchietta con le stampelle, che non ce la fa o lo zingaro che vuole fregarti il portafoglio) e torni coi piedi per terra. Ma ricordati che devi comprare quella cosa. Che lei ti aspetta. Che a casa ti vogliono bene...
martes, febrero 27, 2007
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Devo dire che rispetto ai primi tuoi blog (o blogs?;-) arriva molto di più. Voglio dire che, al di là del fatto che quello che scrivi si riferisca o no a te, comunque, in qualche modo, trasmetti delle sensazioni che arrivano al "lettore". Questo blog ad esempio contiene molta inquietudine e anche un po' di insofferenza. C'è anche qualcos'altro...non riesco a definirlo bene però...ma va bene così, dobbiamo per forza capire tutto? Direi di no.
ResponderEliminarNon ci capisco più niente e non ci capiamo, sì, deve essere questo, cara la mia unica lettrice (unica? Potrebbe essere un nomignolo divertente, non ti pare? Scherzo, eh!).
ResponderEliminarSperiamo arrivino i tempi migliori (o che, almeno, la morte ci colga col sorriso sulla bocca, magari mentre giochiamo)...