miércoles, abril 18, 2007

Ho incontrato

Gabriel García Márquez questa mattina, al supermercato. Faceva la spesa, esattamente come me, e si attardava (proprio come me e un altro signore anziano e distinto) nel banco dei vini. Io ho scelto un Roccaventosa, Montepulciano d'Abruzzo. Gabo ha scelto un Morellino di Scansano. Ovviamente non si trattava dello scrittore colombiano, quello vero, che ha da poco festeggiato i primi quarant'anni del suo capolavoro (chi non ha letto Cien años de soledad non saprà mai cosa si intende davvero con la parola "romanzo"). No, era piuttosto un suo sosia. Identico, cazzo. Stessi baffi bianchi; stessa pelle abbronzata dal sole dei Caraibi; stessa espressione simpatica, da vecchietto che ne ha viste di tutti i colori.

Poi torno a casa e ascolto musica. Ultimamente mi viene da piangere ascoltando Elisa: "E se c'è un segreto è fare tutto come se vedessi solo il sole". Sto diventando romantico? Alyssa sei avvisata. Stai attenta. Potrei sorprenderti con effetti speciali.

Poi decido che è ora di andare a fare jogging; ultimamente fumo troppo e ingrasso. Perché non dedicarci a un po' di sano esercizio fisico all'aria aperta (ora che a Pisa - sto scrivendo da Pisa, sì, la città più "noiosa" del mondo) per smuovere questa pancia e prendere qualche boccata a contatto con la natura? E non faccio in tempo a scendere le scale che trovo nella buca delle lettere un pacchetto. Proviene da Madrid (la mia seconda casa); è un libro; me lo spedisce "con un cordial saludo" uno dei miei scrittori preferiti (col quale ho avuto la fortuna di avere in passato un simpatico scambio epistolare). Ho capito che il regalo più bello è quello meno aspettato (proprio perché non te lo aspetti). Questa sera è festa: stapperò il Morellino di Scansano (no, no: il Roccaventosa abruzzese, come me) e brinderò a quel genio che si è preso la briga di regalarmi il suo ultimo lavoro. Se ci fosse anche Gabo saremmo al completo.

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